La scelta
Tesla abbassa i prezzi per salvare le vendite: Model 3 e Model Y ora sotto i 40.000 dollari
Meno autonomia, meno optional ma prezzi più accessibili: ecco il piano di Musk per compensare la fine degli incentivi e rilanciare la domanda
di Stefano Silvestri 8 Ottobre 2025 08:28

Tesla ha deciso di rispondere alla fine dei crediti d’imposta statunitensi per i veicoli elettrici con un’arma tanto semplice quanto efficace: tagliare i prezzi. L’azienda guidata da Elon Musk ha infatti presentato ieri delle versioni più economiche della berlina Model 3 e del SUV Model Y, i due modelli più venduti del marchio, con prezzi rispettivamente di 36.990 e 39.990 dollari.
Il debutto di queste versioni “standard” arriva dopo giorni di grande attesa, alimentata da una serie di teaser pubblicati su X durante il weekend. Ma a molti pare una mossa difensiva, con Elon Musk che ancora una volta non lancia una nuova vettura (molti speravano nella Model 2 o nella Roadster), preferendo riposizionare i modelli esistenti. Senz’altro in questo modo li si rende più accessibili per un mercato che si sta raffreddando, ma non stupisce che l’annuncio sia stato accolto con freddezza dagli investitori. Il titolo infatti ieri è sceso del 4,4%, segno che i mercati si aspettavano qualcosa di più di un semplice restyling a prezzo ridotto.
La decisione di Tesla di puntare su versioni più economiche dei modelli preesistenti nasce da un’esigenza concreta: mantenere la competitività dopo la fine dei crediti d’imposta federali per i veicoli elettrici, che valevano fino a 7.500 dollari per unità. La loro eliminazione, avvenuta alla fine di settembre, ha rappresentato un aumento di prezzo “di fatto” per i consumatori americani, spingendo Tesla a intervenire per evitare un brusco calo della domanda. È da segnalare che durante l’ultima conference call sui risultati trimestrali, i dirigenti di Tesla hanno spiegato che la produzione di un modello più economico era già iniziata a giugno, ma che l’azienda ha preferito rinviare il lancio fino al completamento del programma dei crediti d’imposta, così da valutare l’impatto effettivo della loro eliminazione.
Le nuove versioni standard della Model 3 e della Model Y offrono un’autonomia inferiore rispetto alle varianti “long range” e rinunciano ad alcuni dettagli estetici e comfort, come l’illuminazione ambientale e lo schermo per i passeggeri posteriori. Scelte queste che permettono di contenere i costi di produzione e di mantenere i prezzi sotto la soglia psicologica dei 40.000 dollari, una fascia in cui Tesla non si collocava da tempo.
L’analista Dan Ives di Wedbush Securities ha definito la mossa “un primo passo per tornare a una produzione trimestrale di circa 500.000 unità”, anche se ha espresso delusione per il fatto che la riduzione di prezzo sia limitata a 5.000 dollari rispetto ai modelli precedenti.
La strategia, seppur prudente, mostra una Tesla che cerca di recuperare appeal in un mercato dove la concorrenza, soprattutto quella cinese, sta erodendo rapidamente le sue quote. Farlo non con un nuovo prodotto ma con versioni più accessibili dei suoi bestseller, è un modo per reagire subito, senza dover attendere i tempi di sviluppo di una nuova piattaforma. Elon Musk ha spiegato a luglio che "il desiderio di comprare l’auto è altissimo, ma che la gente non ha abbastanza soldi sul conto per farlo". Rendere le auto più accessibili, ha aggiunto, è la chiave per sostenere le vendite in una fase in cui il mercato dei veicoli elettrici sta rallentando.
Questa manovra arriva però in un momento di calo strutturale della domanda. Nonostante il titolo abbia guadagnato oltre il 7% dall’inizio dell’anno, le vendite globali di Tesla sono scese del 6% dall’inizio dell’anno. E la fiducia dei consumatori sembra più fragile rispetto al passato. Soprattutto pensando a quelli europei.
LA FREDDEZZA DEL MERCATO
Il debutto di queste versioni “standard” arriva dopo giorni di grande attesa, alimentata da una serie di teaser pubblicati su X durante il weekend. Ma a molti pare una mossa difensiva, con Elon Musk che ancora una volta non lancia una nuova vettura (molti speravano nella Model 2 o nella Roadster), preferendo riposizionare i modelli esistenti. Senz’altro in questo modo li si rende più accessibili per un mercato che si sta raffreddando, ma non stupisce che l’annuncio sia stato accolto con freddezza dagli investitori. Il titolo infatti ieri è sceso del 4,4%, segno che i mercati si aspettavano qualcosa di più di un semplice restyling a prezzo ridotto.
UNA STRATEGIA PRAGMATICA
La decisione di Tesla di puntare su versioni più economiche dei modelli preesistenti nasce da un’esigenza concreta: mantenere la competitività dopo la fine dei crediti d’imposta federali per i veicoli elettrici, che valevano fino a 7.500 dollari per unità. La loro eliminazione, avvenuta alla fine di settembre, ha rappresentato un aumento di prezzo “di fatto” per i consumatori americani, spingendo Tesla a intervenire per evitare un brusco calo della domanda. È da segnalare che durante l’ultima conference call sui risultati trimestrali, i dirigenti di Tesla hanno spiegato che la produzione di un modello più economico era già iniziata a giugno, ma che l’azienda ha preferito rinviare il lancio fino al completamento del programma dei crediti d’imposta, così da valutare l’impatto effettivo della loro eliminazione.
TESLA ABBASSA I PREZZI
Le nuove versioni standard della Model 3 e della Model Y offrono un’autonomia inferiore rispetto alle varianti “long range” e rinunciano ad alcuni dettagli estetici e comfort, come l’illuminazione ambientale e lo schermo per i passeggeri posteriori. Scelte queste che permettono di contenere i costi di produzione e di mantenere i prezzi sotto la soglia psicologica dei 40.000 dollari, una fascia in cui Tesla non si collocava da tempo.
L’analista Dan Ives di Wedbush Securities ha definito la mossa “un primo passo per tornare a una produzione trimestrale di circa 500.000 unità”, anche se ha espresso delusione per il fatto che la riduzione di prezzo sia limitata a 5.000 dollari rispetto ai modelli precedenti.
UNO SGUARDO DI BREVE PERIODO
La strategia, seppur prudente, mostra una Tesla che cerca di recuperare appeal in un mercato dove la concorrenza, soprattutto quella cinese, sta erodendo rapidamente le sue quote. Farlo non con un nuovo prodotto ma con versioni più accessibili dei suoi bestseller, è un modo per reagire subito, senza dover attendere i tempi di sviluppo di una nuova piattaforma. Elon Musk ha spiegato a luglio che "il desiderio di comprare l’auto è altissimo, ma che la gente non ha abbastanza soldi sul conto per farlo". Rendere le auto più accessibili, ha aggiunto, è la chiave per sostenere le vendite in una fase in cui il mercato dei veicoli elettrici sta rallentando.
Questa manovra arriva però in un momento di calo strutturale della domanda. Nonostante il titolo abbia guadagnato oltre il 7% dall’inizio dell’anno, le vendite globali di Tesla sono scese del 6% dall’inizio dell’anno. E la fiducia dei consumatori sembra più fragile rispetto al passato. Soprattutto pensando a quelli europei.
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