L'outlook

Schroders: nel 2026 la gestione attiva resta fondamentale

I cicli desincronizzati aprono opportunità interessanti per le obbligazioni globali mentre il debito dei mercati emergenti è pronto a un nuovo ciclo di riallocazione

di Silvia Longo 17 Dicembre 2025 15:21

financialounge -  mercati mercati emergenti obbligazioni Schroders
Il 2025 è stato un anno di disallineamenti nei mercati obbligazionari e con forti divergenze nei rendimenti. Nel 2026 tutto questo continuerà. A dirlo è Schroders nell'outlook fixed income 2026. Questo scenario offre grandi opportunità, ma solo per chi gestisce attivamente l’allocazione ed è in grado di sfruttare condizioni economiche globali in rapido mutamento e tra loro divergenti.

CICLI DESINCRONIZZATI E BANCHE CENTRALI IN DIVERSE FASI


Secondo l'analisi di Julien Houdain, PhD, Head of Global Unconstrained Fixed Income di Schroders le prospettive di crescita, il mercato del lavoro e l'inflazione sono desincronizzate tra i Paesi e le banche centrali si trovano in fasi diverse del ciclo di politica monetaria. In particolare la Fed e la Bank of England restano nella fase di allentamento, la Bce sembra mantenere lo status quo mentre la Bank of Japan non ha ancora terminato il ciclo di rialzo dei tassi.

PROSPETTIVE PER L'ECONOMIA STATUNITENSE


Schroders è ottimista sulle prospettive per l'economia statunitense nel 2026 sia per il sostegno fiscale che per l'allentamento monetario. Il timore è, però, che i policymaker possano eccedere con lo stimolo. "Restiamo vigili per individuare segnali di una politica eccessivamente espansiva, come nuove tensioni nel mercato del lavoro o un aumento dell’inflazione core e dei salari" fa sapere Houdain. Dopo un periodo di sovraperformance dei titoli di Stato statunitensi Schroders inizia a vedere opportunità più interessanti. Inoltre ritiene prudente disporre di protezione dall'inflazione a costi contenuti, date le solide prospettive di crescita, l’orientamento accomodante delle politiche economiche e il rischio di una minore credibilità della Fed con la fine del mandato di Jerome Powell a maggio 2026.

L'ANDAMENTO DELL'ECONOMIA EUROPEA


L'economia europea ha mostrato un lento miglioramento nel corso del 2025 che dovrebbe proseguire anche nel 2026. Lo stimolo fiscale tedesco sarà un fattore positivo ma non tale da modificare radicalmente il ritmo di crescita complessivo dell'area euro. Nel Regno Unito, invece, un mercato del lavoro in fase di allentamento e una legge di bilancio che irrigidirà la politica fiscale, manterrà la crescita britannica al di sotto del trend a inizio anno. Questo dovrebbe continuare a generare opportunità sui Gilt cioè i titoli di Stato del Regno Unito.

LE OPPORTUNITÀ PER LE OBBLIGAZIONI GLOBALI


Le obbligazioni societarie hanno registrato un altro anno di performance positive, ma Schroders ritiene che il punto di partenza delle valutazioni sia il fattore chiave per i rendimenti futuri. "Lo spread guadagnato per l'assunzione di un rischio di credito aggiuntivo rispetto ai titoli di Stato è ora a livelli storicamente bassi, quindi avere un'esposizione significativa in questo settore sembra poco saggio oggi. Nel 2026 ci saranno opportunità per aumentare il rischio del credito. L'approccio più sensato è, quindi, quello di mantenere una significativa capacità di impiegare il capitale quando si presenteranno opportunità migliori. Nel frattempo, è importante utilizzare una rigorosa ricerca basata sui fondamentali, guardare dove gli altri investitori non guardano e continuare a innovare per generare alfa tra i bond societari" sottolinea Houdain. In Europa, invece, Schroders individua buone opportunità tra gli emittenti quasi-sovrani e tra le obbligazioni garantite.

MERCATI EMERGENTI: VERSO UN NUOVO CICLO DI RIALLOCAZIONE


Il debito dei mercati emergenti è destinato a registrare un terzo anno consecutivo di forti rendimenti. Secondo l'analisi di di Abdallah Guezour, Head of Emerging Market Debt and Commodities di Schroders i mercati continuano a premiare gli aggiustamenti macroeconomici attuati dai principali Paesi emergenti post-Covid. Questi aggiustamenti spiegano la resilienza dei mercati emergenti di fronte alle turbolenze del commercio globale e alle tensioni geopolitiche. "Man mano che gli investitori globali riconoscono questi risultati, vediamo un recupero dei flussi verso i mercati obbligazionari emergenti. Questo ciclo di riallocazione del capitale è ancora nelle fasi iniziali e ha ampio margine di sviluppo" spiega Guezour.

MAGGIORI MARGINI PER L'ALLENTAMENTO MONETARIO


Il recupero dei flussi sarà sostenuto dalla crescita economica dei mercati emergenti, che si dovrebbe rafforzare nel 2026 grazie al miglioramento delle condizioni di liquidità interna, dopo che le banche centrali emergenti recupereranno spazio per allentare la politica monetaria. Questo in un contesto di bilanci del settore privato già solidi, che dovrebbero amplificare la trasmissione degli stimoli politici all’attività economica reale. Inoltre, le esportazioni dei mercati emergenti sono rimaste resilienti nonostante le difficoltà legate ai dazi statunitensi. Secondo l'analisi di Guezour, infine, la traiettoria di crescita della Cina potrebbe rimanere contenuta a causa della debolezza nel settore immobiliare e per il rischio di tensioni rinnovate con gli Stati Uniti. Comunque, un sostegno politico calibrato e continuo in Cina, unitamente a una posizione esterna ancora solida, dovrebbe continuare a fornire un margine significativo contro i rischi al ribasso.

PROSPETTIVE INFLAZIONISTICHE FAVOREVOLI


La tendenza globale alla disinflazione degli ultimi due anni rimane intatta, analizza Schroders. Gli Stati Uniti, però, possano rappresentare un'eccezione e minare la credibilità dell'attuale ciclo di allentamento della Fed. Questo potrebbe essere un rischio per gli asset dei mercati emergenti nonostante qui l'inflazione rimane più contenuta. La disinflazione proveniente dalla Cina è vantaggiosa soprattutto per le economie emergenti, con barriere commerciali più basse e minima sovrapposizione delle esportazioni con la Cina, in particolare per i Paesi esportatori di materie prime in America Latina, Europa orientale, Medio Oriente e Africa. "I tassi reali nei mercati emergenti restano elevati e i rendimenti dei titoli di Stato locali a 10 anni sono ancora interessanti. Questo appeal è rafforzato da dinamiche del debito pubblico più favorevoli negli emergenti, soprattutto se confrontate con i mercati sviluppati" spiega Guezour.

IL CICLO VALUTARIO POTREBBE FAVORIRE GLI ASSET NON STATUNITENSI


Queste prospettive secondo Schroders potrebbero rafforzarsi se il dollaro USA continuerà il ciclo discendente iniziato nel 2025. Pur prevedendo rimbalzi intermittenti del dollaro, che richiederanno una gestione attiva del rischio valutario, diversi fattori continueranno a esercitare pressioni sul biglietto verde. Il dollaro, infatti, resta caro sulla base del tasso di cambio effettivo reale. Il ciclo valutario, infine, sembra volgere a favore  della sovraperformance degli asset non statunitensi. "Questo contesto, combinato con l’abbondante liquidità finanziaria globale, rafforza l’attrattiva relativa del debito dei mercati emergenti, in particolare in valuta locale. Continuiamo a privilegiare mercati come Brasile, Messico, Sudafrica, India e alcune aree dell’Europa centrale, dove le valutazioni restano interessanti e la flessibilità di politica economica è elevata" conclude Abdallah Guezour, Head of Emerging Market Debt and Commodities di Schroders.

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