Contatti

dollaro

Idee di Investimento – Obbligazioni – 07 dicembre 2015

7 Dicembre 2015 07:05
financialounge -  dollaro Fondi bilanciati fondi flessibili Fondi obbligazionari high dividend High Yield idee di investimento liquid alternative mercati emergenti mercati obbligazionari titoli di stato valuta locale
“D’ora in avanti sarà determinante gestire l’esposizione ai tassi di interesse, perché la Fed dovrebbe ricominciare a rialzare i tassi USA. Bisognerebbe pertanto concentrarsi sulle asset class meno sensibili, come i bond convertibili o high yield, e focalizzarsi sulla sola componente credit spread (che offrono un extra redimento rispetto ai titoli di stato) e sulle scadenze brevi” suggerisce nell’articolo “Investimenti 2016, priorità a bond societari e convertibili”, Norman Villamin, Capo della divisione Investment Services, Treasury and Trading UBP di Zurigo. Restando in tema di reddito fisso, Christel Rendu de Lint, Responsabile del team fixed income di UBP, ritiene che vi sia ancora valore in tre segmenti specifici: “In primis le obbligazioni societarie «investment grade» che hanno un target potenziale di rendimento del 4% (3,3% per quelle denominate in euro). Poi ci piace il debito subordinato delle banche «sistemiche» (quelle controllate rigorosamente dalle banche centrali perché non possono fallire) dei mercati sviluppati, in particolare i CoCo bond (contingent convertible bond, obbligazioni ibride convertibili che, in determinate condizioni, si trasformano in azioni, quindi in capitale della banca che li ha emessi) che invece hanno un target di performance del 6% (5,3% per quelle in euro). Infine, interessanti sono pure gli high yield globali, da acquistare però tramite Cds (credit default swap) che hanno invece un target di performance del 6,5% (5,8% nell’area euro)”.

In ogni caso, per Lorenzo Alfieri, Country Head per l’Italia di J.P. Morgan Asset Management, il principale suggerimento che si sente di dare ai risparmiatori italiani in vista del 2016 è soprattutto quello di non farsi prendere dal panico. Il prossimo è un anno che si preannuncia complesso per le scelte d’investimento e che dovrebbe, secondo il manager, veder aumentare la volatilità sui mercati ma non per questo distogliere l’investitore dai propri obiettivi di medio – lungo periodo. In quest’ottica, Lorenzo Alfieri raccomanda, nell’articolo “Investimenti 2016, sarà fondamentale evitare scelte emotive”, i fondi obbligazionari e bilanciati flessibili mentre per i prossimi 12 mesi, in chiave squisitamente tattica, indica alcune opportunità nell’obbligazionario europeo (sia investment grade che high yield) e, in modo selettivo, nel segmento corporate bond emergente. “Credo che le prime scelte in ambito obbligazionario possano essere occupate dai corporate bond investment grade (IG) e dagli high yield europei. Inoltre, riteniamo che un’attenta selezione di emittenti corporate emerging markets potrebbe fornire ulteriore valore al portafoglio 2016. Ma, dovendo fare i conti con una volatilità che dovrebbe risultare superiore a quella media del 2015, la soluzione migliore consiste nell’affidarsi a fondi obbligazionari flessibili e, per chi dispone di una maggiore propensione al rischio e un orizzonte temporale d’investimento più ampio, a fondi bilanciati flessibili” risponde il manager.

I titoli obbligazionari ad alto dividendo e il debito emergente piacciono, rispettivamente, anche ai gestori di Schroders e di Credit Suisse.

Aymeric Forest, Head of Multi-Asset Investments – Europe di Schroders, tra le asset class che individua per rispondere alla domanda di income (flusso di reddito costante) indica infatti proprio i bond high yield assieme ai titoli ad alto dividendo. “Stiamo trovando del valore nelle obbligazioni high yield. Sebbene la selezione dei titoli sia fondamentale, è questa il segmento obbligazionario preferito, dal momento che offrono un rendimento attraente e includono un alto tasso di default” spiega nell’articolo “Alto dividendo e high yield, due fonti di reddito per il 2016” il manager che, per quel che concerne gli asset dei mercati emergenti, nonostante le valutazioni interessanti, preferisce mantenere un atteggiamento di cautela a causa del dollaro forte e del contesto di bassa crescita.

Non è d’accordo su quest’ultima tesi Massimiliano Gnesi, gestore del [tooltip-fondi codice_isin="LU1120824179"]CS (Lux) Absolute Return Bond Fund[/tooltip-fondi] di Credit Suisse che, nell’articolo “Mercati emergenti, la possibile sorpresa del 2016” afferma: “Credo che l’obbligazionario mercati emergenti possa essere la sorpresa del prossimo anno. Non c’è dubbio che questa asset class sia stata tra le più penalizzate negli ultimi due anni e mezzo per un insieme di fattori importanti: dal crollo dei prezzi delle commodity alle economie di molti di questi paesi che hanno rallentato o disatteso la crescita attesa, fino al continuo rischio di rialzo dei tassi da parte della Fed. Ma ora che la Fed rialzerà i tassi dello 0,25% a dicembre ma poi procedere con molta gradualità nei prossimi interventi, le economie emergenti si stanno riprendendo e le quotazioni delle materie prime mostrano margini di calo molto inferiori rispetto al passato e potrebbero pertanto stabilizzarsi: credo pertanto che i titoli emergenti possano rappresentare una buona opportunità”. Massimiliano Gnesi vede con favore sia le emissioni hard currency (in dollari) e, soprattutto, quelle in valuta locale: tramite un’attenta gestione attiva delle valute, il manager è convinto di poter incamerare l’elevato flusso cedolare limitando le implicazioni di un eventuale svalutazione della moneta in cui i bond sono denominati.

Infine, per i risparmiatori molto esposti sull’obbligazionario ma che nel loro portafoglio complessivo abbiano anche una certa componente azionaria, si segnalano i fondi liquid alternative. Si tratta di fondi armonizzati UE (tramite il recepimento della direttiva Ucits IV) che hanno l’obiettivo di generare performance positive in tutti i contesti di mercato indipendentemente dall’andamento dei mercati finanziari, ricorrendo a strumenti altamente liquidi (azioni, obbligazioni, e contratti derivati). Secondo Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist BlackRock Italia, a questi prodotti dovrebbe essere dedicato circa il 20% all’interno di un portafoglio bilanciato tipo come quello medio delle famiglie italiane. “Visto lo scenario attuale e quello atteso per il 2016, si potrebbe arrivare ad esporsi anche fino al 30% – 40% solo a condizione, però, di essere opportunamente assistiti da un consulente finanziario di fiducia capace di allestire un portafoglio diversificato ad ampio raggio ricorrendo anche ai fondi alternativi liquidi” ha inoltre precisato Bruno Rovelli nell’articolo “Fondi liquid alternative, l’opzione innovativa per diversificare”.
Share:
Trending