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L&G spiega perché la Cina può evitare il rischio di crescere troppo lentamente
Anni di rapida crescita del Pil non si sono tradotti in profitti per le imprese. Ora, una strategia di crescita più disciplinata e basata sulla qualità può innescare, sul lungo periodo, un aumento degli utili
di Leo Campagna 17 Ottobre 2025 14:54

Crisi immobiliare, debito crescente, invecchiamento della popolazione e sovrapproduzione industriale. Sono i fattori che hanno portato il Giappone ad un prolungato declino dopo il boom degli anni ottanta. Gli stessi fattori che deve affrontare oggi la Cina. Si stima che il debito di Pechino, includendo anche gli strumenti di indebitamento locali (LGFV), abbia raggiunto nel 2023 la soglia del 117% del Pil rappresentando un freno per gli investimenti e la crescita. Il tasso di natalità cinese è ai suoi minimi decennali, l’urbanizzazione è ferma e la popolazione sta invecchiando velocemente: a soffrirne sono i consumi che contribuiscono a una pressione deflazionistica persistente. Inoltre la sovrapproduzione e una domanda domestica in affanno, aumentano la competizione e riducono i margini di profitto aziendali.
“La Cina ha diversi modi per evitare il destino del Giappone. Avendo un debito pubblico all’88% del PIL, ben diverso dal 230% del Giappone, non ha necessariamente bisogno di tassi molto bassi per finanziare il suo debito. Le passività delle LGFV possono essere ristrutturate e le amministrazioni locali possono sostenere le obbligazioni sfruttando tanti asset , dalle utility alle infrastrutture” fa saper Ji Shi, Active Equities Portfolio Manager di L&G. Che segnala, inoltre, come, sempre più spesso, molte province stiano rivedendo, per la prima volta dopo decenni, le tariffe dei servizi di base come acqua, elettricità e trasporti.
La Cina, nel frattempo, sta passando da un modello di crescita basato sulla quantità a uno incentrato sull’alta qualità. I politici stanno dando priorità alla gestione del debito, riducendo i rischi, piuttosto che concedere ulteriori espansioni creditizie in linea con le intenzioni del governo centrale disposto ad accettare una crescita più lenta ma più solida. “A questo proposito, i possibili driver di crescita della Cina sembrano convincenti: intelligenza artificiale, energia verde ed ecosistemi di innovazione più ampi” riferisce Shi .
La manager di L&G ritiene che la campagna “anti-involution” promossa da Pechino per frenare l'eccesso produttivo e rilanciare settori chiave faccia parte di una svolta strategica e non semplicemente di un insieme di misure amministrative temporanee. Per questo motivo, sarà probabilmente più strutturale che ciclica. “Alla base della spinta “anti-involution” figura la fine di una crescita basata sul debito. In passato, le banche statali rispondevano a direttive che imponevano di concedere prestiti a tassi contenuti senza una reale valutazione del rischio alimentando i progetti di bassa qualità.. Ora i regolatori hanno iniziato a eliminare gradualmente la “window guidance” e a promuovere una determinazione dei tassi di interesse basata sul rischio” specifica Shi .
Sistemi di finanziamento più selettivi e basati sul rischio aiuteranno a indirizzare il capitale verso progetti di maggiore qualità. Inoltre la Cina non può limitarsi ad un sistema finanziario basato sul solo credito bancario, e i mercati dei capitali rappresentano un’alternativa valida. Il tutto mentre policymaker adesso incoraggiano un graduale spostamento del risparmio verso il mercato azionario.
“Ci vorrà tempo per il cambiamento ma l’attenzione tende oggi a focalizzarsi sulla valorizzazione degli asset esistenti e sulla selezione di progetti di alta qualità, compatibilmente con risorse più limitate. Il governo centrale ha introdotto il concetto di mercati nazionali e ha approvato leggi per salvaguardare l’iniziativa privata, smantellando reti protezioniste locali e pratiche discriminatorie” sottolinea la manager di L&G. Secondo la quale, dopo anni di rapida crescita del Pil che non si sono tradotti in profitti per le imprese, ora una strategia di crescita più disciplinata e basata sulla qualità può innescare, sul lungo periodo, un aumento degli utili.
DIVERSI MODI PER EVITARE IL DESTINO DEL GIAPPONE
“La Cina ha diversi modi per evitare il destino del Giappone. Avendo un debito pubblico all’88% del PIL, ben diverso dal 230% del Giappone, non ha necessariamente bisogno di tassi molto bassi per finanziare il suo debito. Le passività delle LGFV possono essere ristrutturate e le amministrazioni locali possono sostenere le obbligazioni sfruttando tanti asset , dalle utility alle infrastrutture” fa saper Ji Shi, Active Equities Portfolio Manager di L&G. Che segnala, inoltre, come, sempre più spesso, molte province stiano rivedendo, per la prima volta dopo decenni, le tariffe dei servizi di base come acqua, elettricità e trasporti.
VERSO UN MODELLO DI CRESCITA BASATO SULLA QUALITÀ
La Cina, nel frattempo, sta passando da un modello di crescita basato sulla quantità a uno incentrato sull’alta qualità. I politici stanno dando priorità alla gestione del debito, riducendo i rischi, piuttosto che concedere ulteriori espansioni creditizie in linea con le intenzioni del governo centrale disposto ad accettare una crescita più lenta ma più solida. “A questo proposito, i possibili driver di crescita della Cina sembrano convincenti: intelligenza artificiale, energia verde ed ecosistemi di innovazione più ampi” riferisce Shi .
LA CAMPAGNA ‘ANTI-INVOLUTION’ PROMOSSA DA PECHINO
La manager di L&G ritiene che la campagna “anti-involution” promossa da Pechino per frenare l'eccesso produttivo e rilanciare settori chiave faccia parte di una svolta strategica e non semplicemente di un insieme di misure amministrative temporanee. Per questo motivo, sarà probabilmente più strutturale che ciclica. “Alla base della spinta “anti-involution” figura la fine di una crescita basata sul debito. In passato, le banche statali rispondevano a direttive che imponevano di concedere prestiti a tassi contenuti senza una reale valutazione del rischio alimentando i progetti di bassa qualità.. Ora i regolatori hanno iniziato a eliminare gradualmente la “window guidance” e a promuovere una determinazione dei tassi di interesse basata sul rischio” specifica Shi .
UN GRADUALE SPOSTAMENTO DEL RISPARMIO VERSO IL MERCATO AZIONARIO
Sistemi di finanziamento più selettivi e basati sul rischio aiuteranno a indirizzare il capitale verso progetti di maggiore qualità. Inoltre la Cina non può limitarsi ad un sistema finanziario basato sul solo credito bancario, e i mercati dei capitali rappresentano un’alternativa valida. Il tutto mentre policymaker adesso incoraggiano un graduale spostamento del risparmio verso il mercato azionario.
INNESCARE, SUL LUNGO PERIODO, UN AUMENTO DEGLI UTILI
“Ci vorrà tempo per il cambiamento ma l’attenzione tende oggi a focalizzarsi sulla valorizzazione degli asset esistenti e sulla selezione di progetti di alta qualità, compatibilmente con risorse più limitate. Il governo centrale ha introdotto il concetto di mercati nazionali e ha approvato leggi per salvaguardare l’iniziativa privata, smantellando reti protezioniste locali e pratiche discriminatorie” sottolinea la manager di L&G. Secondo la quale, dopo anni di rapida crescita del Pil che non si sono tradotti in profitti per le imprese, ora una strategia di crescita più disciplinata e basata sulla qualità può innescare, sul lungo periodo, un aumento degli utili.