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Pictet AM: mercati ottimisti, ma l’equilibrio resta delicato per gli Usa

Un commento di Andrea Delitala delinea uno scenario costruttivo ma fragile, con l’economia USA che sorprende per resilienza. L’indipendenza della Fed e il dollaro i rischi da monitorare

di Stefano Caratelli 14 Ottobre 2025 14:00

financialounge -  Andrea Delitala Pictet Asset Management
Settembre ha registrato una buona performance dei mercati, sia per l’azionario che per l’obbligazionario globali, ancora più robusta nelle piazze dei Paesi Emergenti. L’ottimismo degli investitori è legato alla solidità della crescita USA, dove il PIL del secondo trimestre si è attestato al 3,8%, ben oltre le attese, anche se con una certa incostanza nelle importazioni, per il tentativo delle imprese di anticipare l’imposizione di nuove tariffe. Fa comunque ben sperare la dinamica dei consumi, a fronte di investimenti ancora deboli e concentrati quasi esclusivamente nei settori legati all’IA, e nel complesso continua a prevalere una sensazione di resilienza economica, senza un impatto inflattivo significativo dei dazi di Trump.

CAPIRE SE L’IMPATTO DEI DAZI È STATO ASSORBITO


In sintesi, un equilibrio delicato per gli USA, con mercati ottimisti e una politica monetaria più cauta, sottolinea un commento di Andrea Delitala, Head of Multi Asset Euro di Pictet Asset Management, secondo cui resta da capire se l’economia USA abbia già assorbito, meglio del previsto, l’effetto stagflattivo dei dazi, oppure se le conseguenze negative su crescita e inflazione debbano ancora manifestarsi. Gli economisti hanno migliorato le previsioni e anche le stime di Pictet AM sono state migliorate, ma Delitala resta cauto, per il rischio che l’inflazione resti in area 3% in un contesto di ripresa e stimolo fiscale, i cui effetti saranno visibili solo tra fine 2025 e 2026.

LE MINACCE ALL’INDIPENDENZA DELLA FED


Sul fronte della politica monetaria, la Fed ha ripreso il ciclo di allentamento ipotizzando altre due riduzioni dei tassi a fine ottobre e a dicembre, prima di rallentare nel 2026 e nel 2027 per raggiungere il livello neutrale del 3%. Questa scelta, secondo Delitala, riflette la necessità di bilanciare il rischio di inflazione ancora elevata con quello crescente, di un rallentamento dell’occupazione. A complicare il quadro si aggiunge il crescente peso politico sulla banca centrale, con l’economista Stephen Miran, nuovo membro del Board nominato da Trump, che ha espresso la volontà di tagliare i tassi di un ulteriore punto e mezzo entro fine anno. Una perdita di fiducia nell’istituto si rifletterebbe nelle aspettative di inflazione, ma anche in un irripidimento delle curve dei rendimenti e in volatilità valutaria.

PROBABILE UN ULTERIORE INDEBOLIMENTO DEL DOLLARO


Pictet AM ritiene probabile un progressivo indebolimento del dollaro verso area 1,25 contro euro nel 2026, per cui l’esposizione alla valuta USA rimane strategicamente ridotta a favore dell’oro e di una diversificazione valutaria più contenuta rispetto all’euro, che resta la valuta di riferimento della casa. Sul fronte azionario, Delitala nota che nonostante valutazioni ancora elevate i risultati delle società restano solidi, e continua a privilegiare i settori tecnologico e finanziario, sostenuti dal ciclo dell’IA, che non mostra ancora i tratti di una bolla in quanto mancano infatti gli eccessi tipici di fasi finali di ciclo.

NEUTRALITÀ SULL’AZIONARIO EUROPEO IN ATTESA DELLA FRANCIA


Sull’azionario europeo Pictet AM mantiene un posizionamento neutrale, ma potrebbe diventare più costruttiva una volta che la Francia avrà superato l’incertezza politica, mentre ha incrementato il peso dei Mercati Emergenti, sia lato azionario che obbligazionario. Sul mercato obbligazionario continua a privilegiare i titoli europei ed emergenti rispetto agli USA mantenendo tuttavia una duration inferiore alla media dopo i forti guadagni estivi che hanno portato il rendimento del Treasury decennale al 4%.

UN QUADRO COSTRUTTIVO MA FRAGILE, OCCHIO A FED E DOLLARO


In sintesi, conclude Delitala, lo scenario resta costruttivo ma fragile: l’economia USA continua a sorprendere per resilienza, sostenuta da politiche fiscali espansive e da un mercato del lavoro ancora solido. Ma la perdita di indipendenza della Fed e un eventuale indebolimento del dollaro rappresentano rischi da monitorare con attenzione nei prossimi mesi.

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