La view
Amundi: guardare oltre l’intelligenza artificiale con più small cap europee
L’outlook per il 2026 vede un’economia globale resiliente ma in un “disordine controllato”. Il focus va oltre il rally azionario guidato dall’IA, includendo temi difensivi
di Fabrizio Arnhold 4 Dicembre 2025 16:03
L’economia globale è resiliente e il 2026 sarà un anno di transizione. Gli investitori non dovrebbero concentrarsi solo sull’intelligenza artificiale ma preferire un approccio più ampio per diversificare anche con titoli difensivi e ciclici. L’outlook di Amundi per il 2026 è “alla ricerca di un equilibrio dinamico”, in uno scenario alle prese con le tensioni geopolitiche e criticità fiscali. Per questo diversificare diventa strategico, non solo per ridurre i rischi ma anche per sfruttare nuove opportunità.
“Ci aspettiamo che la Fed eseguirà due tagli nella prima metà del 2026, portando i tassi di interesse al 3,25%, e che il dollaro si indebolirà”, ha spiegato Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute. La crescita statunitense dovrebbe registrare un rallentamento nei prossimi trimestri, per poi riprendere quota fino a raggiungere la soglia dell’1,9% nel 2026 e del 2% nel 2027. Per quanto riguarda la Bce, Amundi prevede che proseguirà nell’allentamento monetario, con i tassi che raggiungeranno l’1,5% entro la metà del 2026. “L’economia si sta adattando a un nuovo regime di ‘disordine controllato’ – ha aggiunto Defend -. La trasformazione guidata dalla tecnologia, lo stimolo fiscale e le politiche industriali mantengono l’attività economica vivace e favoriscono l’emergere di nuovi vincitori. L’inflazione diventa un tema strutturale che gli investitori devono necessariamente incorporare nelle loro allocazioni”.
“La diversificazione rimane lo strumento di difesa più efficace in un contesto di mercati azionari concentrati e di valutazioni elevate”, ha commentato Francesco Sandrini, CIO di Amundi SGR. “I portafogli degli investitori dovrebbero essere ribilanciati tra stili, settori, capitalizzazioni e aree geografiche per mitigare i rischi e cogliere le opportunità, in particolare nei mercati emergenti e negli asset europei”.
Nell’azionario è importante guardare oltre il rally dell’intelligenza artificiale. “Privilegiamo esposizioni che vadano oltre la corsa all’IA, puntando sul più ampio tema tecnologico, tra cui energia, computing e materie prime, e su una combinazione di temi difensivi e ciclici”, ha proseguito Sandrini. I settori industriali europei e le infrastrutture potrebbero tornare particolarmente interessanti nella seconda metà del 2026, beneficiando di un dollaro strutturalmente più debole. Amundi resta positiva anche sulle small e mid cap europee.
Passando ai mercati emergenti, Amundi ha una view positiva sia sul credito, in valuta forte, sia sull’azionario. Da considerare l’India, che offre un buon potenziale di lungo periodo in diversi ambiti. I rischi per gli emergenti sono legati a un eventuale rafforzamento del dollaro e dai rendimenti più elevati dei Treasury Usa. Allargano lo sguardo all’obbligazionario americano, più cautela sul mercato high yield, e sui titoli di Stato giapponesi. Meglio valutare i bond investment grade, con una preferenza per il settore finanziario e per strumenti in grado di proteggere dall’inflazione.
INFLAZIONE COME TEMA STRUTTURALE
“Ci aspettiamo che la Fed eseguirà due tagli nella prima metà del 2026, portando i tassi di interesse al 3,25%, e che il dollaro si indebolirà”, ha spiegato Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute. La crescita statunitense dovrebbe registrare un rallentamento nei prossimi trimestri, per poi riprendere quota fino a raggiungere la soglia dell’1,9% nel 2026 e del 2% nel 2027. Per quanto riguarda la Bce, Amundi prevede che proseguirà nell’allentamento monetario, con i tassi che raggiungeranno l’1,5% entro la metà del 2026. “L’economia si sta adattando a un nuovo regime di ‘disordine controllato’ – ha aggiunto Defend -. La trasformazione guidata dalla tecnologia, lo stimolo fiscale e le politiche industriali mantengono l’attività economica vivace e favoriscono l’emergere di nuovi vincitori. L’inflazione diventa un tema strutturale che gli investitori devono necessariamente incorporare nelle loro allocazioni”.
DIVERSIFICARE PER RIDURRE I RISCHI
“La diversificazione rimane lo strumento di difesa più efficace in un contesto di mercati azionari concentrati e di valutazioni elevate”, ha commentato Francesco Sandrini, CIO di Amundi SGR. “I portafogli degli investitori dovrebbero essere ribilanciati tra stili, settori, capitalizzazioni e aree geografiche per mitigare i rischi e cogliere le opportunità, in particolare nei mercati emergenti e negli asset europei”.
AZIONARIO: TECNOLOGIA MA ANCHE TEMI DIFENSIVI
Nell’azionario è importante guardare oltre il rally dell’intelligenza artificiale. “Privilegiamo esposizioni che vadano oltre la corsa all’IA, puntando sul più ampio tema tecnologico, tra cui energia, computing e materie prime, e su una combinazione di temi difensivi e ciclici”, ha proseguito Sandrini. I settori industriali europei e le infrastrutture potrebbero tornare particolarmente interessanti nella seconda metà del 2026, beneficiando di un dollaro strutturalmente più debole. Amundi resta positiva anche sulle small e mid cap europee.
DEBITO E MERCATI EMERGENTI
Passando ai mercati emergenti, Amundi ha una view positiva sia sul credito, in valuta forte, sia sull’azionario. Da considerare l’India, che offre un buon potenziale di lungo periodo in diversi ambiti. I rischi per gli emergenti sono legati a un eventuale rafforzamento del dollaro e dai rendimenti più elevati dei Treasury Usa. Allargano lo sguardo all’obbligazionario americano, più cautela sul mercato high yield, e sui titoli di Stato giapponesi. Meglio valutare i bond investment grade, con una preferenza per il settore finanziario e per strumenti in grado di proteggere dall’inflazione.
