L’apertura dei mercati
A Piazza Affari sale Tim, dopo rimborso canone e cda straordinario
Avvio cauto per i principali listini del Vecchio Continente, con gli investitori che aspettano nuove indicazioni sulle prossime mosse della Fed nel 2026. A Milano scatta Saipem (+3,16%), dopo contratto offshore in Qatar
di Fabrizio Arnhold 22 Dicembre 2025 09:26
Le Borse europee iniziano la settimana natalizia all’insegna della cautela, con diverse piazze europee già chiuse per le festività. A Piazza Affari il Ftse Mib segna -0,02%, il Dax di Francoforte +0,12%, il Cac 40 di Parigi -0,14%, l’Ibex 35 di Madrid -0,32% e il Ftse 100 di Londra -0,36%. La Borsa di Tokyo chiude la seduta in deciso rialzo, con l’indice Nikkei a +1,8%, spinto soprattutto dai titoli tecnologici.
Chiusa la settimana delle banche centrali in Europa, con la Bce che non ha ritoccato il costo del denaro, gli investitori guardano di nuovo alla Fed per capire quali saranno le mosse nel 2026. Fari puntati, quindi, sui dati macro di martedì, quando verranno diffusi i numeri sulla fiducia dei consumatori americani. Da capire anche se sarà confermata la nomina del successore di Jerome Powell, alla guida della Federal Reserve, con una figura più vicina al presidente Usa Donald Trump.
Passando ai singoli titoli, da seguire Tim (+1,55%), dopo che la Corte di Cassazione ha confermato la restituzione del canone concessorio preteso per il 1998, chiudendo così un contenzioso che si prolungava da oltre vent’anni. Ieri un Cda straordinario ha proposto ai soci la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie e convocato le assemblee dei soci per il 28 gennaio. In avvio scatta Saipem (+3,16%), dopo il contratto offshore in Qatar.
Le tensioni geopolitiche, dal Venezuela all’Ucraina, spingono le quotazioni dell’oro che si prepara a chiudere i migliori 12 mesi dal 1979. Il contratto spot viaggia in rialzo e guadagna l’1,68%, a 4.410,43 dollari l’oncia. In salita le quotazioni anche degli altri metalli preziosi, con in testa l’argento che segna +3%, a 69,15 dollari l’oncia. In progresso anche il palladio (+4,68%), a 1.792,10 dollari e il platino che scambia sopra i 2.000 dollari, per la prima volta dal 2008.
Non solo i metalli preziosi. Le tensioni a livello geopolitico sono un fattore di sostegno anche per il petrolio. Il Brent scambia in rialzo dell’1,12%, a 61,15 dollari al barile, mentre il Wti di poco sopra i 57 dollari (1%). Poco mosso il gas naturale che sulla piattaforma di Amsterdam è in calo del 0,55%, a 28 euro per megawattora. Sul versante valutario, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,1717. Lo spread apre in calo a 68 punti base, con il rendimento del decennale italiano invariato al 3,58%.
FOCUS SULLE BANCHE CENTRALI
Chiusa la settimana delle banche centrali in Europa, con la Bce che non ha ritoccato il costo del denaro, gli investitori guardano di nuovo alla Fed per capire quali saranno le mosse nel 2026. Fari puntati, quindi, sui dati macro di martedì, quando verranno diffusi i numeri sulla fiducia dei consumatori americani. Da capire anche se sarà confermata la nomina del successore di Jerome Powell, alla guida della Federal Reserve, con una figura più vicina al presidente Usa Donald Trump.
PIAZZA AFFARI, TIM SOTTO LA LENTE
Passando ai singoli titoli, da seguire Tim (+1,55%), dopo che la Corte di Cassazione ha confermato la restituzione del canone concessorio preteso per il 1998, chiudendo così un contenzioso che si prolungava da oltre vent’anni. Ieri un Cda straordinario ha proposto ai soci la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie e convocato le assemblee dei soci per il 28 gennaio. In avvio scatta Saipem (+3,16%), dopo il contratto offshore in Qatar.
SALE L’ORO E TOCCA NUOVI MASSIMI
Le tensioni geopolitiche, dal Venezuela all’Ucraina, spingono le quotazioni dell’oro che si prepara a chiudere i migliori 12 mesi dal 1979. Il contratto spot viaggia in rialzo e guadagna l’1,68%, a 4.410,43 dollari l’oncia. In salita le quotazioni anche degli altri metalli preziosi, con in testa l’argento che segna +3%, a 69,15 dollari l’oncia. In progresso anche il palladio (+4,68%), a 1.792,10 dollari e il platino che scambia sopra i 2.000 dollari, per la prima volta dal 2008.
PETROLIO IN RIALZO
Non solo i metalli preziosi. Le tensioni a livello geopolitico sono un fattore di sostegno anche per il petrolio. Il Brent scambia in rialzo dell’1,12%, a 61,15 dollari al barile, mentre il Wti di poco sopra i 57 dollari (1%). Poco mosso il gas naturale che sulla piattaforma di Amsterdam è in calo del 0,55%, a 28 euro per megawattora. Sul versante valutario, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,1717. Lo spread apre in calo a 68 punti base, con il rendimento del decennale italiano invariato al 3,58%.
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