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Attese & Mercati – Settimana dal 29 aprile 2019

Sorpresa positiva dalle trimestrali europee. Intanto arriva maggio, ma non è detto che ‘sell and go away’ sia la scelta giusta. Buffett non teme la Brexit e si prepara a scommettere sul Regno Unito

di Redazione 29 Aprile 2019 09:42

SORPRESA! LE TRIMESTRALI EUROPEE NON SONO COSI’ BRUTTE


A Wall Street la stagione delle trimestrali è arrivata più o meno a metà strada, con gli utili finora riportati che segnano in media un -2,3% anno su anno, il primo declino da secondo trimestre 2016, ma meglio delle attese. Questa settimana arriva un diluvio di trimestrali, 164 società quotate sull'S&P 500 di cui 5 componenti del Dow Jones. E in Europa, dove le quotazioni sono in gran ritardo rispetto ai record che continua a infilare l’America? Molto meno peggio del previsto. Reuters riporta che con un terzo delle trimestrali pubblicate la situazione è decisamente più rosea delle attese, che puntavano alle peggiori trimestrali da tre anni. Due trimestrali su tre di quelle pubblicate hanno battuto le attese, e puntano a una crescita degli utili del 4,5% anno su anno, con le sorprese positive più notevoli arrivate dai titoli bancari. Le attese degli analisti, che puntavano a un calo del 4,2% dei titoli dello STOXX 600, sembrano così decisamente destinate a essere smentite. Forse le trimestrali del vecchio continente ci stanno dicendo che in vista non c’è la tanto attesa recessione ma magari un rimbalzo dell’economia?

ARRIVA MAGGIO, ORA DI FUGGIRE?


Il vecchio detto ‘sell in May and go away’ arriva al test del 2019, che ha messo a segno una delle migliori partenze d’anno di sempre, + 17% nei primi 4 mesi, la sesta più forte di sempre. La domanda ora è come saranno i restanti otto mesi dell’anno. Il senso comune dice che un 17% potrebbe essere già molto e forse troppo, per cui meglio portare a casa e aspettare il 2020. Askbrokers propone una tabella ripresa da Bloomberg che riportiamo qui sotto e che dice che non necessariamente è così. Il caso più di scuola e anche tra i più vicini storicamente è quello del 1987, quando lo S&P chiuse i primi 4 mesi con un rialzo di oltre il 19% per poi andarsi a scontrare in autunno con il famoso crash, quando tra un venerdì e un lunedì di ottobre Wall Street mandò in fumo quasi un quarto del suo valore. A fine anno rimase comunque un 2% di guadagno per chi non si era spaventato.

[caption id="attachment_141841" align="alignnone" width="350"]Le 10 migliori partenze d’anno di Wall Street e come è andata dopo (Fonte: Bloomberg) Le 10 migliori partenze d’anno di Wall Street e come è andata dopo (Fonte: Bloomberg)[/caption]

BUFFETT PRONTO A SCOMMETTERE SUL REGNO UNITO


Warren Buffett, il leggendario investitore americano che si autodefinisce ‘l’ottantottenne più felice che esista al mondo’ ha deciso che la Gran Bretagna da ormai tre anni nel tunnel di una Brexit da cui non riesce nè a uscire nè a tornare indietro, non è un posto da cui fuggire, ma piuttosto dove andare a investire. “Sono pronto a comprare qualcosa in UK anche domani”, ha dichiarato Buffett al FT qualche giorno fa. Il vecchio saggio di Omaha vuole investire in Gran Bretagna sia che esca dalla UE sia che ci resti. La differenza per lui non è l’appartenenza all’Europa, ma il fatto che è il paese al mondo che somiglia di più agli Stati Uniti quanto a cultura, sistema fiscale e regolazione commerciale. In passato Buffett aveva già messo qualche chip in UK, come l’investimento non fortunato nei supermercati Tesco, poi definito ‘un errore’. Ma ora che vuol diversificare un portafoglio sterminato ma quasi tutto concentrato in USA pensa che sia proprio la Gran Bretagna la destinazione giusta per piazzare parte dei $100 mld che ha da spendere, più che il resto d’Europa, combattuto tra il desiderio di autonomia dei singoli paesi dell’Unione e la ricerca dell’interesse comune. Quello che gli piace meno dell’Europa continentale è che si parlino troppe lingue diverse, soprattutto quando si tratta di tasse e sistemi fiscali.
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