Obbligazioni
Bond argentini sempre interessanti nonostante l’incertezza elettorale
Vontobel, in un commento di Thierry Larose, sottolinea che la sfida non è la solvibilità ma il rifinanziamento del debito estero. Cruciale il possibile sostegno da parte del Tesoro Usa
di Stefano Caratelli 24 Ottobre 2025 12:01
Nonostante la notevole incertezza legata alle elezioni di mid term in programma domenica, il profilo di rischio/rendimento dei bond argentini rimane asimmetricamente interessante in questa fase. Lo sottolinea Vontobel in un commento a cura di Thierry Larose, gestore di portafogli di debito emergente, rilevando che la sfida per il Paese sudamericano non è la solvibilità ma il rifinanziamento del debito estero.
Ai livelli attuali di valutazione, rileva Larose, i bond globali in dollari e in euro, debito estero emesso rispettivamente secondo la legge di New York e di Londra, implicano una probabilità di default annualizzata compresa tra il 15% e il 20%, seconda la scadenza, con le obbligazioni più a breve che prezzano un rischio maggiore rispetto a quelle a più lungo termine. Per quanto riguarda i cosiddetti Bonar, bond denominati in dollari USA emessi secondo la legge locale, i tassi di default impliciti sono ancora più elevati.
Pur non essendo estremi rispetto agli standard storici dell’Argentina, secondo l’analisi di Vontobel questi livelli di probabilità di default restano alti se si considera che il Paese non presenta un problema di solvibilità. Infatti, nota Larose, il debito totale non è aumentato da quando il presidente Milei è entrato in carica, e rimane ben sotto i picchi raggiunti durante le amministrazioni di Alberto Fernández e persino di Mauricio Macri.
La principale sfida dell’Argentina oggi non è dunque la solvibilità, sottolinea Vontobel, ma il rischio di rifinanziamento. La banca centrale non è riuscita ad attrarre un’offerta privata sufficiente di dollari per servire e rimborsare il debito estero. Larose ritiene che il tasso di cambio non sia più sopravvalutato in termini reali, ma che non sia ancora abbastanza conveniente da attrarre flussi privati di investitori retail locali, imprese o istituzionali.
In questo contesto, sottolinea in conclusione l’analisi di Vontobel, un sostegno costante da parte del Tesoro USA sarebbe un vero punto di svolta, a condizione che l’amministrazione Milei mantenga un livello di governabilità sostenibile, sia vincendo le elezioni di metà mandato, sia, in caso di sconfitta, con un margine ridotto che consenta comunque alleanze tattiche con blocchi non kirchneristi in Congresso, come i governatori provinciali e i peronisti moderati.
RISCHIO DEFAULT STIMATO AL 15-20%
Ai livelli attuali di valutazione, rileva Larose, i bond globali in dollari e in euro, debito estero emesso rispettivamente secondo la legge di New York e di Londra, implicano una probabilità di default annualizzata compresa tra il 15% e il 20%, seconda la scadenza, con le obbligazioni più a breve che prezzano un rischio maggiore rispetto a quelle a più lungo termine. Per quanto riguarda i cosiddetti Bonar, bond denominati in dollari USA emessi secondo la legge locale, i tassi di default impliciti sono ancora più elevati.
BOND ARGENTINI, LIVELLI ELEVATI MA NON ESTREMI
Pur non essendo estremi rispetto agli standard storici dell’Argentina, secondo l’analisi di Vontobel questi livelli di probabilità di default restano alti se si considera che il Paese non presenta un problema di solvibilità. Infatti, nota Larose, il debito totale non è aumentato da quando il presidente Milei è entrato in carica, e rimane ben sotto i picchi raggiunti durante le amministrazioni di Alberto Fernández e persino di Mauricio Macri.
LA SFIDA NON È LA SOLVIBILITÀ MA IL RIFINANZIAMENTO
La principale sfida dell’Argentina oggi non è dunque la solvibilità, sottolinea Vontobel, ma il rischio di rifinanziamento. La banca centrale non è riuscita ad attrarre un’offerta privata sufficiente di dollari per servire e rimborsare il debito estero. Larose ritiene che il tasso di cambio non sia più sopravvalutato in termini reali, ma che non sia ancora abbastanza conveniente da attrarre flussi privati di investitori retail locali, imprese o istituzionali.
CRUCIALE IL POSSIBILE SOSTEGNO DEL TESORO USA
In questo contesto, sottolinea in conclusione l’analisi di Vontobel, un sostegno costante da parte del Tesoro USA sarebbe un vero punto di svolta, a condizione che l’amministrazione Milei mantenga un livello di governabilità sostenibile, sia vincendo le elezioni di metà mandato, sia, in caso di sconfitta, con un margine ridotto che consenta comunque alleanze tattiche con blocchi non kirchneristi in Congresso, come i governatori provinciali e i peronisti moderati.
