La survey

Natixis IM: timori economici e geopolitici non frenano l’ottimismo degli istituzionali

Nell’ultima Institutional Investors Survey realizzata dalla casa d’investimento, la principale minaccia per gli investitori istituzionali è la geopolitica, seguita da una bolla sul tech e da una recessione

di Leo Campagna 26 Novembre 2025 08:00

financialounge -  geopolitica investimenti Natixis IM
Nonostante i dazi, i conflitti geopolitici e gli shock sulla catena di approvvigionamento, nel 2025 i mercati globali hanno mostrato notevole resilienza. Tuttavia, alla luce del fatto che la maggior parte degli indici hanno registrato ritorni a doppia cifra per il terzo anno consecutivo, la maggioranza degli investitori istituzionali di tutto il mondo ritiene che sia prossima una correzione. A rivelarlo è il Global 2026 Institutional Outlook Survey di Natixis IM, che ha coinvolto 515 investitori istituzionali che gestiscono complessivamente 29.900 miliardi di dollari per pensioni pubbliche e private, assicurazioni, fondazioni, endowment, banche centrali e fondi sovrani in tutto il mondo. “Tuttavia, nonostante le sfide e le potenziali insidie, gli investitori mantengono un certo ottimismo per quanto riguarda le prospettive di mercato, cercando attivamente una maggiore diversificazione del rischio del portafoglio. Con l’investimento negli asset illiquidi ritenuti una valida alternativa”, sottolinea Alberico Potenza, Country Head Italy Istitutional di Natixis IM. 

LE PRINCIPALI MINACCE PER GLI ISTITUZIONALI


Nella Survey di Natixis IM emerge che la principale minaccia per gli istituzionali è la geopolitica (per il 49% degli intervistati), seguita da una bolla sul tech (43%) e da una recessione (33%). Il sentiment suggerisce anche che l'economia globale potrebbe soffrire un rallentamento delle spese dei consumatori, con i beni di consumo discrezionali (per il 18% degli investitori) e i beni di consumo di base (22%) i settori con minor possibilità di sovraperformare nel corso del 2026. Per quanto riguarda invece le scelte regionali, emerge un calo di interesse per i mercati statunitensi, con il 32% del campione che prevede di ridurre o lasciare invariata (44%) l’esposizione a Wall Street. Al contrario, il 44% aumenterà o lascerà invariati (46%) gli investimenti sui listini dell’area Asia-Pacifico, mentre il 40% prevede di aumentare o lasciare invariata (44%) l’esposizione ai mercati azionari europei.

ORA LE CRIPTOVALUTE COMINCIANO A PIACERE


Un altro dato rilevante, rispetto allo scorso anno, riguarda le criptovalute che per il 49% del campione viene ora definito un investimento potenziale: solo un anno fa il 65% affermava che le criptovalute non fossero un’opzione di investimento. Il 33% rivela di aver investito in crypto, rispetto al 18% del 2024. E, aspetto forse ancora più rilevante, chi vi ha investito sembra soddisfatto: il 94% afferma che lascerà invariate (58%) o incrementerà (36%) le proprie allocazioni.

LUCI E OMBRE SULL’IA


Per quanto riguarda l’IA, il 65% del campione prevede che il settore darà nuovamente impulso alla crescita. Come per i mercati pubblici, anche nel settore privato la tecnologia è al centro dei piani di investimento: il 52% dichiara infatti di concentrarsi sulle opportunità legate all'IA quando si tratta di nuovi investimenti. Più in generale, il 49% sostiene che l’AI li sta aiutando a scoprire i rischi di portafoglio. Per contro, il 41% ritiene l'IA uno strumento utile ma nulla di più, mentre il 64% teme che, all'interno delle proprie organizzazioni, il desiderio di sostituire i ruoli junior con l'IA stia compromettendo il reclutamento di talenti a lungo termine.

FOCUS SUGLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI


Relativamente agli investimenti sostenibili, emerge, nonostante le accuse di greenwashing, lo scetticismo e le reazioni politiche negative degli ultimi anni, un 58% degli investitori istituzionali convinto che gli investimenti ESG offrano un vantaggio competitivo. Una propensione costruttiva riscontrata anche tra gli istituzionali italiani che considerano gli investimenti SRI un pilastro strategico di lungo periodo. In particolare, emerge un rinnovato interesse verso i fondi infrastrutturali dedicati alla Energy Transition, ritenuti uno degli strumenti più efficaci per combinare impatto ambientale, resilienza dei portafogli e visibilità sui flussi di cassa futuri. In questo contesto, gli investitori riconoscono il valore di player specializzati con track record consolidato.

L’EXPERTISE DI MIROVA (AFFILIATA NATIXIS IM)


A questo proposito, ad esempio, Mirova (affiliata Natixis IM), che è tra i leader di mercato nel segmento infrastrutturale energy transition, continua a essere percepita come un riferimento credibile per la capacità di strutturare progetti innovativi, pienamente allineati agli obiettivi di transizione energetica. La qualità del deal flow e la profondità dell’expertise tecnica rappresentano elementi distintivi che mantengono alta la fiducia degli investitori, anche in una fase di generale cautela sul comparto real asset.

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