Sunday View

Dalla COP30 all’intelligenza artificiale: quale ruolo gioca la finanza nella sostenibilità?

Dall’altissimo valore della Conferenza sul clima, agli investimenti e gli sviluppi legati all’intelligenza artificiale: la finanza gioca un ruolo da protagonista nella partita della sostenibilità

di Lorenzo Cleopazzo 16 Novembre 2025 10:00

financialounge -  Clima cop30 investimenti sostenibilità sunday view
È stato il colonnello, in cucina, con il candelabro.

Quante volte abbiamo provato il brivido di dare un verdetto così a Cluedo? Specialmente nella stagione fredda, come questa, quando con l’avvicinarsi del Natale si rispolverano i giochi da tavolo, e insieme al colpevole si giocava anche a chi riuscisse a costruire più alberghi su Parco della Vittoria o si puntava a prendere il settebello. In tutte le partite, c’era sempre un responsabile: nel gioco investigativo dovevamo trovare il responsabile di un misfatto, mentre a Monopoly o a scopa era il nostro avversario il responsabile delle nostre sfortune.

Additare qualcuno o qualcosa per le colpe al gioco è semplice, ma come la mettiamo di fronte a un tema tanto scottante quanto fondamentale come quello della sostenibilità? Gli attori in gioco sono molti, le carte sul tavolo ancora di più. Bisogna solo capire chi saprà giocare meglio i propri assi.

Nel Sunday View di questa settimana, cerchiamo di scacciare il grigiore di novembre con un po’ di verde speranza. Ci state?

SEMAFORO VERDE AL CLIMA


Sulla sostenibilità, l’ambiente, l’ESG e su qualsiasi altro sinonimo o declinazione possibile, si sono spesi tanti discorsi e anche tanti soldi. È innegabilmente un tema importante, che questa settimana ha trovato la sua ragione d’essere nella COP30 organizzata a Belém, in Brasile. La conferenza sul clima porta con sé un grande valore simbolico, anche se gli attori principali non sembrano essere troppo positivi in merito: oltre all’assenza pesante degli Usa, i ministri dell’Ambiente dei Paesi europei hanno ridimensionato gli obiettivi per renderli più abbordabili allo stato attuale delle cose (e non è uno stato “verdissimo”).

Se però l’UE ha abbassato gli obiettivi, la finanza no: il mondo degli investimenti guarda all’ESG con tanta attenzione e altrettanta cura, sempre con grande interesse. Secondo i dati, c’è una forte crescita dell’offerta di fondi ESG in Italia, così come molti fondi stanno integrando criteri ESG e allineando i portafogli agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Ma non ci si ferma qui: ora che tutto questo può essere visto attraverso la lente dell’intelligenza artificiale, acquisisce un nuovo senso. Quanto gli investimenti legati all’AI possono influire sul tema della sostenibilità? In una parola: tantissimo. Secondo le stime, l’applicazione a livello industriale dei sistemi di machine learning porterebbe in dieci anni a un risparmio di circa 8 exajoule, più o meno pari al consumo energetico attuale del Messico. Solo in Italia, poi, si contano oltre 150mila applicazioni digitali per la gestione idrica, e 110mila imprese del settore primario che risparmiano il 70% delle risorse grazie ai bot.

Politica, finanza, tecnologia: con tutti questi attori in gioco, di chi è il compito principale nella sfida alla sostenibilità?

RESPONSABILITÀ ARTIFICIALE


In filosofia, la Morale è sempre stata legata a qualcosa di metafisico, appannaggio di una dimensione che trovava un suo riscontro pratico nel nostro mondo solo in maniera fallace, e con quale fatica, poi. Okay, Kant diceva che la Legge Morale è dentro ognuno di noi, ma da qui a metterla in pratica ne passa. Socrate riteneva che, una volta conosciuto il Bene (la maiuscola non è casuale), non si potesse non compierlo; ma, anche qui, il risvolto concreto è ben lontano da queste belle parole.

La Morale spesso è stata analizzata come un principio ideale e idealizzato, un concetto bello da intendersi, ma che molti disattendono, preferendo la comodità e il tornaconto. Ecco perché, all’imperativo categorico kantiano (quella massima per cui bisognerebbe agire secondo dettami universalmente corretti), spesso viene aggiunto il concetto di responsabilità. Questa è molto meno “alta” della Morale, e ha un risvolto pratico ben più umano e contingente: non si agisce perché è giusto (perché è morale); ma si agisce soppesando bene le proprie scelte, di cui siamo i primi responsabili.

MORALMENTE SOSTENIBILE


Da qui torniamo alla domanda che chiudeva il paragrafo poco sopra: di chi è la responsabilità della sostenibilità? I politici della COP30 sono più responsabili per il clima dei soggetti finanziari che investono in progetti ESG, oppure sono proprio questi che devono dare più spinta all’intelligenza artificiale?

La sostenibilità e la difesa dell’ambiente sono un dovere morale e, come dice Kant, è ben radicato in noi. Non solo: ormai sono prerogative fondamentali e implicite in qualsiasi scelta aziendale, sia interna che esterna. Quello del green ormai è un concetto iper-stressato, tirato in ballo ogni due per tre e spesso in senso positivo. La domanda a questo punto si fa a monte rispetto alla prima: non più “di chi è la responsabilità” ma “la sostenibilità è ancora sostenibile”? E cavolo se lo è. Anche per questo la finanza e il mondo istituzionale lavorano per mantenerlo tale. Anzi, per migliorarlo, se possibile.

E fa niente se i media hanno dato poco risalto alla COP30, e anche se questa conferenza sul clima avrebbe potuto portare migliori auspici, ci pensa l’Industry a tenere dritto il pollice verde.

BONUS TRACK


Ma allora chi è il responsabile tra politica, finanza e tecnologia? Bella domanda, l’importante è che almeno uno di questi ricordi di spegnere le luci quando esce.

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