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Amundi svela gli impatti dei principali temi economici in evidenza nei prossimi mesi

Riflettori puntati sul calo dei consumi statunitensi, sul rallentamento della crescita dell’Eurozona, sulla leva fiscale che sta diventando sempre più importante e sulle proiezioni sulla crescita della Cina nel 2026

di Leo Campagna 14 Novembre 2025 08:21

financialounge -  Amundi mercati
Da un lato l’ottimo andamento del settore dell’IA negli Stati Uniti, le aspettative di un allentamento monetario da parte della Fed e il sentiment positivo riguardo all'espansione fiscale in Germania. Dall’altro, le tensioni commerciali tra Washington e Pechino, le preoccupazioni legate ad alcuni eventi creditizi negli Stati Uniti e i timori riguardo all’effetto di lungo periodo della spesa pubblica sul deficit, sul debito e sulle valute. In questo contesto Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute, e Vincent Mortier, Group CIO, Amundi, nel Global Investment Views di novembre hanno delineato i principali temi economici che probabilmente emergeranno nei prossimi mesi.

IL CALO DEI CONSUMI STATUNITENSI


Il primo dei quali riguarda il calo dei consumi che continuano a essere il pilastro dell'economia statunitense. “La buona tenuta dei consumi emersa sinora dai dati pubblicati, nonché un potenziale aumento delle spese per gli investimenti (in particolare nell’IA), ci hanno fatto rivedere al rialzo le stime sulla crescita statunitense per il 2025 (1,9%) e per il 2026 (1,9%)” fanno sapere Defend e Mortier. I quali notano come gli investimenti nel settore tecnologico non si siano ancora tradotti in una creazione significativa di nuovi posti di lavoro e, anche per questo, prospettano un rallentamento della crescita dei redditi e un raffreddamento dei consumi.

PROBABILE RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA DELL’EUROZONA


Il secondo tema in evidenza nei prossimi mesi riguarda il probabile rallentamento della crescita dell'Eurozona nel corso del 2025, per poi recuperare nella seconda metà del 2026, pur rimanendo al di sotto del trend di lungo periodo. Nel breve termine e all'inizio del 2026 a frenare la crescita i potenziali ritardi e aggiustamenti nell'implementazione degli stimoli fiscali tedeschi e le pressioni sul fronte delle esportazioni, parzialmente compensati dalla buona tenuta dell'attività economica in Spagna e in Italia. Eventuali indicazioni di un cessate il fuoco con l’Ucraina (ancora lontano) potrebbero avere un impatto positivo sull'economia e sugli asset europei.

LA LEVA FISCALE SEMPRE PIU’ IMPORTANTE


“Nel frattempo, la leva fiscale sta diventando sempre più importante” riferiscono i due manager di Amundi. “Washington dovrebbe mantenere un orientamento espansivo in ambito fiscale e lo stesso anche Tokyo e Berlino, ma con la differenza cruciale che quest’ultima dispone dei margini necessari per la manovra fiscale”. L’ultimo tema di rilievo, ma non per importanza, è quello relativo alle proiezioni sulla crescita della Cina nel 2026 riviste al rialzo. “La decisione del governo di Pechino di fornire ulteriori stimoli fiscali o monetari dipenderà anche da come evolverà la politica commerciale adottata dagli Stati Uniti nei confronti della Cina. Nel breve periodo ci aspettiamo un’attività economica sottotono alla luce dell’eccessiva concorrenza, della fragilità dei consumi domestici e della riduzione degli investimenti nel settore immobiliare” spiegano Defend e Mortier.

MODERATAMENTE POSITIVI SUGLI ASSET DI RISCHIO


I due manager di Amundi si dichiarano moderatamente positivi sul rischio anche se l’inflazione non si può considerare del tutto depotenziata. A loro avviso, a favorire gli asset rischiosi concorrono il ciclo degli investimenti tecnologici USA, gli stimoli fiscali globali e le politiche di allentamento monetario delle banche centrali in un'economia ancora in crescita. “Nell’obbligazionario globale non assumiamo rischi di duration, e siamo costruttivi sulle obbligazioni societarie investment grade e sul debito dei mercati emergenti. Preferiamo i bond europei a quelli statunitensi e rimaniamo prudenti sul Giappone” rivelano Defend e Mortier.

APPROCCIO SELETTIVO A WALL STREET E DIVERSIFICAZIONE GEOGRAFICA


I quali, alla luce delle valutazioni azionarie elevate negli Stati Uniti propendono per un approccio selettivo a Wall Street e per una diversificazione geografica in Europa, Regno Unito e mercati emergenti, in particolare Brasile, Messico e India. “Nel comparto multi-asset abbiamo invece ridotto il nostro posizionamento sulla duration statunitense. Seguiamo l'evoluzione dei negoziati tra Washington e Pechino sul commercio e sulla concorrenza geopolitica che potrebbero avere un impatto positivo su alcuni asset nei Paesi emergenti.  Infine, il recente rally dell’oro ci ha portato a rivedere al ribasso la nostra view ottimista sul metallo giallo” concludono i due manager di Amundi.

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