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Invesco vede uno scenario ancora favorevole agli asset rischiosi
Nell’azionario privilegiati i settori ciclici, i titoli value e small/mid-cap, con un’esposizione regionale in linea con il benchmark mentre nel reddito fisso preferiti un moderato sovrappeso sul rischio credito ed una duration neutrale
di Leo Campagna 29 Dicembre 2025 12:04
Sul finire del 2025 l’economia globale ha dimostrato una notevole resilienza durante l’anno, nonostante l’incertezza sulle politiche commerciali, i timori inflazionistici e un rallentamento marcato della crescita occupazionale. “Entrando nel 2026, l’appetito per il rischio globale è sostenuto dalla politica monetaria, da politiche fiscali espansive nei mercati sviluppati (Stati Uniti ed Europa) e dall’assenza di pressioni inflazionistiche” fa sapere Daniel Zanin, CFA - Analyst, Investment Research di Invesco.
Secondo i modelli della casa d’investimento, l’economia statunitense è stabile, ad un tasso di crescita prossimo alla tendenza di lungo periodo. Al di fuori degli USA, gli indicatori economici anticipatori continuano a migliorare, sia in Eurozona che nel Regno Unito, tornando ad essere al di sopra della loro tendenza di lungo periodo. Nei mercati emergenti, la crescita rimane stabile ma al di sotto della tendenza, con la debolezza nel commercio e nel settore delle costruzioni che compensa i miglioramenti nell’ambito dell’attività manifatturiera e nei sondaggi aziendali.
Si tratta di uno scenario che risulta favorevole agli asset rischiosi, con maggior potenziale di rialzo per le azioni rispetto al credito. “Tuttavia, alla luce delle valutazioni elevate e gli spread creditizi storicamente ristretti, i rischi rimangono asimmetrici, con una maggiore probabilità di ribasso in caso di sorprese economiche negative rispetto al potenziale di rialzo derivante da notizie favorevoli” spiega l'esperto di Invesco che conferma l’orientamento favorevole ai titoli value e small/mid-cap, con un’esposizione regionale in linea con il benchmark. Nel reddito fisso, invece, viene privilegiato un moderato sovrappeso sul rischio credito ed una duration neutrale.
“Nell’azionario manteniamo un sovrappeso nei settori ciclici, nei titoli value e nelle small/mid-cap, poiché questi segmenti del mercato azionario presentano una maggiore leva operativa e tendono a sovraperformare durante le riprese cicliche” riferisce l’Analyst, Investment Research di Invesco che privilegia i settori finanziari, industriali, materiali ed energia a scapito di sanità, beni di consumo primari, utility e tecnologia. “Manteniamo una composizione regionale in linea con il benchmark senza esprimere posizioni attive sulle esposizioni regionali. Infatti, da un lato, il momentum degli utili negli Stati Uniti continua a sovraperformare rispetto agli altri mercati. Dall’altro, le nostre aspettative di deprezzamento del dollaro, guidate dal restringimento dei differenziali di rendimento per il biglietto verde e dalle sorprese positive sulla crescita globale, favoriscono i mercati azionari internazionali” argomenta Zanin.
Nel reddito fisso, invece, il manager rivela un moderato sovrappeso sul credito ma con scelte selettive. Cerca, nello specifico, diversificazione tra high yield, leveraged loans e debito in dollari dei mercati emergenti, e mantiene un sottopeso sul credito investment grade e sul reddito fisso sovrano. “La nostra posizione ribassista sul dollaro USA favorisce inoltre il debito locale dei mercati emergenti e il reddito fisso global, rispetto al reddito fisso americano core. Siamo inoltre sovrappeso sui TIPS rispetto ai Treasury nominali, perché notiamo una transizione verso un regime di ripresa, storicamente accompagnato da un ampliamento delle aspettative di inflazione implicita” puntualizza Zanin.
In ambito valutario il manager opta per un sottopeso sul dollaro USA, guidato dal restringimento dei differenziali di rendimento rispetto al resto del mondo e dalle sorprese positive nei dati economici al di fuori degli Stati Uniti. Nei paesi sviluppati la preferenza va a euro, sterlina britannica, corona norvegese, dollaro australiano e yen giapponese rispetto a franco svizzero, dollaro canadese, corona svedese e dollaro di Singapore. “Nei mercati emergenti, privilegiamo le valute ad alto rendimento con valutazioni interessanti, come peso colombiano, real brasiliano, rupia indiana e rupia indonesiana, rispetto a valute a basso rendimento e con valutazioni meno economiche, come won coreano, peso filippino, baht thailandese e yuan cinese” conclude l’Analyst, Investment Research di Invesco.
ECONOMIA NELL’EUROZONA E NEL REGNO UNITO IN MIGLIORAMENTO
Secondo i modelli della casa d’investimento, l’economia statunitense è stabile, ad un tasso di crescita prossimo alla tendenza di lungo periodo. Al di fuori degli USA, gli indicatori economici anticipatori continuano a migliorare, sia in Eurozona che nel Regno Unito, tornando ad essere al di sopra della loro tendenza di lungo periodo. Nei mercati emergenti, la crescita rimane stabile ma al di sotto della tendenza, con la debolezza nel commercio e nel settore delle costruzioni che compensa i miglioramenti nell’ambito dell’attività manifatturiera e nei sondaggi aziendali.
UNO SCENARIO FAVOREVOLE AGLI ASSET RISCHIOSI
Si tratta di uno scenario che risulta favorevole agli asset rischiosi, con maggior potenziale di rialzo per le azioni rispetto al credito. “Tuttavia, alla luce delle valutazioni elevate e gli spread creditizi storicamente ristretti, i rischi rimangono asimmetrici, con una maggiore probabilità di ribasso in caso di sorprese economiche negative rispetto al potenziale di rialzo derivante da notizie favorevoli” spiega l'esperto di Invesco che conferma l’orientamento favorevole ai titoli value e small/mid-cap, con un’esposizione regionale in linea con il benchmark. Nel reddito fisso, invece, viene privilegiato un moderato sovrappeso sul rischio credito ed una duration neutrale.
NELL'AZIONARIO DA SEGUIRE I SETTORI CICLICI
“Nell’azionario manteniamo un sovrappeso nei settori ciclici, nei titoli value e nelle small/mid-cap, poiché questi segmenti del mercato azionario presentano una maggiore leva operativa e tendono a sovraperformare durante le riprese cicliche” riferisce l’Analyst, Investment Research di Invesco che privilegia i settori finanziari, industriali, materiali ed energia a scapito di sanità, beni di consumo primari, utility e tecnologia. “Manteniamo una composizione regionale in linea con il benchmark senza esprimere posizioni attive sulle esposizioni regionali. Infatti, da un lato, il momentum degli utili negli Stati Uniti continua a sovraperformare rispetto agli altri mercati. Dall’altro, le nostre aspettative di deprezzamento del dollaro, guidate dal restringimento dei differenziali di rendimento per il biglietto verde e dalle sorprese positive sulla crescita globale, favoriscono i mercati azionari internazionali” argomenta Zanin.
SCELTE SELETTIVE NEL REDDITO FISSO
Nel reddito fisso, invece, il manager rivela un moderato sovrappeso sul credito ma con scelte selettive. Cerca, nello specifico, diversificazione tra high yield, leveraged loans e debito in dollari dei mercati emergenti, e mantiene un sottopeso sul credito investment grade e sul reddito fisso sovrano. “La nostra posizione ribassista sul dollaro USA favorisce inoltre il debito locale dei mercati emergenti e il reddito fisso global, rispetto al reddito fisso americano core. Siamo inoltre sovrappeso sui TIPS rispetto ai Treasury nominali, perché notiamo una transizione verso un regime di ripresa, storicamente accompagnato da un ampliamento delle aspettative di inflazione implicita” puntualizza Zanin.
SOTTOPESO SUL DOLLARO
In ambito valutario il manager opta per un sottopeso sul dollaro USA, guidato dal restringimento dei differenziali di rendimento rispetto al resto del mondo e dalle sorprese positive nei dati economici al di fuori degli Stati Uniti. Nei paesi sviluppati la preferenza va a euro, sterlina britannica, corona norvegese, dollaro australiano e yen giapponese rispetto a franco svizzero, dollaro canadese, corona svedese e dollaro di Singapore. “Nei mercati emergenti, privilegiamo le valute ad alto rendimento con valutazioni interessanti, come peso colombiano, real brasiliano, rupia indiana e rupia indonesiana, rispetto a valute a basso rendimento e con valutazioni meno economiche, come won coreano, peso filippino, baht thailandese e yuan cinese” conclude l’Analyst, Investment Research di Invesco.
