L'outlook

La strategia di Invesco per il 2026: titoli a bassa volatilità per bilanciare gli asset di rischio

Nel frattempo vanno tenuti sotto osservazione la crescita globale, l'inflazione, le banche centrali (in particolare la Fed), le elezioni di medio termine negli Stati Uniti, le relazioni tra Usa e Cina e la guerra in Ucraina

di Leo Campagna 4 Dicembre 2025 11:27

financialounge -  Invesco mercati outlook
Un'accelerazione dell'economia globale nel corso del 2026 che, insieme all'allentamento monetario della Fed e all'indebolimento del dollaro, dovrebbe favorire gli asset ciclici. E’ la previsione formulata da Paul Jackson, Global Market Strategist, EMEA di Invesco, nella presentazione alla stampa specializzata dell’Outlook 2026 in cui sono state delineate le prospettive per l'asset allocation globale per il prossimo anno.

MOMENTUM ECONOMICO IN MIGLIORAMENTO


“Nonostante le preoccupazioni relative agli Stati Uniti, il momentum economico, in base agli indici PMI, è in netto miglioramento.  Inoltre, alcuni sono al di sopra del trend (50), il che suggerisce che i settori manifatturieri sono in espansione e questo costituisce una buona notizia per il ciclo economico nel suo complesso” ha fatto sapere Jackson. A chi gli ha fatto notare che si sta per concludere il terzo anno consecutivo positivo per i mercati finanziari e che, nella storia, difficilmente ne sono seguiti altri, il manager ha risposto: “Ci sono diversi fattori che mi fanno pensare che anche il 2026 possa essere un altro anno positivo".

QUATTRO BUONE NOTIZIE PER GLI INVESTITORI


La prima buona notizia, secondo Jackson, è che, con la sola eccezione del Giappone, le principali banche centrali del mondo stanno proseguendo con l’allentamento delle politiche monetarie. “La Fed, in particolare, dovrebbe essere tra quelle che taglierà di più i tassi con quattro riduzioni entro la fine del prossimo anno portando il tasso di interesse finale al 3% dall’attuale 4%” spiega il manager. Che poi indica la seconda buona notizia: i salari reali continuano a crescere nei principali paesi favorendo un incremento dei consumi, anche in Europa. La terza buona notizia, invece, è il possibile impulso fiscale, guidato dalla Germania che indirizzerà ingenti investimenti in favore della difesa e delle infrastrutture. Infine, ma non meno rilevante, Jackson segnala il miglioramento degli indicatori anticipatori dell’economia.

I POTENZIALI RISCHI


Il Global Market Strategist, EMEA di Invesco ha proseguito nella sua analisi illustrando anche i potenziali rischi da tenere sotto controllo, a cominciare dall’inflazione che non è più in calo. Nella maggior parte dei paesi occidentali è al di sopra del target del 2% e negli ultimi tre mesi ha evidenziato segnali di rialzo. Prezzi al consumo di nuovo in aumento potrebbero scompaginare l’impegno delle banche centrali nell’allentamento monetario. In parallelo, l’economia potrebbe non accelerare nel 2026 e anche questo creerebbe implicazioni per i mercati finanziari. Un altro rischio è l’alta concentrazione negli indici azionari (soprattutto statunitensi) e un altro ancora è l’ascesa del debito pubblico.

UNA STRATEGIA DI PORTAFOGLIO BILANCIATA (BARBELL)


Alla luce di queste considerazioni, Jackson ritiene opportuna una strategia di portafoglio bilanciata (barbell), nella quale coesistano una componente di asset rischiosi con una componente di strumenti e titoli a bassa volatilità. Il manager, entrando nei particolari, sovrappesa i CLO (Collateralised Loan Obligation) con rating AAA, i prestiti bancari USA ed europei perché i loro rendimenti rimangono al di sopra delle medie storiche mentre risultano poco sensibili alle variazioni dei tassi di interesse e, in parte, all’andamento dell’economia. Sempre nel reddito fisso, ma nell’ambito dei governativi e dei corporate bond investment grade, gli unici sovrappesi sono nel Regno Unito e nei mercati emergenti.

FORTE SOVRAPPESO NELLE MATERIE PRIME


Nell’azionario, che nel complesso risulta leggermente sottopesato, Jackson preferisce un forte sottopeso negli Stati Uniti (per via della forte sopravvalutazione di questo mercato) e un sovrappeso in Europa, Giappone e mercati emergenti (inclusa Cina). Stesso discorso per i Reits: forte sottopeso in quelli americani e sovrappeso in quelli europei e giapponesi. “Siamo inoltre in forte sovrappeso sulle materie prime, da quelle energetiche a quelle agricole e, soprattutto, su quelle dei metalli industriali. Preferiamo invece un sottopeso nell’oro che, dopo il rally del 2025, tratta su valutazioni molto elevate rispetto alla media storica” ha spiegato il Global Market Strategist, EMEA di Invesco.

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