Mercati Emergenti
Innovazione e diversificazione: perché il futuro è nell’azionario emergente
Secondo Aberdeen Investments i mercati emergenti beneficiano di fattori strutturali (cambi vantaggiosi, rinascita degli investimenti globali e valutazioni interessanti) che supportano prospettive di sovraperformance duratura
di Leo Campagna 31 Dicembre 2025 08:00
E se la sovraperformance azionaria nella prossima decade fosse firmata da San Paolo, Seul o Shenzhen invece che dalla Silicon Valley? Se lo chiede nella sua analisi Devan Kaloo, Global Head of Equities, Aberdeen Investments, convinto che i mercati emergenti possano giocare un ruolo centrale nel prossimo ciclo di investimenti. E’ vero, ammette il manager, che la strategia di privilegiare i titoli USA sulla scia dell’ottimismo sull’intelligenza artificiale e delle aspettative legate al secondo mandato di Donald Trump ha dato finora soddisfazione.
Per contro, tuttavia, ha esposto gli investitori a rischi di concentrazione e a valutazioni già ottimistiche mentre i mercati emergenti offrono opportunità interessanti, sostenute da fattori strutturali: cambi vantaggiosi, rinascita degli investimenti globali e valutazioni interessanti. Fattori che supportano prospettive di sovraperformance duratura e confermano il loro ruolo crescente nei portafogli degli investitori.
Il primo fattore di supporto è quello derivante dai benefici dal cambio valutario. Storicamente la debolezza della divisa statunitense fa aumentare di valore gli investimenti nei mercati emergenti denominati in dollari. L’erosione della credibilità fiscale degli Stati Uniti, con un potenziale aumento dei deficit e dei rendimenti obbligazionari, costituiscono elementi che tendono ad indebolire il biglietto verde e a favorire nei prossimi anni gli investitori che puntano sui mercati emergenti. “Per i paesi in via di sviluppo un dollaro più debole si traduce in costi di indebitamento più bassi per aziende e governi, consumi locali più forti grazie all’apprezzamento delle valute e possibili flussi di capitale verso investimenti più redditizi fuori dagli USA” spiega Kaloo.
A questo proposito, il Global Head of Equities di Aberdeen Investments segnala il possibile incremento dei flussi di investimento verso le industrie emergenti. Dopo la frenata di questi flussi, a causa del rallentamento della Cina e della concentrazione degli investimenti tecnologici negli USA, ora è in corso un nuovo ciclo di investimenti globali, guidato da decarbonizzazione, digitalizzazione e difesa. “Non è soltanto la Cina a giocare un ruolo strategico nello sviluppo dell’IA e delle infrastrutture. La domanda globale di chip, reti elettriche e risorse critiche sta favorendo anche altri Paesi in via di sviluppo in Asia, America Latina ed Europa con i mercati emergenti che si affermano come fornitori chiave nella rivalità tra Washington e Pechino” specifica il manager.
Secondo il quale, infine, le valutazioni dei mercati emergenti restano relativamente convenienti rispetto ai mercati sviluppati con, inoltre, anche una maggiore diversificazione per settore e area geografica. “Chi investe nell’azionario statunitense è sempre più concentrato in pochi titoli tecnologici. Chi punta sui mercati emergenti può invece beneficiare in termini di maggiore diversificazione tra industria, sanità, IT e materiali. Può peraltro investire anche in giganti nazionali caratterizzati da una forte esposizione alla domanda locale e al commercio all’interno dei paesi in via di sviluppo” argomenta Kaloo.
Il quale, come esempio, indica l’India. La sua limitata esposizione all'IA e le difficoltà legate alle tariffe doganali hanno determinato una sottoperformance nel 2025 ma la sua bassa correlazione con l'IA la rende una preziosa copertura contro i mercati ‘eccessivamente’ valutati. “Inoltre, l'India si distingue come una storia di crescita di lungo termine, sostenuta da solide aziende nazionali, margini per tagli dei tassi che stimolino i consumi e un mercato dei capitali in espansione finanziato da risorse interne” conclude il Global Head of Equities di Aberdeen Investments.
FATTORI STRUTTURALI
Per contro, tuttavia, ha esposto gli investitori a rischi di concentrazione e a valutazioni già ottimistiche mentre i mercati emergenti offrono opportunità interessanti, sostenute da fattori strutturali: cambi vantaggiosi, rinascita degli investimenti globali e valutazioni interessanti. Fattori che supportano prospettive di sovraperformance duratura e confermano il loro ruolo crescente nei portafogli degli investitori.
BENEFICI DALLA DEBOLEZZA DEL DOLLARO USA
Il primo fattore di supporto è quello derivante dai benefici dal cambio valutario. Storicamente la debolezza della divisa statunitense fa aumentare di valore gli investimenti nei mercati emergenti denominati in dollari. L’erosione della credibilità fiscale degli Stati Uniti, con un potenziale aumento dei deficit e dei rendimenti obbligazionari, costituiscono elementi che tendono ad indebolire il biglietto verde e a favorire nei prossimi anni gli investitori che puntano sui mercati emergenti. “Per i paesi in via di sviluppo un dollaro più debole si traduce in costi di indebitamento più bassi per aziende e governi, consumi locali più forti grazie all’apprezzamento delle valute e possibili flussi di capitale verso investimenti più redditizi fuori dagli USA” spiega Kaloo.
INCREMENTO DEI FLUSSI DI INVESTIMENTO VERSO LE INDUSTRIE EMERGENTI
A questo proposito, il Global Head of Equities di Aberdeen Investments segnala il possibile incremento dei flussi di investimento verso le industrie emergenti. Dopo la frenata di questi flussi, a causa del rallentamento della Cina e della concentrazione degli investimenti tecnologici negli USA, ora è in corso un nuovo ciclo di investimenti globali, guidato da decarbonizzazione, digitalizzazione e difesa. “Non è soltanto la Cina a giocare un ruolo strategico nello sviluppo dell’IA e delle infrastrutture. La domanda globale di chip, reti elettriche e risorse critiche sta favorendo anche altri Paesi in via di sviluppo in Asia, America Latina ed Europa con i mercati emergenti che si affermano come fornitori chiave nella rivalità tra Washington e Pechino” specifica il manager.
ABERDEEN INVESTMENTS: VALUTAZIONI RELATIVAMENTE CONVENIENTI
Secondo il quale, infine, le valutazioni dei mercati emergenti restano relativamente convenienti rispetto ai mercati sviluppati con, inoltre, anche una maggiore diversificazione per settore e area geografica. “Chi investe nell’azionario statunitense è sempre più concentrato in pochi titoli tecnologici. Chi punta sui mercati emergenti può invece beneficiare in termini di maggiore diversificazione tra industria, sanità, IT e materiali. Può peraltro investire anche in giganti nazionali caratterizzati da una forte esposizione alla domanda locale e al commercio all’interno dei paesi in via di sviluppo” argomenta Kaloo.
L’APPEAL DELL’INDIA
Il quale, come esempio, indica l’India. La sua limitata esposizione all'IA e le difficoltà legate alle tariffe doganali hanno determinato una sottoperformance nel 2025 ma la sua bassa correlazione con l'IA la rende una preziosa copertura contro i mercati ‘eccessivamente’ valutati. “Inoltre, l'India si distingue come una storia di crescita di lungo termine, sostenuta da solide aziende nazionali, margini per tagli dei tassi che stimolino i consumi e un mercato dei capitali in espansione finanziato da risorse interne” conclude il Global Head of Equities di Aberdeen Investments.
