Cosa aspettarsi

Neuberger Berman analizza le implicazioni dell’instabilità politica sui mercati

Il principio del lungo periodo resta centrale, ma l’attuale contesto richiede maggiore agilità: orizzonti tattici più brevi e allocazioni flessibili per attraversare i cambi di regime senza perdere di vista gli obiettivi strategici

di Leo Campagna 19 Novembre 2025 11:15

financialounge -  mercati Neuberger Berman
I timori legati all’intelligenza artificiale e il rischio di un cambio di rotta restrittivo da parte della Federal Reserve stanno facendo oscillare i mercati azionari statunitensi. I quali, al contrario, non sembrano preoccupati dal tema politico. “Tuttavia” tiene a sottolineare Joseph V. Amato, President e Chief Investment Officer Equities di Neuberger Berman “guardando al 2026, l’incertezza politica nelle principali economie occidentali dovrà essere monitorata con attenzione, poiché potrà avere effetti rilevanti sulle scelte di politica economica e quindi sui mercati finanziari”.

ANSIA ECONOMICA TRA LE DIVERSE FASCE DI POPOLAZIONE


Mentre si registra il marcato avanzamento dei partiti populisti di destra in Francia, Germania e Regno Unito, l’elezione del 4 novembre del nuovo sindaco di New York, il socialista democratico Zohran Mamdani, conferma non solo l’instabilità dell’ambiente politico statunitense ma costituisce un promemoria concreto delle sue cause profonde. Facendo emergere con sempre maggiore evidenza  l’ansia economica tra le diverse fasce di popolazione.

BLUE-COLLAR E WHITE-COLLAR


In sintesi, riferisce Amato, si osserva un doppio movimento dei lavoratori negli Stati Uniti: i “blue-collar” e i “white collar”. I primi, lavoratori impiegati in attività manuali od operai, sono più esposti agli effetti dell’automazione e tendono a convergere verso il populismo di destra. I “white-collar”, impiegati o professionisti che svolgono attività intellettuali o amministrative in un mercato del lavoro più competitivo, si orientano invece maggiormente verso politiche di sinistra.

POLITICHE FINANZIARIE ED ENERGETICHE


Dopo oltre cinquant’anni in cui tra i principali partiti al governo ha prevalso una relativa convergenza, che ha favorito stabilità e prevedibilità nelle decisioni politiche, in questa nuova fase di divisione politica emergono implicazioni concrete in diverse aree: in particolare nelle politiche finanziarie, energetiche, tecnologiche/IA e antitrust. Nel settore finanziario, i regimi di regolamentazione possono cambiare sensibilmente al mutare della leadership politica e possono incidere sul costo del capitale, sulla crescita del credito e sulla redditività dell’intero settore. Nell’ambito invece della politica energetica l’approccio orientato al contrasto al cambiamento climatico implica standard più severi sulle emissioni, accelerazione delle rinnovabili e un diverso mix di investimenti. Al contrario, politiche favorevoli ai combustibili fossili puntano invece a ridurre gli ostacoli autorizzativi e a sostenere la produzione energetica tradizionale.

POLITICHE SUL FRONTE TECNOLOGICO


Sul fronte tecnologico e dell’intelligenza artificiale, invece, sta emergendo un mosaico di regole a livello statale. Stati come New York, California e Colorado discutono regimi più stringenti mentre Texas e Florida prospettano framework più permissivi. Inoltre, gli approcci divergenti alla politica antitrust tra diverse amministrazioni incidono sulla competitività dei grandi titoli tecnologici e sulla fattibilità delle operazioni di M&A. “Alla luce di tutto questo, il principio del lungo periodo resta centrale, ma l’attuale contesto richiede maggiore agilità: orizzonti tattici più brevi e allocazioni flessibili per attraversare i cambi di regime senza perdere di vista gli obiettivi strategici” spiega Amato.

RESILIENZA AI CAMBIAMENTI POLITICI


A livello di aziende e settori, la priorità rimane la resilienza ai cambiamenti politici, privilegiando modelli di business con ricavi diversificati, strutture di costo adattabili e bilanci solidi, capaci di assorbire shock regolamentari o fiscali. “Riteniamo inoltre utile integrare framework politici chiari nei portafogli e nei budget di rischio capaci di considerare l’alternanza tra controllo progressista e conservatore a livello federale e statale. Necessari anche stress test sull’impatto di ciascun orientamento politico su ricavi, margini, piani d’investimento e costo del capitale dal punto di vista delle aziende” argomenta il CIO Equities di Neuberger Berman.

DISCIPLINA DI LUNGO PERIODO E FLESSIBILITÀ TATTICA


Per gestire la maggiore dispersione dei possibili risultati e il maggiore tracking error nell’ambito delle decisioni di asset allocation influenzate dagli orientamenti politici può rivelarsi utile un ribilanciamento delle posizioni basato su diversi scenari. Ancora meglio se accompagnato dalla diversificazione su diverse asset class in modo da contribuire a contenere il rischio e a garantire un adeguato profilo di liquidità. “Con l’avvicinarsi delle elezioni di mid-term negli Stati Uniti, i cambiamenti nelle politiche saranno più frequenti e più chiari da interpretare, aumentando sia i rischi che le opportunità. Per coglierle al meglio e proteggere il capitale risulterà cruciale unire disciplina di lungo periodo e flessibilità tattica” conclude Amato.

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