Sunday View
Cosa succede se Bill Gates cambia idea sul clima?
Il fondatore di Microsoft è sempre stato molto attento e attivo nella gestione dei rischi del cambiamento climatico, ma sembra che abbia fatto un passo indietro. E adesso che succede?
di Lorenzo Cleopazzo 2 Novembre 2025 09:30
Avete presente il termine ‘cambiare’? Che domande, certo che sì! Ora immaginatelo in espressioni come: cambiare lavoro, cambiare casa, cambiare la maglia, e così via. Cos’hanno in comune? La sostituzione di uno stato con un altro, di un oggetto, di una posizione... Uno scambio totale, che vede una situazione A rimpiazzata completamente da una situazione B. È questo il significato che di solito diamo al termine ‘cambiare’, no? Eppure, la sua origine non esprime un senso così radicale. Questa parola deriva dal greco ‘kamptein’ e significa letteralmente ‘curvare’, ‘piegare’. Più che una sostituzione, indica piuttosto la trasformazione di qualcosa che semplicemente devia dalla direzione originaria per puntare verso altro, pur mantenendo la sua origine.
Forse è proprio quello che ha fatto Bill Gates parlando del clima: non una sostituzione al 100% delle sue idee, piuttosto una piccola deviazione di percorso. Non un cambiamento radicale, ma “solo” un kamptein.
Dove lo porterà e che cosa lo ha causato, lo vediamo nel Sunday View di questa settimana!
Succede che Bill Gates, che da anni ha investito tempo e denaro in attività e campagne di sensibilizzazione contro il cambiamento climatico, abbia scritto un lungo post sul suo blog dicendo (in soldoni) che alla fine dei conti il clima non è poi così importante. O meglio sì, lo è, ma bisogna anche ridurre il pessimismo e pensare più alle persone piuttosto che alle temperature. Come riporta Stefano Silvestri su TechTalking, per capire i motivi (o i presunti tali) del passo indietro di Gates, bisogna fare un rapido flashback: neanche un mese fa, il fondatore di Microsoft è stato ospite di Donald Trump in occasione di una cena alla Casa Bianca, con altri nomi noti della Silicon Valley. In quell’occasione si è detto impressionato dai progetti economici del tycoon, il quale non è proprio amico degli ambientalisti, per usare un eufemismo.
L’ammirazione di Gates per i piani di uno così poco green e l’improvviso passo indietro appena prima di COP30: qualcuno ha alzato il sopracciglio.
Certo, il caro vecchio Bill non è mica passato da voler piantare alberi in ogni centimetro cubo, a voler sradicare anche il più indifeso degli arbusti. È stato giustamente cauto: la priorità è comunque il benessere del Pianeta e delle persone che lo abitano. Ciò significa ridurre la povertà e migliorare lo stato di salute di tutti, anche se si dovessero abolire alcuni vincoli ambientali. Per di più, i metodi proposti da Gates si fondano su tecnologia e Ai, non a caso due settori in cui Microsoft ha giusto qualcosina in ballo. Quindi bene l’approccio, Bill, ma forse qualcuno avrebbe qualcosa da ridire.
Forse quel qualcuno è andato oltre il concetto di ‘ecologia’ in senso stretto, e ne ha trovate addirittura tre. Quel qualcuno è stato il filosofo francese Félix Guattari, per cui l’ecologia non riguarda solo la natura, ma è un intreccio di tre dimensioni legate tra loro e inseparabili: ambiente, società e mente. In altre parole, il pianeta dev’essere in salute, così che le persone possano giovarne, sia come umanità che come singoli individui. Una sorta di cura bipartisan, dove l’attenzione per il mondo esterno è anche attenzione per quello interno, e viceversa.
In questo Guattari critica il pensiero moderno, radicato a consumismo e competizione, che porterebbero a una frenetica corsa allo sviluppo tecnologico come obiettivo principale a discapito di ogni altra cosa.
Okay probabilmente Guattari avrebbe più di qualcosa di ridire sul passo indietro di Bill Gates. Bisogna pur dire, però, che è anche giusto prendersi cura dell’ambiente senza incorrere in estremismi. E lanciare vernice sui dipinti non è neanche contemplato in questo elenco, talmente è assurdo.
Come dice il fondatore di Microsoft, è giusto tutelare il Pianeta, ma anche supportarlo con un sistema economico globale in grado di farlo. Ma allora torniamo alle tre ecologie di Guattari, e sembra che l’imprenditore americano e il filosofo francese concordino. Dove pende l’ago della bilancia? Dipende dai veri interessi di Bill Gates.
Quello di Gates, dicevamo, più che un cambiamento radicale è una deviazione dal suo percorso. Speriamo solo che abbia impostato bene il GPS, altrimenti rischia di perdersi qualche ecologia per strada.
Forse è proprio quello che ha fatto Bill Gates parlando del clima: non una sostituzione al 100% delle sue idee, piuttosto una piccola deviazione di percorso. Non un cambiamento radicale, ma “solo” un kamptein.
Dove lo porterà e che cosa lo ha causato, lo vediamo nel Sunday View di questa settimana!
RIPENSAMENTI
Succede che Bill Gates, che da anni ha investito tempo e denaro in attività e campagne di sensibilizzazione contro il cambiamento climatico, abbia scritto un lungo post sul suo blog dicendo (in soldoni) che alla fine dei conti il clima non è poi così importante. O meglio sì, lo è, ma bisogna anche ridurre il pessimismo e pensare più alle persone piuttosto che alle temperature. Come riporta Stefano Silvestri su TechTalking, per capire i motivi (o i presunti tali) del passo indietro di Gates, bisogna fare un rapido flashback: neanche un mese fa, il fondatore di Microsoft è stato ospite di Donald Trump in occasione di una cena alla Casa Bianca, con altri nomi noti della Silicon Valley. In quell’occasione si è detto impressionato dai progetti economici del tycoon, il quale non è proprio amico degli ambientalisti, per usare un eufemismo.
L’ammirazione di Gates per i piani di uno così poco green e l’improvviso passo indietro appena prima di COP30: qualcuno ha alzato il sopracciglio.
Certo, il caro vecchio Bill non è mica passato da voler piantare alberi in ogni centimetro cubo, a voler sradicare anche il più indifeso degli arbusti. È stato giustamente cauto: la priorità è comunque il benessere del Pianeta e delle persone che lo abitano. Ciò significa ridurre la povertà e migliorare lo stato di salute di tutti, anche se si dovessero abolire alcuni vincoli ambientali. Per di più, i metodi proposti da Gates si fondano su tecnologia e Ai, non a caso due settori in cui Microsoft ha giusto qualcosina in ballo. Quindi bene l’approccio, Bill, ma forse qualcuno avrebbe qualcosa da ridire.
UN’ECOLOGIA NON BASTA
Forse quel qualcuno è andato oltre il concetto di ‘ecologia’ in senso stretto, e ne ha trovate addirittura tre. Quel qualcuno è stato il filosofo francese Félix Guattari, per cui l’ecologia non riguarda solo la natura, ma è un intreccio di tre dimensioni legate tra loro e inseparabili: ambiente, società e mente. In altre parole, il pianeta dev’essere in salute, così che le persone possano giovarne, sia come umanità che come singoli individui. Una sorta di cura bipartisan, dove l’attenzione per il mondo esterno è anche attenzione per quello interno, e viceversa.
In questo Guattari critica il pensiero moderno, radicato a consumismo e competizione, che porterebbero a una frenetica corsa allo sviluppo tecnologico come obiettivo principale a discapito di ogni altra cosa.
L’AGO DELLA BILANCIA
Okay probabilmente Guattari avrebbe più di qualcosa di ridire sul passo indietro di Bill Gates. Bisogna pur dire, però, che è anche giusto prendersi cura dell’ambiente senza incorrere in estremismi. E lanciare vernice sui dipinti non è neanche contemplato in questo elenco, talmente è assurdo.
Come dice il fondatore di Microsoft, è giusto tutelare il Pianeta, ma anche supportarlo con un sistema economico globale in grado di farlo. Ma allora torniamo alle tre ecologie di Guattari, e sembra che l’imprenditore americano e il filosofo francese concordino. Dove pende l’ago della bilancia? Dipende dai veri interessi di Bill Gates.
BONUS TRACK
Quello di Gates, dicevamo, più che un cambiamento radicale è una deviazione dal suo percorso. Speriamo solo che abbia impostato bene il GPS, altrimenti rischia di perdersi qualche ecologia per strada.
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