Venezuela, una situazione davvero critica

Rispondiamo al quesito inviatoci da diversi lettori a propositivo del «rischio Venezuela». Non essendo preposti a fornire consigli operativi, cerchiamo di fare chiarezza, per quanto possibile, sulla situazione economico finanziaria del Venezuela.
Per verificare che Caracas sia sull'orlo del default ormai da mesi basta digitare "Venezuela default" su Google per constatare come tutti i media finanziari indichino la stessa cosa e cioè che il paese è sull’orlo della bancarotta. Finora, però, è riuscito a pagare le cedole: il 13 gennaio l’agenzia Reuters riportava che i detentori dei Venezuela Global Bond scadenza 2034 per un controvalore di 1,5 miliardi di dollari, avevano regolarmente incassato la liquidazione delle relative cedole per un importo pari a 70 milioni di dollari.
Nei prossimi mesi, tuttavia, le scadenze si infittiscono: a marzo, in particolare, è previsto il rimborso di un bond, questa volta denominato in euro, per 1 miliardo di controvalore nominale. Il problema del Venezuela consiste nel riuscire a racimolare i soldi necessari per pagare cedole e rimborsi a mano a mano che i titoli del debito giungono a scadenza: finchè riesce a farlo il paese non è tecnicamente fallito.
Il problema è che il Venezuela dispone di riserve in valuta sempre più scarse che, se sono destinate a pagare le cedole, non possono essere utilizzate per importare generi di prima necessità sempre più scarsi a Caracas. Come se non bastasse, sempre la Reuters ha riportato che il 12 gennaio scorso Moody's Investors Service ha ulteriormente abbassato il rating del Venezuela a Caa3 da Caa1, in pratica due gradini sotto l’affidabilità creditoria di Argentina, Egitto, Pakistan, Ukraina e Grecia, per di più con outlook negativo: una situazione, insomma, davvero critica.