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Natixis IM vede i paesi dell’Oceano Indiano come hub nell'allocazione dei capitali globali

La casa d’investimento ha confrontato l'attrattività relativa delle diverse regioni emergenti e profila lo spostamento dell’universo di interesse dall'Oceano Pacifico all'Oceano Indiano

di Leo Campagna 15 Novembre 2025 09:30

financialounge -  india mercati Natixis Investment Managers
Il ‘Grande Oceano Indiano’ è un'area che comprende l'Africa, il Grande Medio Oriente, il Sud Asia e il Sud Est Asiatico. Ed è una delle regioni geografiche molto interessanti perché può costituire uno dei motori della crescita globale nei prossimi anni. Ne è convinto David Rolley, Portfolio Manager e Co-Head del Global Fixed Income Team presso Loomis, Sayles & Company (affiliata Natixis Investment Managers).

L’ENERGIA CHE ALIMENTA L’ECONOMIA GLOBALE


La sua convinzione poggia sull’analisi di come si sia modificata nel tempo l’energia che ha alimentato l’economia globale. “Negli anni '50 e '60, con la ripresa post-bellica dell'Europa e l'economia del baby boom negli Stati Uniti, i centri di capitale erano Londra e New York. Dalla fine degli anni '90, l'energia si è spostata verso il Pacifico con l'ascesa del Giappone, prima, e dalle Tigri Asiatiche e dalla Cina, successivamente. Un'economia trans-pacifica, in cui gli Stati Uniti hanno ancora svolto un ruolo di rilievo, ma gran parte dell'energia era in Cina” spiega Rolley.

OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO


Secondo il quale la crescita della Cina sarà probabilmente tra il 3 e il 5% per molte ragioni. Prima di tutto, la forza lavoro è in declino e la popolazione sta invecchiando. La quota dei consumi nel PIL è piuttosto bassa rispetto alla maggior parte dei paesi. Pechino è impegnata a cambiare il motore di crescita dall'investimento immobiliare alle esportazioni, come automobili, veicoli elettrici, batterie o pannelli solari. La Cina sta esportando sia il loro valore aggiunto manifatturiero sia, allo stesso tempo, una sorta di deflazione nei mercati emergenti. “Vediamo opportunità di investimento in alcuni mercati obbligazionari emergenti dove l'inflazione sta rallentando, in parte a causa della Cina che esporta disinflazione attraverso automobili più economiche, pannelli solari più economici, piattaforme di e-commerce più economiche, telefoni più economici, ecc.” riferisce il manager del gruppo Natixis IM.

ABU DHABI, DUBAI E SINGAPORE


Sul Financial Times è recentemente emerso che Abu Dhabi vuole essere la capitale del capitale competendo con Dubai e Singapore. Il Golfo aspira al ruolo di allocatore di capitale del Grande Oceano Indiano, che sarà la parte del mondo a crescita più rapida. Quest'area include l'Africa subsahariana e l'India per un'economia semi-continentale di un miliardo di persone, e anche il Sud Est Asiatico, dove opera Singapore, l'altro concorrente per la capitale del capitale.

PERCHÉ L’INDIA NON PUÒ ESSERE OGGI LA CAPITALE DEL CAPITALE


Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy di Natixis Investment Managers si chiede perché non può essere l'India la capitale del capitale? “I banchieri indiani” risponde Rolley non sono in India, sono a Dubai o Singapore. L'India al momento non ha la libertà dei flussi di capitale in quanto è più preoccupata per le uscite di capitale. Tuttavia, se dovesse completamente deregolarizzare il mercato dei capitali in rupie indiane, quest'ultimo potrebbe trasformarsi in un'alternativa al dollaro, all'euro e al renminbi”.

FOCUS DALL’OCEANO PACIFICO ALL’OCEANO INDIANO


Rolley non esclude che l'India possa cambiare idea nei prossimi 5 o 10 anni alla luce della sorprendente quantità di innovazione finanziaria prevista nell'economia domestica. E, se ci fossero aperture tramite la deregolarizzazione e l'approfondimento del mercato dei capitali, l’universo di interesse potrebbe spostarsi dall'Oceano Pacifico all'Oceano Indiano.

AMERICA LATINA E AFRICA FUORI DAI GIOCHI


E per quanto riguarda l'America Latina e l’Africa? “Per più di 20 anni il bilancio di crescita di alcune delle maggiori economie, come il Sud Africa, è stato piuttosto deludente. Lo stesso vale per il Messico. A frenare la creazione di ricchezza concorrono istruzione, capitale umano, stato di diritto, sicurezza. La Cina si è trasformata in 30 anni diventando una superpotenza mentre Messico e il Sud Africa non lo hanno fatto. Gli allocatori di capitale hanno maggiori probabilità di avere i loro uffici ad Abu Dhabi o Dubai piuttosto che a Mumbai o Città del Capo” conclude Rolley.

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