Legge di Bilancio 2026
Approvato il Dpfp, in manovra taglio delle tasse e aumento spesa sanità e difesa
Il Cdm approva il documento programmatico di finanza pubblica, in vista della prossima legge di Bilancio. Rapporto defict Pil al 3% nel 2025. Tra le novità, 12 miliardi per la difesa, fino a 3 miliardi per la sanità e riduzione dell’Irpef
di Fabrizio Arnhold 3 Ottobre 2025 10:42

Via libera del governo al Dpfp, il Documento programmatico di finanza pubblica che ha sostituito la Nadef, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanze. Lo scenario macroeconomico conferma un rapporto deficit Pil al 3% nel 2025, mentre il Pil 2025 allo 0,5%, si legge in una nota del Mef. Nella prossima manovra le priorità saranno la riduzione delle tasse, famiglie, lavoro e spese per la difesa.
DIFESA: 12 MILIARDI IN TRE ANNI
L’intenzione è aumentare la spesa per la difesa. In particolare, 12 miliardi in tre anni. Molto dipenderà dalla possibilità dell’Italia di uscire dalla procedura di infrazione Ue per deficit eccessivo. L’esame del testo in Aula è previsto per il 9 ottobre.
TAGLIO DELLE TASSE IN MANOVRA
L’altra priorità dell’esecutivo è intervenire per ridurre la pressione fiscale. Il ceto medio potrebbe avere una riduzione di due punti dell’Irpef, con la seconda aliquota che scenderebbe dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28mila e 50mila euro. Allo studio anche misure per le famiglie, intervenendo sulle detrazioni con il quoziente familiare.
SANITÀ, OBIETTIVO 3 MILIARDI
Per la sanità l’obiettivo è raggiungere una somma da destinare pari a 2-3 miliardi, che si aggiungerebbero agli oltre 4 già stanziati nella scorsa legge di Bilancio. Si lavora anche a un piano per 27mila assunzioni, con priorità per il personale infermieristico. In programma anche misure per le imprese, con “uno strumento incentivante orizzontale”, come detto dal ministro Adolfo Urso.
APERTO IL FRONTE BANCHE
Resta da capire quale sarà la decisione, in vista della prossima manovra, per le banche. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, avverte: “Il 2026 e il 2027 saranno molto sfidanti” per gli istituti, alle prese con le sfide commerciali legate ai dazi americani. La maggioranza su questo aspetto deve ancora trovare la quadra, con posizioni che restano ancora differenti.
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