La decisione

Se non è di carne il burger non si potrà più chiamare così. Cambiano i nomi dei prodotti veg

Il Parlamento Ue approva una misura che dal 2028 potrebbe ridefinire la comunicazione dei prodotti plant-based. Impatto diretto su etichette e marketing

di Davide Lentini 8 Ottobre 2025 14:41

financialounge -  Agroalimentare Parlamento europeo plant-based vegan burger
Con 355 voti a favore e 247 contrari, il Parlamento europeo ha approvato un emendamento che vieta l’uso di termini tradizionalmente legati alla carne per descrivere prodotti a base vegetale. Si tratta di una svolta per il settore agroalimentare, con l’intento di tutelare la chiarezza per il consumatore e proteggere il comparto zootecnico, ma che sta già sollevando forti polemiche. I termini messi al bando comprendono parole come burger, bistecca, scaloppina e persino tuorlo o albume se utilizzati per alimenti plant-based. Per cui potremmo non poter trovare più al supermercato la salsiccia vegana o la bistecca plant-based. Una decisione che riapre un dibattito acceso da tempo. Se approvata anche da Commissione e Consiglio Ue, la norma potrebbe entrare in vigore nel 2028.

IL NOME BURGER VEG DIVENTA UN CASO


Il burger vegetale diventa quindi simbolo di una disputa culturale, economica e semantica. L’approvazione dell’emendamento segna un cambio di passo rispetto al 2020, quando una proposta simile fu bocciata. Stavolta, il Parlamento ha deciso di inserire il divieto all’interno di un pacchetto normativo più ampio a tutela degli agricoltori europei. Secondo i sostenitori del provvedimento, l’uso di nomi tradizionali della carne per prodotti a base vegetale genera confusione nei consumatori. Al contrario, le organizzazioni del mondo veg sostengono che i termini come “burger vegetale” siano ormai perfettamente riconosciuti dal pubblico come alternativi e non ingannevoli.

LE NUOVE REGOLE PER IL BURGER VEGETALE


Il divieto avrà un impatto diretto sulle aziende del settore plant-based, costrette a cambiare confezioni, nomi e strategie di comunicazione. La rimozione di etichette come "salsiccia vegana" o "steak vegetale" potrebbe rallentare la diffusione di prodotti innovativi che puntano su sostenibilità, salute e rispetto animale. Secondo il network Plant-based Foods Europe, questo intervento normativo rischia di creare costi elevati per il rebranding, penalizzando un comparto che cresce a doppia cifra in molti mercati europei. Inoltre, confondere i consumatori anziché aiutarli a scegliere consapevolmente potrebbe avere un effetto contrario rispetto all’intento dichiarato della norma.

CONTRASTO CON LA CORTE UE


Nel 2024, la Corte di Giustizia dell’Unione europea aveva stabilito che l’uso di termini come “bistecca” o “salsiccia” per i prodotti vegetali non è illecito, se l’etichetta è chiara. L’emendamento approvato dal Parlamento si pone quindi in potenziale contrasto con quella sentenza, aprendo la porta a una fase di incertezza giuridica. Sarà il prossimo confronto tra Commissione, Parlamento e Consiglio (i cosiddetti “triloghi”) a decidere se questa nuova linea diventerà effettivamente legge. Fino ad allora, il futuro di molte denominazioni resta sospeso tra marketing, regolamenti e interpretazioni legali.

FUTURO INCERTO PER IL BURGER VEGETALE


Il cammino del burger vegetale e delle sue varianti nei mercati europei si fa dunque più difficile. Il settore dovrà trovare nuove strade per comunicare prodotti alternativi, senza rinunciare a chiarezza e riconoscibilità. Il rischio principale è che il divieto di termini noti renda più difficile la transizione verso modelli alimentari più sostenibili, frenando innovazione e competitività. Ma la partita è ancora aperta: tutto dipenderà dai prossimi negoziati e dalla volontà politica di trovare un compromesso.

Trending