Economia italiana

Italia, l'inflazione rallenta a novembre e batte le stime

Il dato sull’inflazione di novembre migliora sia rispetto a ottobre sia rispetto alla stima preliminare mentre su base annua resta un aumento moderato

di Giulia Brambilla 16 Dicembre 2025 11:26

financialounge -  carrello della spesa inflazione istat italia prezzi
L’inflazione di novembre rallenta più delle attese. I dati definitivi diffusi dall’Istat mostrano un risultato migliore sia rispetto al mese precedente sia rispetto al dato preliminare. L’indice nazionale dei prezzi al consumo registra infatti una diminuzione dello 0,2% su base mensile e una crescita dell’1,1% su base annua, in calo rispetto all’1,2% di ottobre. Il dato conferma una fase di raffreddamento graduale delle tensioni sui prezzi. La discesa, seppur modesta, è la terza consecutiva dopo otto mesi di rialzi o, nei casi migliori, di stabilizzazione, segnalando un’inversione di tendenza rispetto alle forti accelerazioni registrate negli anni scorsi.

INFLAZIONE: COSA SCENDE E COSA RESTA PIÙ CARO


A contribuire al calo mensile sono soprattutto la flessione degli energetici regolamentati, il rallentamento dei servizi di trasporto e una crescita più contenuta dei prezzi degli alimentari, sia lavorati sia non lavorati. In diminuzione anche i servizi di comunicazione. Continuano invece a crescere i servizi ricreativi e quelli legati alla cura della persona, seppur a un ritmo più moderato. La riduzione mensile segnala dunque un alleggerimento delle pressioni più recenti, legato anche a fattori stagionali e tariffari, ma non ancora una vera inversione del livello dei prezzi.

CONFRONTO ANNUO E SIGNIFICATO ECONOMICO DEL DATO


Oggi i rincari sono più lenti, ma il livello dei prezzi resta elevato. Senza una fase di vera deflazione, gli aumenti del passato restano tutti incorporati nel costo della vita. Anche con un’inflazione oggi contenuta, stiamo ancora scontando i forti rialzi a doppia cifra degli anni scorsi, che non sono stati riassorbiti. Il rallentamento dell’inflazione indica solo che i rincari sono più lenti, non che i prezzi stiano tornando indietro. A confermare questa dinamica è anche l’inflazione di fondo, scesa all’1,7%. Questo indicatore esclude le voci più instabili, come energia e alimentari freschi, e mostra se le tensioni sui prezzi sono diffuse e persistenti. Il suo rallentamento indica che la pressione inflazionistica sta diminuendo in modo più stabile, ma non che i prezzi stiano tornando ai livelli pre-crisi. Sul piano macroeconomico, il dato di novembre rafforza lo scenario di un rientro graduale dell’inflazione, senza segnali di un reale arretramento dei prezzi.

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