Commercio e mercati

La Financière de l’Echiquier avverte: l’impatto dei dazi deve ancora manifestarsi

Le tariffe sembrano infatti destinate a pesare un po' di più sull'economia americana nei prossimi mesi, tra l'aumento del tasso effettivo una volta esaurite le scorte e la risalita dei prezzi degli esportatori

di Leo Campagna 19 Dicembre 2025 09:38

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Tra aprile e novembre di quest’anno gli introiti nelle casse del Tesoro USA derivanti dai dazi sono quadruplicati rispetto allo stesso periodo del 2024, passando da 50 a 200 miliardi di dollari. Nello stesso arco di tempo l'inflazione non è divampata, la crescita non è rallentata in modo repentino, il commercio mondiale non è crollato e i mercati finanziari sono attestati ormai su livelli record.

L’ALIQUOTA EFFETTIVA DEI DAZI È DESTINATA AD AUMENTARE


“Per prima cosa l'aliquota effettiva attuale dei dazi doganali è pari all'11,5%, ben al di sotto del 16,5% teorico calcolato in base a tutti gli annunci fatti dall'amministrazione Trump” fa sapere Enguerrand Artaz, Strategist di La Financière de l’Echiquier che poi spiega perché l'impatto massimo dell'aumento dei dazi doganali deve ancora manifstarsi. “Oltre alle proroghe e alle sospensioni temporanee di alcune tariffe specifiche, cruciale è stato lo stoccaggio in grosse quantità di molti beni minacciati da dazi elevati prima della loro introduzione. Una dinamica che ha permesso finora di ridurre il fabbisogno di importazioni e abbassata meccanicamente l'aliquota dei dazi poiché i prodotti maggiormente tassati incidono in misura minore sul totale delle importazioni. A mano a mano che verranno quindi consumate le scorte, l'aliquota effettiva continuerà probabilmente ad aumentare”.

COSA HA LIMITATO FINORA L’EFFETTO DELLE TARIFFE


A limitare l'effetto delle tariffe sull'economia statunitense hanno contribuito anche gli adeguamenti di prezzo concessi da alcuni esportatori. Per esempio, i prezzi all'importazione dei prodotti cinesi sono diminuiti del 2,5% su base annua, mentre alcuni costruttori automobilistici giapponesi hanno ridotto in misura significativa quelli destinati agli Stati Uniti. Diversi studi dimostrano anche un calo dei prezzi nel settore dell'acciaio e dell'alluminio, colpito da un forte aumento dei dazi.

TRASFERITI PARTE DEI COSTI SUI CONSUMATORI AMERICANI


Dopo questa prima reazione, tuttavia, gli esportatori stanno imprimendo un’inversione di tendenza per preservare le loro quote di mercato negli Stati Uniti. Un segnale in questa direzione sono gli indici, in aumento, dei prezzi all'importazione dei manufatti provenienti da numerosi Paesi. Stesso discorso per alcune aziende, come le case automobilistiche giapponesi Toyota e Subaru, che hanno recentemente iniziato a trasferire parte dei costi sui consumatori americani.

CALO DEI MARGINI AZIENDALI E CONTRAZIONE NELLE SPESE


A proposito di indici, quello dei prezzi dei beni, che aveva mostrato un trend leggermente deflazionistico dopo il picco raggiunto a metà 2023, negli ultimi mesi è tornato a salire a dimostrazione che una parte dei dazi sembra essere stata trasferita ai consumatori. “Il resto è stato assorbito dalle aziende americane. Come dimostra il leggero calo dei margini al di fuori del settore tecnologico e la contrazione nelle spese, in particolare quelle relative all'occupazione, con un congelamento delle assunzioni e i primi adeguamenti al ribasso dell'organico” argomenta Artaz.

LA DECISIONE DELLA CORTE SUPREMA SULLA LEGALITÀ DEI DAZI RECIPROCI


Nel complesso, i dazi statunitensi sono stati assorbiti da diversi settori dell'economia mondiale e in parte ritardati. Tuttavia sembrano comunque destinati a pesare un po' di più sull'economia americana nei prossimi mesi, tra l'aumento del tasso effettivo una volta esaurite le scorte e la risalita dei prezzi degli esportatori. Inoltre le imprese potrebbero decidere di trasferire maggiormente gli aumenti dei costi sui consumatori. Il tutto senza trascurare una possibile sorpresa nel pronunciamento, contro ogni aspettativa, della Corte Suprema a favore della Casa Bianca sulla questione della legalità dei dazi reciproci.

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