Politica monetaria

L’indipendenza della Fed cruciale nel 2026, rischi per dollaro e Treasury

Candriam, in un commento di Florence Pisani e Philippe Dehoux, avverte sull’impatto di pressioni di Trump per mettere sotto controllo la curva dei rendimenti, dollaro vulnerabile

di Stefano Caratelli 10 Dicembre 2025 12:16

financialounge -  Candriam economia Federal Reserve Treasury Bond
L’esito del meeting Fed di oggi è già ampiamente prezzato dai mercati, ma il tema dell’indipendenza della banca centrale USA resta centrale anche per il 2026. La pressione della Casa Bianca è destinata ad aumentare in vista delle elezioni di metà mandato, mentre un altro motivo, più strutturale, probabilmente rafforzerà la determinazione dell'amministrazione Trump a vedere la banca centrale "cooperare" con il Tesoro per tenere sotto controllo la curva dei rendimenti dei Treasury.

POLITICHE DESTINATE AD AUMENTARE IL DEBITO/PIL


In un’analisi sulla Fed, Florence Pisani, Chief Economist e Philippe Dehoux, Head of Global Bonds di Candriam, spiegano che contrariamente alle previsioni dei consulenti di Trump le politiche del presidente sono destinate ad aumentare significativamente il rapporto tra debito e PIL nei prossimi anni. Il Tesoro potrebbe ridurre le emissioni a lungo termine e promuovere stable coin, già investiti in titoli di Stato, mentre l’allentamento dei vincoli di capitale faciliterebbe l’assorbimento dei Treasury da parte delle banche.

CONTROLLO DELLA CURVA COME NEGLI ANNI ’40


Ma, proseguono gli esperti di Candriam, Trump potrebbe essere tentato di spingersi oltre, introducendo il controllo della curva dei rendimenti come negli anni '40. Ma il contesto non è lo stesso, perché alla fine della seconda guerra mondiale, il debito USA era quasi interamente in mano di investitori nazionali, mentre oggi quasi il 30% dei titoli è detenuto da investitori esteri, e un regime di "repressione finanziaria" potrebbe minare seriamente la loro fiducia.

PREMIO PIU’ ALTO E RISCHIO INFLAZIONE


Per i mercati globali, inoltre, un’erosione della credibilità della Fed porterebbe probabilmente a una curva più ripida dei rendimenti USA di 50-100 punti base: i rendimenti a breve calerebbero, riflettendo aspettative di taglio dei tassi, mentre quelli a lungo aumenterebbero per un premio di termine più elevato, riflettendo i crescenti dubbi sulla coerenza della politica monetaria e sulla capacità della stessa Fed di tenere sotto controllo l'inflazione.

I RISCHI DI UN ALLENTAMENTO ECCESSIVO


Ma se l’estremità a lungo della curva dovesse scivolare, il Tesoro potrebbe ridurre la percentuale di emissioni e l’amministrazione Trump potrebbe esercitare pressioni sulla Fed perché concentri gli acquisti su questa parte. Un allentamento "eccessivo" delle condizioni finanziarie potrebbe essere accompagnato, se non da un immediato aumento dell’inflazione, almeno da un aumento delle aspettative, creando un contesto favorevole per le obbligazioni indicizzate.

DOLLARO ASSET PIU’ VULNERABILE


Se l'indipendenza della Fed venisse messa in discussione, Candriam prevede che il dollaro risulterebbe l'asset più vulnerabile, anche per la ricerca di copertura valutaria da parte degli investitori internazionali. Questo meccanismo potrebbe invece essere particolarmente efficace in Europa, dove l’esposizione in dollari di alcuni importanti fondi pensione rimane vicina ai massimi dell’ultimo decennio.  Gli esperti di Candriam notano anche in conclusione che un dollaro più debole sarebbe in linea con i desideri di Trump e di Stephen Miran, suo emissario e ora tra i governatori della Fed, ma un calo improvviso e brusco del biglietto verde sarebbe meno apprezzato.

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