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Daniel Roberts

Come continuare a fare meglio delle Borse mondiali

7 Ottobre 2015 15:21
financialounge -  Daniel Roberts Fidelity International materie prime mercati azionari mercati emergenti settore energetico
Nell’articolo “Azioni mondiali, esposti alla crescita ma con livelli contenuti di rischio” abbiamo spiegato come il comparto [tooltip-fondi codice_isin="LU0605515377"]FF Global Dividend Fund[/tooltip-fondi] di Fidelity Worldwide Investment dal suo lancio abbia superato l’indice di mercato e anche tutti i fondi della categoria e, soprattutto, sia riuscito a difendere il capitale investito meglio di qualunque altro fondo della categoria, registrando il minor drawdown (massimo ribasso) e mantenendo una volatilità inferiore sia rispetto all'indice che alla media del settore.

In questo articolo, il gestore del fondo Daniel Roberts, commenta l’attuale contesto di mercato e il posizionamento del fondo, spiegando in particolare dove sia possibile ora trovare ancora valore, la view sui mercati emergenti e quella sul settore minerario e petrolifero.

“Il rally registrato sul mercato azionario globale negli ultimi quattro anni è stato trainato da un'espansione dei multipli, quali per esempio il rapporto prezzo / utili (p/e) e prezzo / patrimonio netto (P/bv)” premette il gestore specificando che, proprio tale espansione dei multipli l’aveva indotto ad assumere un atteggiamento molto prudente dal momento che la strategia dell’ FF Global Dividend Fund è fortemente incentrata sulle valutazioni e si basa su una rigida disciplina. Ma ora, alla luce del calo del 10-15% dell’indice delle Borse mondiali MSCI AC World dai massimi di maggio 2015, alcuni titoli cominciano ad apparire interessanti e i multipli sono tornati alle rispettive medie di lungo termine.

“Alcuni dei titoli sui mercati sviluppati nelle ultime fasi dell'ondata di vendite mi hanno permesso di incrementarne l’esposizione sfruttando valutazioni molto interessanti. Per il resto, il fondo è attualmente sottopesato, in termini di esposizione diretta, ai mercati emergenti, ma vi sono alcuni titoli selezionati che attualmente sto valutando come possibili investimenti, alla luce delle loro valutazioni e prospettive future” rivela il manager che, a proposito degli investimenti sugli emerging markets aggiunge: “L'esposizione economica del fondo ai mercati emergenti, cioè includendo quella indiretta, si attesta al 20% circa del portafoglio. Molti dei problemi dei mercati emergenti hanno a che fare con l'aspetto dell'economia legato agli investimenti, ma gran parte dell'esposizione del fondo è in società orientate esposte ai consumatori, ad esempio i segmenti dei beni di consumo di base e farmaceutico, dei mercati emergenti. Queste società tendono ad avere un elevato controllo sui prezzi, con volumi di vendita stabili. Non siamo invece esposti a settori quali quello del lusso”.

Restando in tema di fondamentali, il gestore spiega le ragioni in base alle quali, già prima dell’attuale fase non sia mai stato un sostenitore del settore energia e materie prime, nemmeno ora che sembrerebbero evidenziare valutazioni estremamente basse e dividend yield elevati. “Il fondo, dal suo lancio, non ha mai detenuto titoli del settore minerario e l'esposizione al settore petrolifero è stata molto contenuta e questa scelta ci ha favorito. La mia riluttanza è legata al rischio di previsione legato a queste attività. Vi sono infatti molti parametri estremamente difficili da prevedere, quali i prezzi delle materie prime sottostanti e le oscillazioni dei cambi. Sono quindi alla ricerca di titoli con valutazioni sufficientemente interessanti da compensare questo svantaggio, ma al momento non ne ho identificati” argomenta Daniel Roberts secondo il quale, inoltre, nel caso di molte di queste imprese, i dividendi non sono sostenibili nonostante i rapidi tagli ai costi compiuti nel tentativo di liberare liquidità. Per il manager, infine, sebbene non vi sia alcun dubbio che la fase ribassista sia ad uno stadio avanzato, le valutazioni in questo segmento non sono ancora sufficientemente convincenti.
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