L'apertura dei mercati
A rischio il taglio della Fed a dicembre, le Borse Ue perdono terreno in scia a Wall Street
Partenza in rosso per i listini europei, che seguono l'andamento della Borsa Usa. A pesare è il timore che la Federal Reserve possa non procedere con il taglio dei tassi di interesse che, fino a pochi giorni fa, sembrava scontato
di Antonio Cardarelli 14 Novembre 2025 09:06
L'ultima seduta della settimana si apre nel segno della debolezza per le Borse europee. Piazza Affari cede poco meno dell'1%, insieme a Londra e Madrid. Cali più contenuti a Parigi e Francoforte, che aprono rispettivamente a -0,5% e -0,3%. A Milano Mediobanca (+1,7%) è tra le poche eccezioni positive nei primi scambi.
Archiviato lo shutdown, sui mercati tornano a tenere banco le valutazioni dei titoli tech e, soprattutto, l’incertezza sul prossimo taglio della Fed. Nella seduta di ieri l’indice Nasdaq ha ceduto il 2,2%, con gli indici americani appesantiti dai cali di Nvidia (-3,6%), Broadcom (-4,3%), Tesla (-6,6%) e Alphabet (-2,9%), oltre che dal -7,7% registrato da Disney su Dow Jones dopo una trimestrale in chiaroscuro.
La spinta derivante dalla fine dello shutdown sembra essersi già esaurita. Il focus è sul meeting della Fed in programma il 9 e 10 dicembre. Secondo il FedWatch Tool del Cme Group, la probabilità di un taglio dei tassi da parte della banca centrale è al 49%, in netto calo rispetto al 63% del giorno prima. A causa dello shutdown, la Fed è al momento “al buio” visto che non sono stati pubblicati importanti report economici, a partire da quello sull’inflazione. Il presidente della Fed di St. Louis, Alberto Musalem, ha infatti invocato prudenza a fronte di un costo della vita che rimane sopra il target.
I timori sulla politica monetaria Usa e il calo dei tech a Wall Street hanno influenzato anche la Borsa di Tokyo, dove l’indice Nikkei ha chiuso in calo dell’1,7%. In rosso anche i listini cinesi, appesantiti anche dai dati sulle vendite al dettaglio, che hanno subito un rallentamento per il quinto mese consecutivo. Anche la produzione industriale ha deluso le attese a ottobre, registrando un +4,9% contro stime pari a +5,5%.
Sul mercato valutario, euro/dollaro poco mosso a 1,1637 da 1,1647 ieri in chiusura Sul fronte dell'energia, è in rialzo il prezzo del petrolio dopo l'attacco al porto russo di Novorossiysk, che ha spinto anche le quotazioni del frumento ai massimi da quattro mesi. Il future per dicembre sul Wti sale dell'1,36% a 59,49 dollari al barile, mentre il contratto gennaio del Brent guadagna l'1,21% a 63,77 dollari. In rialzo dello 0,5% a 30,6 euro al megawattora il gas naturale ad Amsterdam. In flessione anche il prezzo dell'oro.
DUBBI SULLA VALUTAZIONE DEI TECH
Archiviato lo shutdown, sui mercati tornano a tenere banco le valutazioni dei titoli tech e, soprattutto, l’incertezza sul prossimo taglio della Fed. Nella seduta di ieri l’indice Nasdaq ha ceduto il 2,2%, con gli indici americani appesantiti dai cali di Nvidia (-3,6%), Broadcom (-4,3%), Tesla (-6,6%) e Alphabet (-2,9%), oltre che dal -7,7% registrato da Disney su Dow Jones dopo una trimestrale in chiaroscuro.
A RISCHIO IL TAGLIO DELLA FED
La spinta derivante dalla fine dello shutdown sembra essersi già esaurita. Il focus è sul meeting della Fed in programma il 9 e 10 dicembre. Secondo il FedWatch Tool del Cme Group, la probabilità di un taglio dei tassi da parte della banca centrale è al 49%, in netto calo rispetto al 63% del giorno prima. A causa dello shutdown, la Fed è al momento “al buio” visto che non sono stati pubblicati importanti report economici, a partire da quello sull’inflazione. Il presidente della Fed di St. Louis, Alberto Musalem, ha infatti invocato prudenza a fronte di un costo della vita che rimane sopra il target.
ASIA IN ROSSO: I DATI CINESI
I timori sulla politica monetaria Usa e il calo dei tech a Wall Street hanno influenzato anche la Borsa di Tokyo, dove l’indice Nikkei ha chiuso in calo dell’1,7%. In rosso anche i listini cinesi, appesantiti anche dai dati sulle vendite al dettaglio, che hanno subito un rallentamento per il quinto mese consecutivo. Anche la produzione industriale ha deluso le attese a ottobre, registrando un +4,9% contro stime pari a +5,5%.
VALUTE E PETROLIO
Sul mercato valutario, euro/dollaro poco mosso a 1,1637 da 1,1647 ieri in chiusura Sul fronte dell'energia, è in rialzo il prezzo del petrolio dopo l'attacco al porto russo di Novorossiysk, che ha spinto anche le quotazioni del frumento ai massimi da quattro mesi. Il future per dicembre sul Wti sale dell'1,36% a 59,49 dollari al barile, mentre il contratto gennaio del Brent guadagna l'1,21% a 63,77 dollari. In rialzo dello 0,5% a 30,6 euro al megawattora il gas naturale ad Amsterdam. In flessione anche il prezzo dell'oro.
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