Lusso europeo
Le sfide del lusso europeo, tra rilancio dei brand e passaggi generazionali
Secondo Chiara Robba di Generali Asset Management, i grandi gruppi si trovano ad affrontare una serie di problematiche tra cui la scelta dei nuovi direttori delle maison. Un processo delicato e strategico
di Redazione 11 Ottobre 2025 09:30

Il settore del lusso a livello europeo sta attraversando nel 2025 una fase delicata: deve fronteggiare cambi generazionali, problematiche strutturali e instabilità economica e geopolitica, frenata delle vendite e quotazioni in Borsa di alcune società. Le aziende del lusso devono poi ripensare il loro riposizionamento. I più giovani, infatti, dalla Gen Z ai Millennials, cercano autenticità, qualità e sostenibilità, diventati oggi i principali driver d’acquisto. "Questo mutamento - sottolinea Chiara Robba, head of LDI Equity di Generali Asset Management - avviene in un contesto di rallentamento della domanda globale". Nell'anno in corso, infatti la società di consulenza Bain prevede una contrazione del mercato tra il 2% e il 5% frenato da tensioni geopolitiche e instabilità economica che erodono il "feel good factor" cioè la fiducia dei consumatori nel futuro e difficoltà lungo le supply chain soggette a criteri Esg stringenti.
Sul fronte generazionale, molti gruppi del lusso, soprattutto in Francia e Italia sono a conduzione familiare. Il passaggio riguarda la successione, ma soprattutto il trasferimento di visione, valori e leadership. "Ad esempio in Francia - spiega Robba - il Gruppo Lvmh ha avviato un processo graduale di successione con l'ingresso dei figli dell'amministratore delegato Bernard Arnault in ruoli chiave. In Italia c'è la famiglia Ferragamo che dopo la morte del suo fondatore nel 1960 è passata nelle mani della prima moglie che ha gestito l'azienda per oltre 50 anni e poi ai sei figli. La famiglia ha poi firmato un accordo che stabilisce i requisiti per entrare in azienda. Sempre in Italia il Gruppo Prada ha iniziato a pianificare il futuro con un avvicendamento progressivo mantenendo però una forte presenza della famiglia fondatrice".
Giorgio Armani, recentemente scomparso, ha pensato nel suo testamento, in assenza di eredi diretti, alla successione e alla continuità dell'azienda che ha un fatturato di circa 2,3 miliardi di euro. Lo stilista ha affidato la continuità del suo impero alla Fondazione Armani. Il testamento prevede la cessione fino al 70% della società entro cinque anni privilegiando partner industriali come Lvmh, l'Oréal o EssilorLuxottica ed escludendo i fondi di investimento. "In ogni caso - sottolinea Chiara Robba - la Fondazione dovrà mantenere almeno il 30,1% del capitale per garantire continuità e controllo".
Il settore del lusso si prepara anche a una stagione di consolidamento. "I grandi gruppi si muovono per acquisire marchi iconici in cerca di continuità", spiega ancora l'esperta di Generali Asset Management. "In Italia Prada ha annunciato ad aprile l'acquisto di Versace per 1,25 miliardi di euro che si dovrebbe finalizzare nella seconda parte dell'anno. Kering, invece, ha rinviato l'acquisizione del rimanente 70% di Valentino". "Negli anni '90 la moda italiana ha vissuto un periodo d'oro grazie a Armani, Versace e Valentino. Si spera che i cambi generazionali e societari aiutino il settore a tornare agli antichi fasti", conclude l'analisi di Chiara Robba head of LDI Equity di Generali Asset Management.
IL PASSAGGIO GENERAZIONALE DELLE MAISON
Sul fronte generazionale, molti gruppi del lusso, soprattutto in Francia e Italia sono a conduzione familiare. Il passaggio riguarda la successione, ma soprattutto il trasferimento di visione, valori e leadership. "Ad esempio in Francia - spiega Robba - il Gruppo Lvmh ha avviato un processo graduale di successione con l'ingresso dei figli dell'amministratore delegato Bernard Arnault in ruoli chiave. In Italia c'è la famiglia Ferragamo che dopo la morte del suo fondatore nel 1960 è passata nelle mani della prima moglie che ha gestito l'azienda per oltre 50 anni e poi ai sei figli. La famiglia ha poi firmato un accordo che stabilisce i requisiti per entrare in azienda. Sempre in Italia il Gruppo Prada ha iniziato a pianificare il futuro con un avvicendamento progressivo mantenendo però una forte presenza della famiglia fondatrice".
SETTORE LUSSO, IL CASO DI GIORGIO ARMANI
Giorgio Armani, recentemente scomparso, ha pensato nel suo testamento, in assenza di eredi diretti, alla successione e alla continuità dell'azienda che ha un fatturato di circa 2,3 miliardi di euro. Lo stilista ha affidato la continuità del suo impero alla Fondazione Armani. Il testamento prevede la cessione fino al 70% della società entro cinque anni privilegiando partner industriali come Lvmh, l'Oréal o EssilorLuxottica ed escludendo i fondi di investimento. "In ogni caso - sottolinea Chiara Robba - la Fondazione dovrà mantenere almeno il 30,1% del capitale per garantire continuità e controllo".
UNA STAGIONE DI CONSOLIDAMENTO
Il settore del lusso si prepara anche a una stagione di consolidamento. "I grandi gruppi si muovono per acquisire marchi iconici in cerca di continuità", spiega ancora l'esperta di Generali Asset Management. "In Italia Prada ha annunciato ad aprile l'acquisto di Versace per 1,25 miliardi di euro che si dovrebbe finalizzare nella seconda parte dell'anno. Kering, invece, ha rinviato l'acquisizione del rimanente 70% di Valentino". "Negli anni '90 la moda italiana ha vissuto un periodo d'oro grazie a Armani, Versace e Valentino. Si spera che i cambi generazionali e societari aiutino il settore a tornare agli antichi fasti", conclude l'analisi di Chiara Robba head of LDI Equity di Generali Asset Management.