Mercati Globali
iRobot perde il controllo dell’azienda e passa sotto la guida cinese
Dal sogno tecnologico americano alla pressione della concorrenza cinese: come iRobot ha cambiato padrone
di Giulia Brambilla 15 Dicembre 2025 13:43
Per molti anni Roomba non è stato soltanto un elettrodomestico, ma il simbolo di una tecnologia che entrava nella vita quotidiana. Dietro quel piccolo disco che si muoveva sotto i divani c’era iRobot, un’azienda nata nei laboratori del MIT e diventata un emblema della tecnologia americana applicata alla vita di tutti i giorni. Oggi, a trentacinque anni dalla fondazione, quella storia cambia direzione. iRobot ha fatto ricorso al Chapter 11, la procedura del diritto fallimentare statunitense che consente alle imprese in difficoltà di ristrutturare il debito continuando a operare sotto la supervisione di un tribunale. Il piano presentato prevede il passaggio del controllo al suo principale fornitore cinese, già coinvolto nella produzione dei robot, mentre per gli azionisti attuali il valore delle azioni viene azzerato.
iRobot ha costruito il mercato dei robot aspirapolvere quando il settore non esisteva. Per anni il marchio Roomba ha beneficiato di un vantaggio tecnologico e di una forte riconoscibilità. Ma con la maturazione del mercato, la competizione si è spostata su fattori diversi. Prezzo, capacità produttiva e velocità di innovazione sono diventati centrali. In questo scenario, i produttori cinesi hanno accelerato. Aziende come Roborock, Dreame ed Ecovacs hanno sviluppato modelli sempre più avanzati, integrando funzioni di aspirazione e lavaggio, mappature evolute e sistemi automatici di gestione. Grazie a una struttura industriale integrata e a volumi elevati, hanno offerto prodotti tecnologicamente competitivi a prezzi inferiori. Il risultato è stato un progressivo spostamento della domanda, con una compressione dei margini per iRobot e una perdita di quote nei mercati chiave.
Le difficoltà finanziarie si sono accentuate dopo la pandemia, tra costi in crescita e una domanda più selettiva. Il tentativo di rilancio attraverso l’ingresso di Amazon nel capitale non si è concretizzato, lasciando iRobot senza un partner industriale in grado di sostenerne la trasformazione. Il passaggio del controllo a un gruppo cinese rappresenta quindi una soluzione di continuità operativa, ma anche la rinuncia all’autonomia strategica. La vicenda di iRobot va oltre il destino di un singolo marchio. Racconta come, nei mercati dell’hardware di consumo, l’innovazione iniziale non sia sufficiente senza una struttura industriale capace di sostenere la competizione globale. In questo settore, la Cina non si è limitata a produrre: ha imparato a progettare, migliorare e distribuire su scala mondiale, ridefinendo gli equilibri di un mercato che un tempo parlava prevalentemente americano.
DAL VANTAGGIO DI MERCATO ALLA COMPETIZIONE GLOBALE
iRobot ha costruito il mercato dei robot aspirapolvere quando il settore non esisteva. Per anni il marchio Roomba ha beneficiato di un vantaggio tecnologico e di una forte riconoscibilità. Ma con la maturazione del mercato, la competizione si è spostata su fattori diversi. Prezzo, capacità produttiva e velocità di innovazione sono diventati centrali. In questo scenario, i produttori cinesi hanno accelerato. Aziende come Roborock, Dreame ed Ecovacs hanno sviluppato modelli sempre più avanzati, integrando funzioni di aspirazione e lavaggio, mappature evolute e sistemi automatici di gestione. Grazie a una struttura industriale integrata e a volumi elevati, hanno offerto prodotti tecnologicamente competitivi a prezzi inferiori. Il risultato è stato un progressivo spostamento della domanda, con una compressione dei margini per iRobot e una perdita di quote nei mercati chiave.
IL PASSAGGIO DI CONTROLLO E IL SIGNIFICATO INDUSTRIALE
Le difficoltà finanziarie si sono accentuate dopo la pandemia, tra costi in crescita e una domanda più selettiva. Il tentativo di rilancio attraverso l’ingresso di Amazon nel capitale non si è concretizzato, lasciando iRobot senza un partner industriale in grado di sostenerne la trasformazione. Il passaggio del controllo a un gruppo cinese rappresenta quindi una soluzione di continuità operativa, ma anche la rinuncia all’autonomia strategica. La vicenda di iRobot va oltre il destino di un singolo marchio. Racconta come, nei mercati dell’hardware di consumo, l’innovazione iniziale non sia sufficiente senza una struttura industriale capace di sostenere la competizione globale. In questo settore, la Cina non si è limitata a produrre: ha imparato a progettare, migliorare e distribuire su scala mondiale, ridefinendo gli equilibri di un mercato che un tempo parlava prevalentemente americano.
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