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Capital Group illustra le opportunità 2026 per gli investitori obbligazionari

Per ottenere rendimenti a lungo termine non bisogna cercare di anticipare il mercato quanto piuttosto mantenere una esposizione diversificata per segmento e per area geografica e valutaria

di Leo Campagna 14 Dicembre 2025 16:00

financialounge -  Capital Group Flavio Carpenzano mercati emergenti obbligazionario
L’impatto stagflazionistico dei dazi sugli USA dovrebbe proseguire a mano a mano che le aziende si adattano al contesto commerciale più restrittivo. In quest’ottica, Flavio Carpenzano, Asset Class Lead Fixed Income, Europe e Asia di Capital Group, prevede conseguenze sull’attività di consumatori e investitori, portando a un rallentamento della crescita economica statunitense senza, tuttavia, una vera e propria recessione. Lo stimolo fiscale e la politica della Federal Reserve dovrebbero essere pronti a compensare le problematiche di natura commerciale.

RAFFORZAMENTO DELLA CRESCITA ECONOMICA EUROPEA


Carpenzano si aspetta invece un rafforzamento della crescita economica europea nel 2026, sulla scia degli effetti dell'espansione fiscale tedesca mentre dovrebbe proseguire in Giappone il processo di reflazione, con la crescita economica positiva e l’inflazione al di sopra del target. “Il motore della crescita mondiale beneficia di un ulteriore potenziale dai mercati emergenti i cui fondamentali sono solidi. Continuano a godere di una robusta crescita economica in un contesto di livelli di indebitamento gestibili e inflazione limitata” riferisce il manager di Capital Group.

CRUCIALE DIVERSIFICARE TRA I SETTORI E ORIENTARSI SULLA QUALITÀ


Un contesto di crescita positiva ma più lenta, con rendimenti ancora elevati e interessanti, dovrebbe permettere di mantenere un carry (flusso cedolare) positivo. Tuttavia, sottolinea Carpenzano, è cruciale diversificare tra i settori e orientarsi alla qualità. Inoltre, la contrazione degli spread creditizi riduce le opportunità ricavabili con il beta di mercato a vantaggio di quelle specifiche per settore e singolo emittente.

COSA RIVELANO I RENDIMENTI INIZIALI


Nel credito, gli spread degli high yield e dei bond investment grade sono a livelli storicamente bassi, riflettendo i solidi fondamentali del settore. I fondamentali del settore bancario europeo, in particolare, sono tra i più solidi di sempre. Resta il fatto che, storicamente, risulta estremamente elevata la correlazione tra il rendimento iniziale delle obbligazioni corporate IG e i rendimenti complessivi nei successivi cinque anni.

DOLLARO USA ANCORA SOPRAVVALUTATO


“Per quanto riguarda invece il dollaro USA, lo riteniamo sopravvalutato rispetto alla maggior parte delle valute dei mercati emergenti, con il carry in termini di tasso reale ancora interessante, in particolare per il real brasiliano, il peso colombiano e il rand sudafricano” spiega il manager di Capital Group Il quale, vede le migliori opportunità nei Paesi in via di sviluppo nel mercato valutario e nelle esposizioni più orientate alla duration in valuta locale.

FOCUS SULLE OBBLIGAZIONI DEI MERCATI EMERGENTI IN VALUTA LOCALE


I rendimenti reali elevati, l’inflazione contenuta e le curve dei rendimenti ripide rendono infatti le obbligazioni in valuta locale la porzione più interessante dell’universo di investimento dei mercati emergenti. In particolare in America Latina, e, più nello specifico, in Brasile, Colombia e Messico, e nei mercati asiatici, tra cui India, Malaysia e Filippine. “Le valute dei mercati emergenti dovrebbero continuare ad essere sostenute dai vantaggi relativi in termini di crescita e inflazione. Un’analisi approfondita fa tuttavia emergere una significativa dispersione, con molte delle migliori opportunità concentrate in Asia e in alcuni Paesi dell’America Latina, tra cui il Brasile” precisa il manager di Capital Group.

VALUTAZIONI ELEVATE PER I TITOLI DI STATO EMERGENTI IN VALUTA FORTE


Al contrario, Carpenzano reputa le valutazioni dei titoli di Stato emergenti in valuta forte, sia investmente grade che high yield, elevate e meno interessanti rispetto ad altre parti del mercato. “Si tratta di un segmento particolarmente vulnerabile ai rischi globali, come l’incertezza sulla politica statunitense o i timori di rallentamento della crescita, che potrebbero esercitare pressioni sugli spread, in particolare su quelli degli emittenti high yield” argomenta l’Asset Class Lead Fixed Income, Europe e Asia di Capital Group che conclude la sua analisi sul credito corporate emerging markets: “Le valutazioni sono elevate e incorporano i fondamentali stabili di molti settori, fatta eccezione per alcuni casi specifici di singole aziende”.

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