Bond market
Neuberger Berman non vede al momento segnali di stress nel credito
La casa d’investimento continua a considerare qualsiasi allargamento degli spread o della duration in aree selezionate del fixed income come un’opportunità per aumentare l’esposizione
di Leo Campagna 6 Novembre 2025 14:05
Lo stress nei mercati delle obbligazioni corporate è spesso, in generale, un campanello d’allarme per gli asset rischiosi. E’ stato così all’inizio degli anni 2000, prima dello scoppio della bolla dotcom, e nel 2007 alla vigilia della Grande Crisi Finanziaria. Lo stesso nel 2015–2016, durante la crisi del settore energetico, ma anche alla fine del 2018, poco prima del cambio di rotta della politica monetaria della Federal Reserve e, più di recente, tra il 2021 e il 2022, con lo shock inflazionistico.
In ciascuna di queste fasi, un significativo allargamento degli spread creditizi degli indici ha anticipato i ribassi azionari di uno fino a quattro mesi. “Al momento vediamo pochi, se non nessun, segnale di stress più ampio, tantomeno sistemico - tiene a sottolineare Maya Bhandari, Chief Investment Officer, Multi-Asset Strategies, EMEA, di Neuberger Berman - La maggior parte degli spread creditizi misurati dagli indici si colloca nella fascia storica più bassa. Inoltre, i bilanci societari restano solidi, la crescita economica appare orientata a una moderata accelerazione e le condizioni di liquidità sono sostenute da un orientamento tendenzialmente più espansivo sia della politica monetaria che di quella fiscale”.
Più nello specifico, il team Neuberger Berman dedicato agli investimenti obbligazionari, ha rilevato che il recente collasso di First Brands e di Tricolor Auto Group, insieme alle perdite sui prestiti registrate da alcune banche regionali statunitensi, sono relativi a emittenti con indici di capitale non solidi e inadeguate coperture di riserva, utili deboli e scarsa qualità degli attivi. Per questo presentano impatti circoscritti e non estendibili al resto del mercato.
In parallelo, anche adottando uno sguardo top-down, è difficile rintracciare segnali concreti di stress più ampio nel credito. “Gli spread su base option-adjusted, sia per l’high yield più rischioso che per le società con rating Investment grade di qualità superiore, restano compressi e si collocano ben all’interno, o addirittura al di sotto, del quintile storico più basso nelle principali aree geografiche (Stati Uniti, Europa e Asia)” spiega Bhandari.
Secondo la quale, alcuni movimenti tra segmenti del credito meritano attenzione, a cominciare dalla resilienza del credito con rating Ba/BB rispetto alla debolezza del credito con rating Caa/CCC. Focus anche sulla maggiore pressione sulle business development companies (società d’investimento statunitensi quotate in borsa dedicate al finanziamento e al sostegno di imprese di piccole e medie dimensioni, spesso non quotate o con accesso limitato al credito tradizionale) rispetto alle società con rating CCC1, e lo stress nel mercato dei leveraged loans.
Secondo Bhandari la maggior parte degli indicatori di sostenibilità del debito societario nel complesso è migliorata in modo significativo negli ultimi cinque anni. La combinazione di tassi d’interesse bassi e profitti in forte crescita nel post-pandemia ha infatti favorito il riordino dei bilanci aziendali. “La graduale accelerazione della crescita globale e degli utili societari, e politiche monetarie e fiscali ampiamente accomodanti che favoriscono le condizioni di liquidità, disegnano un contesto macro propizio sia per il credito che per l’azionario” riferisce la CIO Multi-Asset Strategies, EMEA, di Neuberger Berman. La quale vede attenuate le pressioni derivanti da un maggior costo del finanziamento grazie alla politica monetaria in fase di allentamento mentre, storicamente, i cicli di default tendono a manifestarsi in presenza di una recessione e/o di diffusi squilibri di bilancio.
Per tutte queste ragioni, rivela la manager, nei prossimi 6–18 mesi privilegerà un posizionamento costruttivo, seppur selettivo, verso gli asset rischiosi come l’azionario, con particolare attenzione alle small cap statunitensi, al Giappone e alla Cina. Stesso approccio nel reddito fisso, dove il focus sarà sui corporate bond Investment grade extra Stati Uniti (in particolare europei) e sui titoli dei mercati emergenti in valuta forte. “Inoltre, pur rimanendo vigili sul rischio di credito, continuiamo a considerare qualsiasi allargamento degli spread o della duration in aree selezionate del fixed income come un’opportunità per aumentare l’esposizione” conclude Bhandari.
POCHI SEGNALI DI STRESS PIU’ AMPIO, TANTOMENO SISTEMICO
In ciascuna di queste fasi, un significativo allargamento degli spread creditizi degli indici ha anticipato i ribassi azionari di uno fino a quattro mesi. “Al momento vediamo pochi, se non nessun, segnale di stress più ampio, tantomeno sistemico - tiene a sottolineare Maya Bhandari, Chief Investment Officer, Multi-Asset Strategies, EMEA, di Neuberger Berman - La maggior parte degli spread creditizi misurati dagli indici si colloca nella fascia storica più bassa. Inoltre, i bilanci societari restano solidi, la crescita economica appare orientata a una moderata accelerazione e le condizioni di liquidità sono sostenute da un orientamento tendenzialmente più espansivo sia della politica monetaria che di quella fiscale”.
IL COLLASSO DI FIRST BRANDS E TRICOLOR AUTO GROUP
Più nello specifico, il team Neuberger Berman dedicato agli investimenti obbligazionari, ha rilevato che il recente collasso di First Brands e di Tricolor Auto Group, insieme alle perdite sui prestiti registrate da alcune banche regionali statunitensi, sono relativi a emittenti con indici di capitale non solidi e inadeguate coperture di riserva, utili deboli e scarsa qualità degli attivi. Per questo presentano impatti circoscritti e non estendibili al resto del mercato.
In parallelo, anche adottando uno sguardo top-down, è difficile rintracciare segnali concreti di stress più ampio nel credito. “Gli spread su base option-adjusted, sia per l’high yield più rischioso che per le società con rating Investment grade di qualità superiore, restano compressi e si collocano ben all’interno, o addirittura al di sotto, del quintile storico più basso nelle principali aree geografiche (Stati Uniti, Europa e Asia)” spiega Bhandari.
FOCUS SU ALCUNI MOVIMENTI TRA SEGMENTI DEL CREDITO
Secondo la quale, alcuni movimenti tra segmenti del credito meritano attenzione, a cominciare dalla resilienza del credito con rating Ba/BB rispetto alla debolezza del credito con rating Caa/CCC. Focus anche sulla maggiore pressione sulle business development companies (società d’investimento statunitensi quotate in borsa dedicate al finanziamento e al sostegno di imprese di piccole e medie dimensioni, spesso non quotate o con accesso limitato al credito tradizionale) rispetto alle società con rating CCC1, e lo stress nel mercato dei leveraged loans.
LA SOSTENIBILITA’ DEL DEBITO SOCIETARIO E’ MIGLIORATA
Secondo Bhandari la maggior parte degli indicatori di sostenibilità del debito societario nel complesso è migliorata in modo significativo negli ultimi cinque anni. La combinazione di tassi d’interesse bassi e profitti in forte crescita nel post-pandemia ha infatti favorito il riordino dei bilanci aziendali. “La graduale accelerazione della crescita globale e degli utili societari, e politiche monetarie e fiscali ampiamente accomodanti che favoriscono le condizioni di liquidità, disegnano un contesto macro propizio sia per il credito che per l’azionario” riferisce la CIO Multi-Asset Strategies, EMEA, di Neuberger Berman. La quale vede attenuate le pressioni derivanti da un maggior costo del finanziamento grazie alla politica monetaria in fase di allentamento mentre, storicamente, i cicli di default tendono a manifestarsi in presenza di una recessione e/o di diffusi squilibri di bilancio.
UN POSIZIONAMENTO COSTRUTTIVO VERSO GLI ASSET RISCHIOSI
Per tutte queste ragioni, rivela la manager, nei prossimi 6–18 mesi privilegerà un posizionamento costruttivo, seppur selettivo, verso gli asset rischiosi come l’azionario, con particolare attenzione alle small cap statunitensi, al Giappone e alla Cina. Stesso approccio nel reddito fisso, dove il focus sarà sui corporate bond Investment grade extra Stati Uniti (in particolare europei) e sui titoli dei mercati emergenti in valuta forte. “Inoltre, pur rimanendo vigili sul rischio di credito, continuiamo a considerare qualsiasi allargamento degli spread o della duration in aree selezionate del fixed income come un’opportunità per aumentare l’esposizione” conclude Bhandari.
