Titoli bancari
Mediobanca ha perso il 21% dopo l'opas, ma Mps non si ferma e pensa a nuove operazioni
L'ad Lovaglio parla apertamente di possibili sviluppi del comparto. Torna a farsi strada l'ipotesi di integrazione con Banco Bpm. Definita intanto la lista dei nuovi consiglieri di Piazzetta Cuccia
di Davide Lentini 3 Ottobre 2025 12:38

I titoli bancari tornano in rialzo a Piazza Affari, ma non Mps e Mediobanca, entrambe in negativo. Se il comparto in generale ha mostrato segnali di ripresa, i titoli dei due istituti hanno invece confermato la fase di debolezza. Per Mediobanca il calo è particolarmente marcato: dalla chiusura dell’opas lanciata da Siena lo scorso 22 settembre, le azioni hanno perso oltre il 21%, scivolando ai minimi da aprile.
Ieri sera intanto Montepaschi ha licenziato l’elenco dei consiglieri di amministrazione che governeranno Piazzetta Cuccia nell’era dell’integrazione. La lista, che riduce il numero degli amministratori da 15 a 11, sarà depositata oggi per essere inviata alla Bce e sottoposta all’assemblea del 28 ottobre. Il ticket di vertice, come già anticipato, sarà composto da Vittorio Grilli, presidente designato, e da Alessandro Melzi d’Eril, attuale ceo di Anima. Con loro faranno parte del cda Andrea Zappia (già ad di Sky Italia e membro del board Essilux), Paolo Gallo (ad di Italgas), Sandro Panizza (in quota Delfin, l'unico del vecchio consiglio a non essersi dimesso), Tiziana Togna (ex vicedirettrice generale Consob) e Ines Gandini (sindaco in Acea, Leonardo e Snam e consigliera del Fondo Italiano d’Investimento). Sono invece usciti dalla rosa iniziale i nomi di Cristina Scocchia (Illycaffè), Monica Poggio (Bayer Italia) e Ferruccio Resta (Politecnico di Milano). Il deposito della lista rappresenta l’ultimo passaggio formale del cambio di proprietà di Mediobanca e apre la fase decisiva di integrazione con Mps.
Dopo la conquista di Mediobanca, Siena sembra non volersi fermare. In una intervista, infatti, l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, non ha escluso nuove operazioni straordinarie prospettando un’ondata di consolidamento nel sistema bancario nazionale. Il manager ha ribadito che la fusione con Mediobanca ha una forte logica industriale, ma ha lasciato intendere che il percorso di crescita non si fermerà qui. Nei prossimi mesi, insieme ai manager di Piazzetta Cuccia, sarà elaborato un business plan da presentare alla Bce con due passaggi cruciali da definire: delisting e fusione.
Secondo Equita, il rafforzamento patrimoniale che deriverà dall’integrazione con Mediobanca consentirà a Mps di valutare altre mosse nel consolidamento. La sim ritiene che Banco Bpm resti il partner naturale per Siena: "Un’eventuale operazione Mps-Mediobanca-Banco Bpm, realizzata in modo amichevole, godrebbe di ampio sostegno politico e darebbe vita a un campione nazionale con oltre 45 miliardi di capitalizzazione e un posizionamento competitivo immediatamente dietro Intesa Sanpaolo". Lo stesso ceo di Bpm, Giuseppe Castagna, aveva riconosciuto questa ipotesi, pur sottolineando che una combinazione con Crédit Agricole Italia resta una soluzione plausibile.
Mentre si definiscono le strategie future, Mps resta in ritardo in termini di performance borsistica rispetto al resto del comparto. Da inizio anno i titoli senesi hanno guadagnato circa il 13%, contro rialzi ben più consistenti messi a segno dai concorrenti: +45% Intesa Sanpaolo, +65% Unicredit, +63% Bper e +70% Popolare di Sondrio.
IL NUOVO CDA DI MEDIOBANCA
Ieri sera intanto Montepaschi ha licenziato l’elenco dei consiglieri di amministrazione che governeranno Piazzetta Cuccia nell’era dell’integrazione. La lista, che riduce il numero degli amministratori da 15 a 11, sarà depositata oggi per essere inviata alla Bce e sottoposta all’assemblea del 28 ottobre. Il ticket di vertice, come già anticipato, sarà composto da Vittorio Grilli, presidente designato, e da Alessandro Melzi d’Eril, attuale ceo di Anima. Con loro faranno parte del cda Andrea Zappia (già ad di Sky Italia e membro del board Essilux), Paolo Gallo (ad di Italgas), Sandro Panizza (in quota Delfin, l'unico del vecchio consiglio a non essersi dimesso), Tiziana Togna (ex vicedirettrice generale Consob) e Ines Gandini (sindaco in Acea, Leonardo e Snam e consigliera del Fondo Italiano d’Investimento). Sono invece usciti dalla rosa iniziale i nomi di Cristina Scocchia (Illycaffè), Monica Poggio (Bayer Italia) e Ferruccio Resta (Politecnico di Milano). Il deposito della lista rappresenta l’ultimo passaggio formale del cambio di proprietà di Mediobanca e apre la fase decisiva di integrazione con Mps.
LOVAGLIO E IL FUTURO DI MPS
Dopo la conquista di Mediobanca, Siena sembra non volersi fermare. In una intervista, infatti, l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, non ha escluso nuove operazioni straordinarie prospettando un’ondata di consolidamento nel sistema bancario nazionale. Il manager ha ribadito che la fusione con Mediobanca ha una forte logica industriale, ma ha lasciato intendere che il percorso di crescita non si fermerà qui. Nei prossimi mesi, insieme ai manager di Piazzetta Cuccia, sarà elaborato un business plan da presentare alla Bce con due passaggi cruciali da definire: delisting e fusione.
MPS E BANCO BPM, L’ASSE NATURALE
Secondo Equita, il rafforzamento patrimoniale che deriverà dall’integrazione con Mediobanca consentirà a Mps di valutare altre mosse nel consolidamento. La sim ritiene che Banco Bpm resti il partner naturale per Siena: "Un’eventuale operazione Mps-Mediobanca-Banco Bpm, realizzata in modo amichevole, godrebbe di ampio sostegno politico e darebbe vita a un campione nazionale con oltre 45 miliardi di capitalizzazione e un posizionamento competitivo immediatamente dietro Intesa Sanpaolo". Lo stesso ceo di Bpm, Giuseppe Castagna, aveva riconosciuto questa ipotesi, pur sottolineando che una combinazione con Crédit Agricole Italia resta una soluzione plausibile.
PERFORMANCE A CONFRONTO
Mentre si definiscono le strategie future, Mps resta in ritardo in termini di performance borsistica rispetto al resto del comparto. Da inizio anno i titoli senesi hanno guadagnato circa il 13%, contro rialzi ben più consistenti messi a segno dai concorrenti: +45% Intesa Sanpaolo, +65% Unicredit, +63% Bper e +70% Popolare di Sondrio.
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