Weekly Bulletin
Wall Street si prepara a buone trimestrali, anche l’economia Usa tira
Lo shutdown fa solo titolo, anche la geopolitica resta sullo sfondo. In evidenza i big bancari USA che aprono la stagione degli utili il 14 ottobre. C’è una bolla dell’IA, per Bezos è “buona”
di Stefano Caratelli 6 Ottobre 2025 08:24

Finora l’effetto principale dello shutdown numero 23 della storia americana dal secondo dopoguerra vale a dire la parziale “serrata” delle attività governative per la mancanza di via libera del Congresso all’innalzamento del tetto all’indebitamento federale, è stato il mancato rilascio degli ultimi dati sull’occupazione. Niente di particolarmente drammatico, si sa che l’economia USA ha smesso di creare nuovi posti di lavoro, ma viaggia comunque a un passo sostenuto, vicino al 4% in termini di crescita del PIL.
L’apparente contraddizione è spiegata da alcuni con l’impatto della prima ondata di adozioni generalizzate dell’IA, che aumenta la produttività anche senza bisogno di manodopera aggiuntiva. Parlando a Torino, Jeff Bezos ha spiegato che sì, c’è una bolla dell’IA, ma industriale e non di Borsa. Vuol dire che una marea di aziende sta investendo pesantemente nella nuova tecnologia, ma non tutte ne usciranno vincitrici, come è successo per i farmaci salvavita di nuova generazione negli anni 90. Ma alla fine i benefici saranno enormi per l’intera società. Insomma, bolla sì, ma “buona”.
Intanto Wall Street continua a correre, con l’S&P 500 che ha chiuso la settimana andando a flirtare con nuovi record, in vista di trimestrali che si preannunciano ancora una volta ricche di utili e fatturati: le stime degli analisti puntano a una crescita annua tra il 5,5% e il 5,8% per i primi e del 6,1% per i secondi nel periodo luglio-settembre, con tecnologici e finanziari in evidenza. Per i soli Magnifici 7 gli utili dovrebbero crescere di oltre il 12%, sempre sostenuti ma ben sotto il +26,4% messo a segno nel trimestre precedente. Come sempre faranno da apripista i big bancari, a partire dal 14 ottobre con JPMorgan Wells Fargo e Citi. Per tutte e tre le stime sono state riviste al rialzo con utili attesi in crescita di oltre il 10% per l’intero settore finanziario del NYSE.
Le stime di crescita di utili e fatturati sono ancora migliori per i trimestri successivi tra fine 2025 e inizio 2026, supportate da attese di una Fed che continua a tagliare i tassi pur in assenza di qualsiasi segnale di recessione in arrivo, con l’unica motivazione di continuare a supportare un mercato del lavoro che mostra segni di stanchezza. A livello settoriale, il panorama di Wall Street rimane sostanzialmente invariato: oltre a tecnologici e finanziari, continua a tirare il real estate, gli industriali e i materiali, mentre resta pesantemente indietro l’energia, con le utility al seguito.
Intanto la geopolitica continua a dominare i titoli di giornali e news in tv, con estrema attenzione al Medio Oriente dopo il piano di pace per Gaza lanciato da Trump che sembra in via di accettazione e la guerra in Ucraina finita sullo sfondo, dopo le speranze accese dal vertice in Alaska con Putin, rivelatesi finora effimere. Mercati e investitori continuano a concentrarsi sui fondamentali economici e societari e prestato poca attenzione agli sviluppi di guerra e pace.
Anche qui non mancano gli allarmismi, e preoccupa che tra i protagonisti di questo campo negli ultimi giorni sia spuntato addirittura il segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, che ha chiesto ai suoi generali convocati al Pentagono di prepararsi alla guerra. Dal capo della prima e indiscussa potenza militare del pianeta ci si aspetterebbe un messaggio più rassicurante, del tipo “non vi preoccupate perché ci siamo noi”, e un uso accorto dell’arma più efficace, come dimostrato nei lunghissimi anni della Guerra Fredda, vale a dire la deterrenza.
Bottom line. Più che su (per ora) improbabili scenari di terza guerra mondiale, mercati e investitori sembrano concentrati a valutare quanto sia sostenibile il livello raggiunto dalle quotazioni azionarie di Wall Street. L’auspicio è che i Big Tech che hanno tirato finora la volata rallentino un po’, e che la base rialzista si allarghi, come sta iniziando già a fare. Il test delle trimestrali è importante anche per questo.
NELLA CORSA ALL’IA CI SARANNO VINCITORI E VINTI
L’apparente contraddizione è spiegata da alcuni con l’impatto della prima ondata di adozioni generalizzate dell’IA, che aumenta la produttività anche senza bisogno di manodopera aggiuntiva. Parlando a Torino, Jeff Bezos ha spiegato che sì, c’è una bolla dell’IA, ma industriale e non di Borsa. Vuol dire che una marea di aziende sta investendo pesantemente nella nuova tecnologia, ma non tutte ne usciranno vincitrici, come è successo per i farmaci salvavita di nuova generazione negli anni 90. Ma alla fine i benefici saranno enormi per l’intera società. Insomma, bolla sì, ma “buona”.
WALL STREET VERSO UTILI TRIMESTRALI IN CRESCITA
Intanto Wall Street continua a correre, con l’S&P 500 che ha chiuso la settimana andando a flirtare con nuovi record, in vista di trimestrali che si preannunciano ancora una volta ricche di utili e fatturati: le stime degli analisti puntano a una crescita annua tra il 5,5% e il 5,8% per i primi e del 6,1% per i secondi nel periodo luglio-settembre, con tecnologici e finanziari in evidenza. Per i soli Magnifici 7 gli utili dovrebbero crescere di oltre il 12%, sempre sostenuti ma ben sotto il +26,4% messo a segno nel trimestre precedente. Come sempre faranno da apripista i big bancari, a partire dal 14 ottobre con JPMorgan Wells Fargo e Citi. Per tutte e tre le stime sono state riviste al rialzo con utili attesi in crescita di oltre il 10% per l’intero settore finanziario del NYSE.
AIUTA UNA FED PRONTA A TAGLIARE ANCORA
Le stime di crescita di utili e fatturati sono ancora migliori per i trimestri successivi tra fine 2025 e inizio 2026, supportate da attese di una Fed che continua a tagliare i tassi pur in assenza di qualsiasi segnale di recessione in arrivo, con l’unica motivazione di continuare a supportare un mercato del lavoro che mostra segni di stanchezza. A livello settoriale, il panorama di Wall Street rimane sostanzialmente invariato: oltre a tecnologici e finanziari, continua a tirare il real estate, gli industriali e i materiali, mentre resta pesantemente indietro l’energia, con le utility al seguito.
GEOPOLITICA SULLO SFONDO
Intanto la geopolitica continua a dominare i titoli di giornali e news in tv, con estrema attenzione al Medio Oriente dopo il piano di pace per Gaza lanciato da Trump che sembra in via di accettazione e la guerra in Ucraina finita sullo sfondo, dopo le speranze accese dal vertice in Alaska con Putin, rivelatesi finora effimere. Mercati e investitori continuano a concentrarsi sui fondamentali economici e societari e prestato poca attenzione agli sviluppi di guerra e pace.
UN ALLARMISMO DI GUERRA FUORI LUOGO
Anche qui non mancano gli allarmismi, e preoccupa che tra i protagonisti di questo campo negli ultimi giorni sia spuntato addirittura il segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, che ha chiesto ai suoi generali convocati al Pentagono di prepararsi alla guerra. Dal capo della prima e indiscussa potenza militare del pianeta ci si aspetterebbe un messaggio più rassicurante, del tipo “non vi preoccupate perché ci siamo noi”, e un uso accorto dell’arma più efficace, come dimostrato nei lunghissimi anni della Guerra Fredda, vale a dire la deterrenza.
Bottom line. Più che su (per ora) improbabili scenari di terza guerra mondiale, mercati e investitori sembrano concentrati a valutare quanto sia sostenibile il livello raggiunto dalle quotazioni azionarie di Wall Street. L’auspicio è che i Big Tech che hanno tirato finora la volata rallentino un po’, e che la base rialzista si allarghi, come sta iniziando già a fare. Il test delle trimestrali è importante anche per questo.
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