Cosa aspettarsi

Tassi e banche centrali: le previsioni di Invesco su Usa, Europa, Cina e Giappone

Rob Waldner, Head of IFI Strategy and Macro Research, esprime un posizionamento neutrale su Fed e BCE, e anche per la Cina, mentre si aspetta pressione al rialzo sui tassi in Giappone

di Stefano Caratelli 24 Ottobre 2025 14:45

financialounge -  Invesco mercati
Quali sono le prospettive rilevanti per gli investitori su tassi di interesse e politica monetaria nelle principali aree economiche del mondo? Un commento a cura di Rob Waldner, Head of IFI Strategy and Macro Research di Invesco indica un posizionamento neutrale per quanto riguarda le banche centrali di USA e Eurozona, così come anche per quanto riguarda la Cina, mentre sul Giappone l’indicazione è di sottopeso, vale a dire che implica l’aspettativa di pressioni al rialzo per un aumento. Partendo dagli USA, Waldner sottolinea che la crescita ha subito un rallentamento con dati sull'inflazione, sebbene generalmente favorevoli, che mostrano segnali crescenti dell'impatto dei dazi.

LA FED TAGLIERÀ ANCORA MA LA CURVA RESTERÀ RIPIDA


Invesco prevede che i conseguenti aumenti dei prezzi manterranno l'inflazione stabile fino a fine anno e che la Fed, dopo aver avviato il ciclo di tagli con uno spostamento verso una posizione accomodante, procederà ad altri due tagli entro il 2025. Ma i rendimenti a lungo termine rimarranno in un intervallo ristretto, poiché le preoccupazioni sul deficit di bilancio sulla governance della Fed manterranno probabilmente ripida la curva. Questa continuerà probabilmente a essere la tendenza dominante fino a quando i dati sulla crescita non inizieranno a migliorare.

LA BCE HA ORMAI RAGGIUNTO IL LIVELLO NEUTRALE


In Europa, la BCE ha invece raggiunto, secondo l’esperto di Invesco, quello che considera il livello neutrale per i tassi di interesse al 2% e dovrebbe mantenere la sua posizione attuale, a meno che shock esterni non rendano necessario un ulteriore allentamento. Sebbene persistano venti contrari strutturali in tutta l'area dell'euro, per Waldner è opportuno fare una pausa, per valutare l'impatto della recente riduzione di 200 punti base. Le prospettive economiche per la regione nei prossimi 12 mesi rimangono incerte, con pressioni continue dovute ai dazi, all'aumento dei flussi di merci cinesi dirottati dagli USA e all'instabilità politica in diversi Stati membri.

OPPORTUNITA’ IN UK, NORVEGIA E REPUBBLICA CECA


Ma, prosegue l’analisi di Invesco, una politica fiscale più accomodante in Germania e un'iniziativa paneuropea di investimenti militari potrebbero fornire sostegno alla crescita, integrando il sostanziale allentamento della BCE. I prezzi di mercato implicano ulteriori tagli limitati da parte della BCE, e in questo contesto Invesco vede opportunità più interessanti in altri mercati, in particolare Regno Unito, Norvegia e nella Repubblica Ceca, per cui mantiene una posizione neutrale sui tassi europei, ma con un orientamento sottopesato su base di valore relativo.

IN CINA SUPPORTO AI RENDIMENTI ONSHORE


In Cina, Invesco prevede un irripidimento della curva dei rendimenti nel medio termine, spiegando che le recenti modifiche alla normativa sulle commissioni di rimborso potrebbero influire sui flussi di alcuni fondi obbligazionari ed aggiungere una certa pressione al ribasso. Come già sottolineato in precedenza, secondo Invesco la traiettoria dell'economia e dell'inflazione e il forte slancio del mercato azionario nei prossimi mesi dovrebbero fornire supporto ai rendimenti onshore, mentre la politica monetaria accomodante dovrebbe ancorare i tassi a breve.

GIAPPONE VERSO UN AUMENTO DEI TASSI


Infine, in Giappone il miglioramento delle prospettive di crescita, combinato con inflazione relativamente stabile, dovrebbe esercitare una pressione al rialzo sui tassi nella parte iniziale della curva dei rendimenti. Il mercato sta scontando una probabilità del 50% di aumento dei tassi a ottobre, giudicato ragionevole. Ma il livello del tasso terminale appare ancora troppo basso, con solo 60 punti base di aumenti scontati nei prossimi 18 mesi. Se l'inflazione si assesterà al 2%, i tassi reali rimarranno probabilmente sotto la stima di neutralità della Banca Centrale.

IMPATTO LIMITATO SUI TITOLI DI STATO A LUNGA


La politica fiscale dovrebbe essere più accomodante in futuro, stimolando la crescita e creando un certo rischio di aumento dell'emissione di titoli di Stato, ma i risultati fiscali sono stati positivi negli ultimi tempi, grazie all'aumento delle entrate dovuto al rafforzamento del PIL, per cui lo stimolo potrebbe essere possibile senza un forte aumento delle emissioni. Inoltre, aggiunge l’esperto di Invesco in conclusione, il Ministero delle Finanze può ridurre ulteriormente le emissioni a lungo termine, il che potrebbe limitare l'impatto sui titoli di Stato a lunga, favorendo un ulteriore appiattimento della curva.

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