Risiko bancario

Bruxelles pronta a bocciare il Golden Power italiano su Unicredit–Banco Bpm

Secondo Reuters, la Commissione europea chiederà al governo di ritirare il decreto del 18 aprile. Una mossa che potrebbe riaprire il risiko bancario e favorire il consolidamento del settore in Europa

di Davide Lentini 10 Ottobre 2025 10:06

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Secondo quanto riportato da Reuters, la Commissione europea si appresta a chiedere entro metà novembre al governo italiano di ritirare il decreto sul golden power varato il 18 aprile scorso, relativo all’operazione tra Unicredit e Banco Bpm. La decisione, presa dalla Direzione generale della Concorrenza (DgComp) confermerebbe le conclusioni della lettera preliminare del 14 luglio. Bruxelles intende riaffermare la propria competenza esclusiva in materia di concorrenza, giudicando eccessive le condizioni imposte da Roma che andavano oltre l’ambito della sicurezza nazionale.

SUPREMAZIA UE SUL GOLDEN POWER


Il decreto del 18 aprile aveva autorizzato la fusione Unicredit–Banco Bpm, ma imponendo vincoli molto stringenti: mantenimento per cinque anni dei livelli di depositi e prestiti, divieto per Anima Sgr di vendere titoli del debito pubblico italiano, e obbligo per Unicredit di uscire dalla Russia entro nove mesi. Per la Commissione Ue, queste prescrizioni “esulano dalla sicurezza nazionale” e violano il principio di libera concorrenza. Il provvedimento europeo sarà formalizzato con due lettere distinte entro la metà di novembre.

IL CONTRASTO TRA ROMA E BRUXELLES


Il governo italiano, in particolare il Mef, si è opposto alla decisione europea, sostenendo che le misure rientravano nella difesa del risparmio, parte integrante della sicurezza nazionale. Tuttavia, secondo fonti europee citate da Reuters, questa interpretazione non è stata accolta. Ora Roma dovrà ritirare il decreto o ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Ue contro la decisione, aprendo un nuovo fronte politico e giuridico in Europa.

GOLDEN POWER E RISIKO BANCARIO


L’intervento dell’Ue potrebbe avere effetti immediati sul risiko bancario italiano. Secondo le fonti di Reuters, Unicredit potrebbe chiedere i danni al governo per averla dissuasa dal procedere con l’ops su Banco Bpm lo scorso luglio. Ma il nuovo scenario europeo potrebbe spingere l'ad Andrea Orcel a rivalutare l’operazione o a riproporla, in un contesto più favorevole al consolidamento bancario.

RISVOLTI EUROPEI DEL GOLDEN POWER


Il provvedimento di Bruxelles non riguarda solo l’Italia. La Commissione intende favorire un consolidamento bancario su scala continentale, per rafforzare il sistema finanziario europeo e renderlo competitivo con gli istituti americani e cinesi. La decisione potrebbe avere eco anche in Germania, dove Unicredit punta a Commerzbank, e in Spagna, dove BBVA tenta da anni di fondersi con Banco Sabadell, operazione finora ostacolata dal governo Sánchez.

VERSO L’UNIONE FINANZIARIA EUROPEA


Secondo la linea europea, promuovere fusioni e acquisizioni bancarie transfrontaliere è un passo necessario per costruire una vera Unione finanziaria e monetaria. Il caso Unicredit–Banco Bpm, come osserva Reuters, diventa così un test simbolico del nuovo equilibrio tra sovranità nazionale e integrazione europea.

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