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International Editor's Picks - 20 ottobre 2014

20 Ottobre 2014 10:10
financialounge -  Greenpeace india petrolio venezuela
Che il Venezuela sia uno stato ormai alla bancarotta lo pensano in molti, ma il prezzo del petrolio in picchiata potrebbe causare un default vero e proprio con un impatto abbastanza devastante sul resto del Sud America. Il FT di venerdì cita due economisti di Harvard secondo cui le possibilità di default sono ormai al 100%. E gli analisti sono al lavoro per capire esattamente a quale livello di prezzo del petrolio scatterebbe. I calcoli puntano a 60 dollari al barile mentre indicano sopra i 100 dollari il livello di sicurezza. Qualche anno fa il Venezuela evitò un default certo emettendo debito da pagare in petrolio alla Cina e altri. Ma oggi i tassi venezuelani sono schizzati così in alto da rendere proibitiva anche questa mossa.

Un dipendente tenta una speculazione sui cambi usando i soldi della società in cui lavora. Le cose vanno male, l'euro dollaro si muove nella direzione opposta della scommessa e qualche milione se ne va in fumo. Il dipendente del dipartimento finanza viene licenziato e la storia finirebbe qui se la società in questione non si chiamasse Greenpeace. Lo racconta con un po' di ironia l'edizione internazionale di Spiegel, notando che il caso va ben oltre i milioni persi e investe direttamente la reputazione di Greenpeace, che opera non solo in difesa dell'ambiente ma anche a protezione delle proprie finanze dalle fluttuazioni valutarie.

In cerca di un porto sicuro dalla turbolenza dei mercati e non toccato dal rallentamento economico globale?
Per il FT la risposta è India. Giovedì il giornale della City dedica un'analisi a tutte le ragioni che consigliano il gigante asiatico e che lo differenziano dagli altri Brics. Contrariamente a Russia, Sud Africa e Brasile, l'India non soffre per la caduta del petrolio e delle altre commodity, che sono una componente marginale del suo export. E contrariamente alla Cina non soffre per il rallentamento globale perchè i prodotti manifatturieri sono relativamente poco importanti per le sue esportazioni. L'India, dove l'inflazione è bassa e i tassi anche, è l'ambiente ideale per robusti investimenti che la porterebbero a sorpassare la Cina una volta che riprendesse la domanda globale.
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