Intelligenza Artificiale
Oracle affonda, trascina i titoli dell’intelligenza artificiale e riapre l'allarme bolla
Oracle presenta una trimestrale debole, spese in aumento e timori sul debito. Il tonfo riaccende il dibattito sulla sostenibilità degli investimenti nell’AI e trascina al ribasso Nvidia, AMD e l’intero comparto tecnologico
di Giulia Brambilla 11 Dicembre 2025 16:33
L’apertura di Wall Street porta con sé un brusco risveglio per il settore tecnologico. Oracle crolla in avvio di seduta, mettendo a segno una delle peggiori performance degli ultimi anni e riportando bruscamente gli investitori alla realtà di un mercato che da mesi corre sull’entusiasmo per l’intelligenza artificiale. L’onda d’urto si abbatte immediatamente sui titoli più esposti alla crescita dell’AI, compresi i giganti dei semiconduttori come Nvidia e AMD, mentre gli indici americani si muovono in ordine sparso nonostante il recente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Il dato che più pesa è la nuova evidenza che l’AI, pur rappresentando il motore di crescita del tech globale, richiede investimenti colossali e tempi di ritorno non sempre compatibili con le attese dei mercati.
Il titolo Oracle apre perdendo oltre il 14%, una flessione che riflette la delusione per i risultati trimestrali appena pubblicati. I ricavi, pur in crescita, non raggiungono le attese del mercato, soprattutto nella parte più osservata dagli investitori: il cloud e i servizi infrastrutturali destinati ai carichi di lavoro AI. Il gruppo ha annunciato anche un aumento significativo dei costi necessari per sostenere l’espansione dei data center. Inoltre la domanda di potenza di calcolo aumenta così velocemente che i costi per sostenerla crescono più dei ricavi, riducendo la redditività. A questo si aggiunge un indebitamento in crescita, che accentua i timori sulla sostenibilità della strategia industriale del colosso.
Il crollo di Oracle ha generato un immediato effetto contagio. Nvidia e AMD hanno aperto la seduta in calo rispettivamente del 2,4% e del 2,6%, segno che il mercato interpreta la debolezza di Oracle come un campanello d’allarme più generale. Non è solo l’incertezza sui conti a pesare: la trimestrale evidenzia una dinamica che riguarda tutto l’ecosistema AI, ovvero la crescente distanza tra l’entità degli investimenti richiesti e la monetizzazione effettiva.
Questa giornata riporta al centro della scena la possibile formazione di una bolla legata all’intelligenza artificiale. Dopo un anno di euforia, le prime incrinature sono arrivate proprio dai bilanci, che mostrano come la corsa all’AI comporti una crescita dei costi molto più rapida della crescita dei margini. I colossi tech hanno accumulato portafogli ordini miliardari e annunciato investimenti record in infrastrutture, ma i ritorni economici non stanno ancora marciando con lo stesso ritmo. Il crollo di Oracle, in questo senso, segna un punto di svolta: l’AI resta la grande scommessa del decennio, ma il mercato sembra pronto a selezionare con maggiore severità chi saprà trasformarla in valore e chi rischia invece di restarne schiacciato sotto il peso degli investimenti.
ORACLE DELUDE E AFFONDA: RICAVI SOTTO LE ATTESE E COSTI IN IMPENNATA
Il titolo Oracle apre perdendo oltre il 14%, una flessione che riflette la delusione per i risultati trimestrali appena pubblicati. I ricavi, pur in crescita, non raggiungono le attese del mercato, soprattutto nella parte più osservata dagli investitori: il cloud e i servizi infrastrutturali destinati ai carichi di lavoro AI. Il gruppo ha annunciato anche un aumento significativo dei costi necessari per sostenere l’espansione dei data center. Inoltre la domanda di potenza di calcolo aumenta così velocemente che i costi per sostenerla crescono più dei ricavi, riducendo la redditività. A questo si aggiunge un indebitamento in crescita, che accentua i timori sulla sostenibilità della strategia industriale del colosso.
EFFETTO DOMINO: NVIDIA E AMD SCIVOLANO, IL SETTORE AI PERDE SLANCIO
Il crollo di Oracle ha generato un immediato effetto contagio. Nvidia e AMD hanno aperto la seduta in calo rispettivamente del 2,4% e del 2,6%, segno che il mercato interpreta la debolezza di Oracle come un campanello d’allarme più generale. Non è solo l’incertezza sui conti a pesare: la trimestrale evidenzia una dinamica che riguarda tutto l’ecosistema AI, ovvero la crescente distanza tra l’entità degli investimenti richiesti e la monetizzazione effettiva.
LA BOLLA AI SOTTO OSSERVAZIONE: ENTUSIASMO CONTRO CONTI REALI
Questa giornata riporta al centro della scena la possibile formazione di una bolla legata all’intelligenza artificiale. Dopo un anno di euforia, le prime incrinature sono arrivate proprio dai bilanci, che mostrano come la corsa all’AI comporti una crescita dei costi molto più rapida della crescita dei margini. I colossi tech hanno accumulato portafogli ordini miliardari e annunciato investimenti record in infrastrutture, ma i ritorni economici non stanno ancora marciando con lo stesso ritmo. Il crollo di Oracle, in questo senso, segna un punto di svolta: l’AI resta la grande scommessa del decennio, ma il mercato sembra pronto a selezionare con maggiore severità chi saprà trasformarla in valore e chi rischia invece di restarne schiacciato sotto il peso degli investimenti.
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