Obbligazionario
Settore delle utility Usa: un'opportunità unica tra i titoli di credito investment grade
Flavio Carpenzano (Capital Group) ha analizzato le società di utilità elettriche statunitensi spiegando perché si distinguono per la loro capacità di fornire una fonte di reddito stabile e affidabile
di Leo Campagna 9 Ottobre 2025 16:53

L’incertezza sui dazi e sulla geopolitica, le aspettative sull’inflazione e sulla crescita economica stanno caratterizzando l’attuale contesto di mercato rendendo sfidanti le scelte di investimento anche nel reddito fisso. Tuttavia, secondo Flavio Carpenzano, Asset Class Lead Fixed Income, Europe e Asia di Capital Group, si distingue un settore per la sua capacità di offrire un'opportunità unica tra i titoli di credito investment grade, quello delle utility.
“Il contesto normativo favorisce le utility grazie agli efficaci meccanismi di recupero dei costi previsti per garantire la continuità dei servizi essenziali forniti da queste società. Si pensi ai costi di manutenzione e operativi che possono essere trasferiti direttamente al consumatore, con gli interessi passivi derivanti dall'emissione di nuovo debito applicati direttamente alle bollette dei clienti” spiega Carpenzano. Un meccanismo che consente, in generale, di allineare i ricavi e le spese di una utility, consento all’azienda di generare un flusso di cassa costante e stabile indipendente dal ciclo macroeconomico. Per esempio, dopo l’ aumento dei prezzi delle materie prime del 2022, i costi sono stati trasferiti nel 2023 ai consumatori.
Entrando poi nello specifico delle emissioni nel settore delle utility, si scopre l’elevata frammentazione, anche relativamente al singolo emittente, che porta a un ampliamento strutturale dei titoli collocati e in circolazione e a una dispersione degli spread. In secondo luogo, molte utility elettriche statunitensi emettono titoli di debito garantiti. Le clausole sono restrittive ma garantiscono il bond emesso tramite tutte le attività del monopolio regolamentato.
“In base ad un calcolo approssimativo, nei prossimi cinque anni il settore dovrebbe generare circa 700 miliardi di dollari di flusso di cassa operativo. Per contro, dovrà soddisfare anche la domanda di IA, modernizzare la rete elettrica, integrare più risorse energetiche pulite nel sistema e rafforzare la rete contro eventi meteorologici estremi. Per farlo gli investimenti dovrebbero ammontare a circa 1.200 mld di dollari ai quali vanno aggiunti circa 200 miliardi di dollari di dividendi” argomenta Carpenzano.
Il deficit di liquidità compreso tra 500 e 700 miliardi di dollari che dovrà affrontare il settore sarà finanziato in parte tramite capitale proprio, e, per la maggior parte, probabilmente tramite raccolta sui mercati del debito. A tutto questo si aggiungono altri 230 miliardi di dollari circa relativi alle scadenze delle obbligazioni in circolazione. “Alla luce di questi impegni finanziari è fondamentale che le utility mantengano un'elevata qualità creditizia, anche a livello di holding. Questo perché si tratta di società che distribuiscono dividendi e sono quotate come proxy obbligazionari nei mercati azionari. È necessario un rating medio BBB per preservare i multipli richiesti dagli investitori azionari per queste attività. Dovranno riuscire ad emettere azioni per mantenere i propri parametri di credito e garantire un costo stabile del debito e del capitale proprio” sottolinea il manager di Capital Group.
Uno dei principali rischi per il settore: gli incendi boschivi e i relativi costi di responsabilità che possono comportare per le utility. A questo proposito, il fondo per gli incendi boschivi ha subito una riduzione dopo gli incendi boschivi che hanno colpito la California meridionale all'inizio di quest'anno. Attualmente è in discussione una legge che stabilisca chi debba sostenere i costi per ricostituirlo, il cui esito avrà probabilmente un impatto sui detentori di obbligazioni e azioni.
“Il Governatore della California dovrebbe invitare i legislatori ad approvare una nuova legge sugli incendi boschivi che dovrebbe distribuire meglio i costi degli incendi boschivi catastrofici su una gamma più ampia di soggetti, oltre alle sole utility, ai loro investitori e ai loro clienti. Una nuova legislazione che dovrebbe comportare una significativa compressione degli spread creditizi per le utility californiane e propiziare risultati di investimento significativamente positivi per i detentori di obbligazioni” conclude Carpenzano.
IL CONTESTO NORMATIVO FAVORISCE LE UTILITY
“Il contesto normativo favorisce le utility grazie agli efficaci meccanismi di recupero dei costi previsti per garantire la continuità dei servizi essenziali forniti da queste società. Si pensi ai costi di manutenzione e operativi che possono essere trasferiti direttamente al consumatore, con gli interessi passivi derivanti dall'emissione di nuovo debito applicati direttamente alle bollette dei clienti” spiega Carpenzano. Un meccanismo che consente, in generale, di allineare i ricavi e le spese di una utility, consento all’azienda di generare un flusso di cassa costante e stabile indipendente dal ciclo macroeconomico. Per esempio, dopo l’ aumento dei prezzi delle materie prime del 2022, i costi sono stati trasferiti nel 2023 ai consumatori.
UTILITY, UNA DISPERSIONE DEGLI SPREAD
Entrando poi nello specifico delle emissioni nel settore delle utility, si scopre l’elevata frammentazione, anche relativamente al singolo emittente, che porta a un ampliamento strutturale dei titoli collocati e in circolazione e a una dispersione degli spread. In secondo luogo, molte utility elettriche statunitensi emettono titoli di debito garantiti. Le clausole sono restrittive ma garantiscono il bond emesso tramite tutte le attività del monopolio regolamentato.
FLUSSI DI CASSA, INVESTIMENTI E DIVIDENDI
“In base ad un calcolo approssimativo, nei prossimi cinque anni il settore dovrebbe generare circa 700 miliardi di dollari di flusso di cassa operativo. Per contro, dovrà soddisfare anche la domanda di IA, modernizzare la rete elettrica, integrare più risorse energetiche pulite nel sistema e rafforzare la rete contro eventi meteorologici estremi. Per farlo gli investimenti dovrebbero ammontare a circa 1.200 mld di dollari ai quali vanno aggiunti circa 200 miliardi di dollari di dividendi” argomenta Carpenzano.
MANTENERE UN’ELEVATA QUALITÀ CREDITIZIA
Il deficit di liquidità compreso tra 500 e 700 miliardi di dollari che dovrà affrontare il settore sarà finanziato in parte tramite capitale proprio, e, per la maggior parte, probabilmente tramite raccolta sui mercati del debito. A tutto questo si aggiungono altri 230 miliardi di dollari circa relativi alle scadenze delle obbligazioni in circolazione. “Alla luce di questi impegni finanziari è fondamentale che le utility mantengano un'elevata qualità creditizia, anche a livello di holding. Questo perché si tratta di società che distribuiscono dividendi e sono quotate come proxy obbligazionari nei mercati azionari. È necessario un rating medio BBB per preservare i multipli richiesti dagli investitori azionari per queste attività. Dovranno riuscire ad emettere azioni per mantenere i propri parametri di credito e garantire un costo stabile del debito e del capitale proprio” sottolinea il manager di Capital Group.
INCENDI BOSCHIVI
Uno dei principali rischi per il settore: gli incendi boschivi e i relativi costi di responsabilità che possono comportare per le utility. A questo proposito, il fondo per gli incendi boschivi ha subito una riduzione dopo gli incendi boschivi che hanno colpito la California meridionale all'inizio di quest'anno. Attualmente è in discussione una legge che stabilisca chi debba sostenere i costi per ricostituirlo, il cui esito avrà probabilmente un impatto sui detentori di obbligazioni e azioni.
ATTESA PER UNA NUOVA LEGISLAZIONE
“Il Governatore della California dovrebbe invitare i legislatori ad approvare una nuova legge sugli incendi boschivi che dovrebbe distribuire meglio i costi degli incendi boschivi catastrofici su una gamma più ampia di soggetti, oltre alle sole utility, ai loro investitori e ai loro clienti. Una nuova legislazione che dovrebbe comportare una significativa compressione degli spread creditizi per le utility californiane e propiziare risultati di investimento significativamente positivi per i detentori di obbligazioni” conclude Carpenzano.