Sostenibilità
Mazzoncini (A2A): “Sulla transizione green non abbiamo dubbi, si continua tranquilli”
Il dibattito europeo sulla possibilità di ammorbidire e allungare i tempi dei piani per rendere più sostenibile l’economia e la produzione industriale non intacca la strategia del gruppo, che punta a realizzare i punti dettati nel PNIEC
di Paolo Gila 17 Ottobre 2025 15:57

Sul cielo europeo si arroventano tensioni che inducono l’opinione pubblica a rivedere i piani della transizione ecologica. Da una parte comincia a manifestare qualche perplessità proprio Bruxelles, intimorita e incoraggiata al contempo dalle dichiarazioni di Trump, la cui volontà preme per rafforzare il ricorso alle fonti di energia tradizionali come gas e petrolio. E da un secondo fronte ci vengono mostrate le ferite geopolitiche, con le guerre in Ucraina e in Medio Oriente che generano pesanti interrogativi sulla certezza delle catene di fornitura di materie prime energetiche, come appunto gas e petrolio, che appaiono al momento insostituibili per molte filiere industriali come acciaierie, vetrerie e cartiere.
Tuttavia la domanda di energia verde sta crescendo, soprattutto a livello del grande pubblico, che si lancia ad esempio verso l’acquisto di auto elettriche, i cui costi si abbassano anche grazie alla politica di incentivi presenti sul mercato. Stime e previsioni sono state illustrate da A2A durante la presentazione del Bilancio di Sostenibilità del Territorio di Milano, ma lo sguardo è corso verso le macro-tendenze, che esulano dal perimetro locale e lo comprendono. “Per un italiano su due – ha precisato Lorenzo Pregliasco di YouTrend – la politica di Trump rallenta il percorso della sostenibilità, segno che la percezione del problema sta cambiando”. Tuttavia, Roberto Tasca, presidente di A2A, ha detto che, nello stesso tempo, “la gente è ormai consapevole che i fattori climatici sono in grado di impattare fino al 17% del Pil a livello mondiale”.
E così cresce anche la domanda di soluzioni – e dei relativi investimenti – per ridurre i rischi derivanti dai cambiamenti climatici. La sensibilità sociale verso il problema è alta e se questa si sposa ad una convenienza economica, l’adozione di soluzioni innovative diventa ancora più diffusa. In Italia sono oltre 2 milioni i caseggiati che hanno installato impianti fotovoltaici, segno che una parte della popolazione ha compreso che questo connubio – sensibilità e convenienza – è stato non solo percepito, ma anche perseguito. Nei prossimi anni si comprenderà ancora maggiormente quanto possa essere vantaggioso adottare soluzioni di risparmio energetico e utilizzare elettrodomestici a basso consumo su larga scala.
L’11 novembre si terrà un Consiglio di Amministrazione di A2A chiamato a valutare le linee di un update del Piano Industriale già in essere ed è certo che non verranno modificate le linee di adesione alla visione green del gruppo multiutility. “Rispetteremo quanto stabilito nel PNIEC” – ha detto in via riservata a Financialounge.com Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, che ha così proseguito: “il Piano Nazionale Integrato di Energia e Clima è stato approvato durante il governo Conte I e prevedeva il raggiungimento di una quota del 55% di energia rinnovabile entro il 2030. Il governo Conte II e il governo Draghi non hanno modificato l’assetto. È stato il governo Meloni che, nel 2024, con il ministro Pichetto Fratin, ha alzato la quota al 63%”. Ciò vuol dire che entro cinque anni due terzi dell’energia sarà prodotta da fonti alternative.
Nel 2024, citano i dati Deloitte aggiornati, la quota di energia ha raggiunto il 49% della produzione elettrica nazionale. “Per passare da questa percentuale a quella che prevede il PNIEC per il 2030 - ha delucidato Mazzoncini – occorre pensare che si deve crescere da una produzione di 90 -100 Gigawatt ad almeno 130 Gigawatt”. L’obiettivo non pare irraggiungibile. Per Mazzoncini, “abbiamo sole, vento, acqua, rifiuti e su queste risorse possiamo puntare per raggiungere gli obiettivi, pertanto non abbiamo dubbi, siamo tranquilli e procediamo sulla nostra strada”. In vista di questi scopi è pronto anche un piano di investimenti i cui dettagli saranno affrontati proprio durante la riunione del prossimo Consiglio di Amministrazione della società.
DOMANDA E INVESTIMENTI DI A2A
Tuttavia la domanda di energia verde sta crescendo, soprattutto a livello del grande pubblico, che si lancia ad esempio verso l’acquisto di auto elettriche, i cui costi si abbassano anche grazie alla politica di incentivi presenti sul mercato. Stime e previsioni sono state illustrate da A2A durante la presentazione del Bilancio di Sostenibilità del Territorio di Milano, ma lo sguardo è corso verso le macro-tendenze, che esulano dal perimetro locale e lo comprendono. “Per un italiano su due – ha precisato Lorenzo Pregliasco di YouTrend – la politica di Trump rallenta il percorso della sostenibilità, segno che la percezione del problema sta cambiando”. Tuttavia, Roberto Tasca, presidente di A2A, ha detto che, nello stesso tempo, “la gente è ormai consapevole che i fattori climatici sono in grado di impattare fino al 17% del Pil a livello mondiale”.
NUOVE RICHIESTE
E così cresce anche la domanda di soluzioni – e dei relativi investimenti – per ridurre i rischi derivanti dai cambiamenti climatici. La sensibilità sociale verso il problema è alta e se questa si sposa ad una convenienza economica, l’adozione di soluzioni innovative diventa ancora più diffusa. In Italia sono oltre 2 milioni i caseggiati che hanno installato impianti fotovoltaici, segno che una parte della popolazione ha compreso che questo connubio – sensibilità e convenienza – è stato non solo percepito, ma anche perseguito. Nei prossimi anni si comprenderà ancora maggiormente quanto possa essere vantaggioso adottare soluzioni di risparmio energetico e utilizzare elettrodomestici a basso consumo su larga scala.
L’INTERVENTO DEL PNIEC
L’11 novembre si terrà un Consiglio di Amministrazione di A2A chiamato a valutare le linee di un update del Piano Industriale già in essere ed è certo che non verranno modificate le linee di adesione alla visione green del gruppo multiutility. “Rispetteremo quanto stabilito nel PNIEC” – ha detto in via riservata a Financialounge.com Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, che ha così proseguito: “il Piano Nazionale Integrato di Energia e Clima è stato approvato durante il governo Conte I e prevedeva il raggiungimento di una quota del 55% di energia rinnovabile entro il 2030. Il governo Conte II e il governo Draghi non hanno modificato l’assetto. È stato il governo Meloni che, nel 2024, con il ministro Pichetto Fratin, ha alzato la quota al 63%”. Ciò vuol dire che entro cinque anni due terzi dell’energia sarà prodotta da fonti alternative.
I DATI ATTUALI E FUTURI
Nel 2024, citano i dati Deloitte aggiornati, la quota di energia ha raggiunto il 49% della produzione elettrica nazionale. “Per passare da questa percentuale a quella che prevede il PNIEC per il 2030 - ha delucidato Mazzoncini – occorre pensare che si deve crescere da una produzione di 90 -100 Gigawatt ad almeno 130 Gigawatt”. L’obiettivo non pare irraggiungibile. Per Mazzoncini, “abbiamo sole, vento, acqua, rifiuti e su queste risorse possiamo puntare per raggiungere gli obiettivi, pertanto non abbiamo dubbi, siamo tranquilli e procediamo sulla nostra strada”. In vista di questi scopi è pronto anche un piano di investimenti i cui dettagli saranno affrontati proprio durante la riunione del prossimo Consiglio di Amministrazione della società.
Trending