Il report

La nautica di lusso traina l’economia italiana

L’Assemblea dei soci di Confindustria Nautica conferma il buon vento che soffia sulla Blue Economy. E il Global Order Book 2026 ci vede in crescita a fronte di ordini mondiali in riduzione

di Paola Jadeluca 17 Dicembre 2025 12:29

financialounge -  blue economy Confindustria Nautica nautica superyacht
"Nel 2024 è avvenuto un fatto: l’export dell’industria nautica da diporto - per la prima volta - ha superato quello della cantieristica mercantile, oltre a raggiungere record storici di fatturato e addetti”. Pietro Formenti, da maggio scorso presidente di Confindustria Nautica, nel corso dell’Assemblea annuale dei soci che si è tenuta a Montecitorio la settimana scorsa, ha sottolineato con enfasi l’importanza dell’industria nautica per l’economia del nostro Paese: “Tutta la blue economy genera un milione di posti di lavoro, e oltre 220mila afferiscono alla filiera della nautica da diporto”, ha commentato.

SUL PODIO DEL RANKING INTERNAZIONALE


La nautica di lusso è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy, e ogni anno regala numeri record. Anche in questa fase di forte incertezza geopolitica internazionale, tiene dritto il timone verso la crescita. Secondo le anticipazioni fornite dal Global Order Book 2026, il ranking internazionale curato da Boat International - che dal 1992 fotografa l’intera produzione mondiale di Megayacht attraverso i dati di 190 cantieri attivi al mondo - risulta infatti che a, a fronte di una riduzione degli ordini mondiali da 1138 a 978, la quota italiana è in crescita di quasi 3 punti percentuali.Il dato si riferisce ai superyacht, il segmento sopra i 24 metri di lunghezza, nel quale l’Italia è leader. Imbarcazioni grandi e di lusso dotati di vasche idromassaggio, sky lounge, sale da pranzo, bar, sale yoga e quanto altro si può immaginare, insomma dei resort galleggianti. Il numero crescente di individui con un patrimonio netto elevato (HNWI) sta contribuendo alla crescita del mercato europeo degli yacht di lusso e il risultato è che il 53% dei superyacht attualmente in costruzione nel mondo è dell’industria italiana, una leadership sia per qualità che per volumi, un andamento congiunto difficile da registrare nella fascia alta del mercato, dove spesso la qualità supera di gran lunga i volumi.

I TOP FIVE DELLA NAUTICA


La performance del nostro Paese spicca a confronto con i 5 big del settore, i produttori di Olanda, Turchia, Germania e Norvegia che a quanto pare hanno sofferto di più l’impatto delle tensioni politiche nonché dell’aumento dell’energia e dell’inflazione. Lo studio presentato da Confindustria Nautica conferma per i superyacht Made in Italy il potere di traino dell’industria italiana: il portafoglio ordini corrente vede confermata la normalizzazione dei tassi di crescita, con la metà dei cantieri che mantengono il proprio order book sugli stessi livelli di 12 mesi fa e un quarto di essi addirittura con dati in crescita.

IMBARCAZIONI MINORI


Diversa e più articolata la situazione per le imbarcazioni minori, fino ai 24 metri, ovvero natanti e imbarcazioni a motore, unità a vela e unità pneumatiche. Le stime di chiusura per l’anno 2025 di Confindustria Nautica vedono infatti una contrazione del fatturato per il 54% del campione, conprevisioni di riduzione che spaziano da -5% fino addirittura a oltre il -30%; ma il il 23% degli operatori è in crescita, ricalcando la situazione già riscontrata nel 2024.



NAUTICA, L'OUTLOOK 2026


Ma l’outlook per il 2026 promette un miglioramento: le nubi sembrano diradarsi e fopo un 2025 che ha visto una contrazione del fatturato per oltre la metà del campione analizzato, le previsioni per l’anno nautico 2025/2026 segnano il ritorno dell’ottimismo. Le aspettative degli imprenditori sono migliorate, con il 46% delle aziende che prevede una nuova crescita e un 31% che scommette sulla stabilità. Questo rinnovato sentiment contagia anche le reti di vendita, dove la quota di operatori pessimisti si è quasi dimezzata rispetto all’anno precedente, lasciando spazio a prospettive di consolidamento e ripresa.

TUTTA LA FILIERA


Il clima di fiducia pervade tutta la filiera, un cambio di rotta rispetto alle incertezze del passato. Nel comparto dei motori marini, ad esempio, per l’anno nautico in corso ben l’87% delle aziende prevede una tenuta o una crescita del volume d’affari. Dinamiche simili si riscontrano tra i produttori di accessori ed equipaggiamenti che, pur venendo da un anno dai risultati eterogenei, guardano al 2026 con aspettative in netto rialzo, portando quasi al 40% la quota di chi prevede un segno più nel fatturato.

LOCAZIONE E NOLEGGIO


Buone performance arrivano infine dal settore locazione e noleggio, che si conferma il comparto più dinamico subito dopo quello dei superyacht. Il charter archivia un 2025 già in crescita per la maggioranza delle aziende e si prevede un 2026 da record: quasi due operatori su tre attendono un ulteriore aumento del giro d’affari. L’analisi presentata all’Assemblea, conclude la nota di Confindustria Nautica, conferma i segnali anticipati durante l’ultimo Salone Nautico di Genova. La capacità dei cantieri italiani di innovare e interpretare le nuove esigenze degli armatori ha rimesso in moto l’intero sistema, ponendo le basi per una ripresa strutturale attesa nel biennio 2026/2027. Nonostante le incognite dello scenario internazionale, la situazione appare incoraggiante.

IL NUMERO UNO


Per il 26° anno, il Gruppo Azimut|Benetti, guidato da Giovanna Vitelli, si conferma al vertice del Global Order Book,  Il Gruppo mantiene infatti la leadership in tutte le categorie analizzate con 163 yacht in costruzione, pari a 5.924 metri e al 23% del mercato globale considerato dal Report. Le performance riflettono i risultati positivi dell’esercizio chiuso al 31 agosto 2025 con 1.5 miliardi di euro di ricavi e un portafoglio ordini che si estende fino al 2029. Indicatori che confermano la solidità di un modello industriale resiliente, sostenuto dalla continuità familiare e dalla capacità di anticipare le traiettorie emergenti.

IL GRUPPO


Il gruppo ha base ad Avigliana, ma una rete di Cantieri in Italia e all’estero. E ha tenuto a battesimo Azimut|Benetti Group Service Division, affidata a Massimiliano Casoni. Una realtà costruita sull’eredità visionaria del fondatore, Paolo Vitelli, venuto a mancare all’improvviso nel dicembre dello scorso anno: già negli anni Duemila aveva identificato nei servizi la futura frontiera strategica dello yachting. Ne sono testimonianza l’acquisizione del cantiere di refit Lusben (2000), la fondazione della styling & art advisory lounge Yachtique (2008) e lo sviluppo delle Marine come destinazioni d’eccellenza per il turismo nautico.

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