Risparmio gestito
Antitrust: abolire il monomandato per i consulenti finanziari
Secondo l’Agcm il monomandato, pensato per dare più ordine al mercato, oggi finisce per limitare la concorrenza e ridurre le tutele nei confronti dei clienti
di Fabrizio Arnhold 2 Dicembre 2025 14:45
Il monomandato degli agenti in attività finanzia torna nel mirino dell’Antitrust. L’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato (Agcm), nel Bollettino n.46 del 1 dicembre 2025, chiede al governo di recepire la nuova direttiva europea sui crediti ai consumatori, per riscrivere l’articolo 128-quater, comma 4, del Testo Unico Bancario e superare così l’obbligo di esclusiva.
La mossa è mirata a favorire la concorrenza. L’Antitrust invita, di fatto, il Parlamento a rimettere mano a una regola che ormai viene considerata datata e poco utile a favorire la concorrenza. Secondo l’Agcm, il monomandato pensato per dare ordine al mercato, limita in realtà oggi la libertà d’azione degli agenti, riducendo la possibilità di confronto tra offerte.
L’Antitrust già nel 2010 aveva messo in evidenza questa criticità. A distanza di quindici anni, allargando lo sguardo in Europa, Francia, Spagna e Germania hanno già cambiato orientamento, prevedendo forme di plurimandato regolato. Gli intermediari possono collaborare, quindi, con più istituti, senza limitare gli obblighi di trasparenza, registrazione e vigilanza. Più flessibilità, sempre secondo l’Agcm, garantirebbe allo stesso tempo un’ampia tutela nei confronti del cliente.
Il divieto attuale rischia di creare problemi non solo agli agenti ma anche, alla lunga, ai clienti. Continuare a mantenere l’esclusiva, secondo l’Antitrust, penalizzerebbe gli agenti, che vedono così limitata l’offerta da proporre, e i clienti, già alle prese con una scarsa preparazione in tema di educazione finanziaria. Questo scenario rischia di rendere ancora più difficilmente comprensibile il mercato e i prodotti di risparmio.
L’Autorità, quindi, chiede una modifica al decreto, aprendo al plurimandato, superando così il vincolo previsto dall’articolo 128-quater del Testo Unico Bancario. Questa possibilità non solo garantirebbe più scelta commerciale e concorrenza, ma aumenterebbe anche la tutela nei confronti del consumatore. Ora la parola passa al Parlamento che dovrà prendere una decisione su una questione che si ripresenta da anni.
FAVORIRE LA CONCORRENZA
La mossa è mirata a favorire la concorrenza. L’Antitrust invita, di fatto, il Parlamento a rimettere mano a una regola che ormai viene considerata datata e poco utile a favorire la concorrenza. Secondo l’Agcm, il monomandato pensato per dare ordine al mercato, limita in realtà oggi la libertà d’azione degli agenti, riducendo la possibilità di confronto tra offerte.
PLURIMANDATO REGOLATO
L’Antitrust già nel 2010 aveva messo in evidenza questa criticità. A distanza di quindici anni, allargando lo sguardo in Europa, Francia, Spagna e Germania hanno già cambiato orientamento, prevedendo forme di plurimandato regolato. Gli intermediari possono collaborare, quindi, con più istituti, senza limitare gli obblighi di trasparenza, registrazione e vigilanza. Più flessibilità, sempre secondo l’Agcm, garantirebbe allo stesso tempo un’ampia tutela nei confronti del cliente.
L’ESCLUSIVA PENALIZZA GLI AGENTI
Il divieto attuale rischia di creare problemi non solo agli agenti ma anche, alla lunga, ai clienti. Continuare a mantenere l’esclusiva, secondo l’Antitrust, penalizzerebbe gli agenti, che vedono così limitata l’offerta da proporre, e i clienti, già alle prese con una scarsa preparazione in tema di educazione finanziaria. Questo scenario rischia di rendere ancora più difficilmente comprensibile il mercato e i prodotti di risparmio.
APRIRE AL PLURIMANDATO
L’Autorità, quindi, chiede una modifica al decreto, aprendo al plurimandato, superando così il vincolo previsto dall’articolo 128-quater del Testo Unico Bancario. Questa possibilità non solo garantirebbe più scelta commerciale e concorrenza, ma aumenterebbe anche la tutela nei confronti del consumatore. Ora la parola passa al Parlamento che dovrà prendere una decisione su una questione che si ripresenta da anni.
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