Investimenti alternativi

Arte accessibile, un asset anche per i più giovani

Ecco qual è la filosofia di Krauso Art, che amplia le strategie del private banking. L'art advisory è uno dei servizi in crescita

di Paola Jadeluca 18 Novembre 2025 08:41

financialounge -  arte investimenti Kruso Art
“Thinking Out of the Box”, pensare fuori dagli schemi, è la linea che guiderà le prossime azioni di Kruso Art, la casa d’aste di proprietà di Kruso Kapital. L’art advisory è uno dei servizi in crescita nel private banking, in questo caso Kruso Kapital ha fatto un passo oltre, con l’acquisizione di Art-Rite, che quest’anno ha terminato il processo di rebranding e di integrazione con la filosofia della casa madre, promuovendo la collaborazione con gli operatori e le istituzioni del sistema finanziario e l’investimento in opere d’arte in quanto asset class.

Il 6 novembre 2025 Kruso Art ha registrato un notevole successo con la sua doppia sessione dedicata all’arte moderna e contemporanea, totalizzando oltre 270.000 euro di aggiudicazioni (diritti inclusi), con partecipazione sia online che al telefono, uno dei segni del nuovo che avanza. In particolare colpisce la sessione “U-3 Under 3k euros”, dedicata alla grafica e ai multipli con stime inferiori ai 3.000 euro, che fa leva sulla filosofia “ accessibile ma di qualità”

Cosa si intende esattamente? Financialounge.com lo ha chiesto a Andrea Orsini Scataglini, da luglio nuovo ceo di Kruso Art.

“S’intende il fatto che è sbagliato e riduttivo associare il 'buon collezionismo' ad un’alta capacità di spesa. Un criterio molto importante da tenere a mente, soprattutto se ci si è affacciati da poco all’attività collezionistica, è che il concetto di valore artistico e di valore economico possono essere tra loro collegati ma non è detto che vadano di pari passo. Esistono infatti autori che sono stati capaci di sviluppare ricerche di grande rilievo e validità ma nei confronti dei quai, ad oggi, le dinamiche di mercato stanno riservando un posizionamento tutt’altro che primario. Basti pensare ad artisti come Jiří Kolář, Urs Luthi o Ottone Rosai. Diventa dunque importante prendere coscienza del fatto che non è obbligatorio investire risorse ingenti per mettere in piedi una collezione di tutto rispetto e, insieme ad una buona di curiosità e studio, aste come le nostre possono rappresentare un ottimo punto di riferimento”.

UN PORTAFOGLIO CHE SPAZIA DAI QUADRI ALLE BORSE GRIFFATE


In portafoglio avete beni da collezione che spaziano dalle grandi opere del Novecento italiano, come il Coperte Scoperte, un pezzo raro di Alighiero Boetti, battuto sempre il 6 dicembre a 46mila euro, ai gioielli e alle borse da collezione. Ora avete aperto il nuovo dipartimento di Design, dedicato dedicato alle icone del Novecento e alla cultura dell’abitare. Tra i beni, Palafitta di Ettore Sottsass, una lampada del 1957 circa, stimatra 2.000–3.000 euro;: il tavolo “Paracarro” di Giovanni Offredi, stima 1.500–2.000 euro. Il Design è diventato uno dei segmenti che amplia il raggio del collezionismo accessibile?

 IL DESIGN AMPLIA L’ACCESSIBILITÀ


“Si tratta di un dipartimento che unisce mercato, ricerca e divulgazione. Assolutamente sì, amplia il concetto di collezionismo accessibile. Il discorso fatto sopra è estendibile a molti altri ambiti di collezionismo e senza dubbio il design è uno di questi. Come esempio, basta guardare alla nostra prossima asta del 18 dicembre comprendente lavori di autori iconici per la storia del design presentati a prezzi tutt’altro che proibitivi, almeno in partenza. In particolare, si tratta di un catalogo d’asta ricco di una tipologia di oggetti capaci, anche singolarmente, di esaltare e arricchire di una narrativa tutta nuova i contesti abitativi già esistenti e più variegati”.

OPERAZIONE TRASVERSALE


Lei ha dichiarato: “Crediamo in una casa d’aste capace di superare le categorie tradizionali, di creare connessioni tra epoche e linguaggi diversi e di interpretare il collezionismo come un territorio vivo, in dialogo costante con il presente". Ci può spiegare meglio?

“In linea di massima, il punto è che non ci si vuole limitare a essere identificati come una semplice casa d’aste e un ruolo chiave in questo processo sarà rappresentato dall’apertura della nuova sede nell’ex cinema di De Amicis. Il trasferimento è previsto per la primavera prossimo. L’obbiettivo sarà quello di configurarsi come un organismo più a tutto tondo, pulsante di un’energia che spazierà dall’organizzazione di eventi all’invito ad artisti e designer ad interagire attivamente con i nuovi spazi. Un processo che andrà a definire un senso di dinamismo e poliedricità tale per cui si potrà ambiziosamente pensare, utilizzando le parole di Alexander Dorner, alla casa d’aste come “Kraftwerk”. Oggi il mondo digitale permette di avere in un’unica piattaforma più asset, il futuro delle Case d’Aste sarà di unire più mondi: oggetti e persone”.

ARTE, IL TARGET GIOVANILE


Insomma, non solo mostrare beni artistici ma stimolare i contenuti e l’attrattività dei beni da collezione stessi. La strategia di Kruso nella tua nuova gestione tiene conto dei nuovi trend registrati sul mercato dell'arte, per esempio la crescita di collezionisti più giovani?

“Guardando all’attuale importanza rivestita dalle fasce di collezionismo giovane e dalle disponibilità economiche ancora in fase di sviluppo, sarà importante consolidare e implementare quel format di aste per cui siamo già stati in grado di ritagliarci un ruolo distintivo. In aggiunta, tenendo conto dell’inevitabile 'svecchiamento' anagrafico e mutamento di gusti e preferenze, servirà mantenere un’attenzione costante a tutte le nuove opportunità di espansione del business delle aste mediante l’apertura di nuovi dipartimenti. Vogliamo parlare ai giovani, interessarli sul collezionismo, di qualsiasi dimensione o perimetro si tratti, avere interessi è sempre cultura”.


Andrea Orsini Scataglini, ceo di Kruso Art

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