Lo studio

Dal private banking investimenti per 168 miliardi di euro nell’economia reale in Italia

Le somme investite nelle aziende italiane sono in forte crescita, sia per quanto riguarda i finanziamenti diretti che quelli indiretti: i dati dell’VIII Quaderno di Ricerca Intermonte in collaborazione con Aipb

di Antonio Cardarelli 29 Settembre 2025 16:04

financialounge -  AIPB economia private banking
L’impegno del private banking nel finanziamento delle imprese, e in generale dell’economia reale, è in crescita. In base ai dati raccolti a fine 2024, la cifra ha raggiunto i 168 miliardi di euro, in decisa crescita (+39%) rispetto ai 120,6 miliardi di euro registrato fino al 2021.

IL CONTRIBUTO DEL PRIVATE BANKING ALL’ECONOMIA


Il rapporto tra private banking ed economia italiana è stato fotografato dall’VIII Quaderno di Ricerca Intermonte, realizzato con la School of Management del Politecnico di Milano e con il supporto di Aipb (Associazione Italiana Private Banking). Guardando al dettaglio dei numeri, 51 miliardi di euro risultano essere investiti in modo diretto, mentre 117 miliardi di euro vengono investiti in modo indiretto nell’economia reale. L’obiettivo del private equity, come ha spiegato il presidente di Aipb Andrea Ragaini, è quello di porsi come ponte strategico tra risparmio e imprese. Infatti, per l’Italia trasformare il risparmio privato in una leva di sviluppo è ormai una sfida decisiva.

TRASFORMARE IL RISPARMIO PRIVATO IN SVILUPPO


Nel corso della presentazione del report è stato trasmesso un video messaggio di saluto del sottosegretario all’Economia, Federico Freni, che ha definito “sempre più centrale e strategico” il contributo del private banking alla crescita del Paese. “Un mercato dei capitali funzionante è la condizione necessaria per trasformare il risparmio privato in sviluppo economico – ha spiegato Guglielmo Manetti, amministratore delegato Intermonte – perché le aziende hanno bisogno di diversificare le fonti di finanziamento, superando la dipendenza dal solo canale bancario: serve un accesso più diffuso a canali alternativi, in primis ai mercati pubblici tramite quotazione".

GLI INCONTRI TRA IMPRENDITORI E PRIVATE BANKER


L’analisi di Intermonte fa emergere le difficoltà di sviluppo delle imprese italiane, con solo l’8% degli imprenditori che vede una crescita significativa nei prossimi anni. Il rapporto tra imprenditori e private banking si basa su fiducia, continuità e intensità, caratterizzato da relazioni di lunga durata (in media 11 anni) e frequenti occasioni di confronto (circa 14 incontri all’anno), che favoriscono anche l’incremento delle competenze finanziarie degli imprenditori. I portafogli Private evidenziano una gestione del risparmio con una quota limitata di liquidità, una maggiore esposizione all’azionario e una preferenza per strumenti orientati a supportare la crescita delle imprese e dell’economia reale.

COME SI FINANZIANO LE IMPRESE


Le aziende italiane evidenziano ancora le difficoltà nel reperire fonti diversificate di finanziamento. Il 39% delle imprese fa affidamento soprattutto sul credito bancario, e il 44% sull’autofinanziamento. Un fattore che nella maggior parte dei casi ne limita i progetti di crescita. Strumenti evoluti, come club deal, private equity, venture capital o mini-bond sono poco noti (rispettivamente, il 69%, il 55%, il 54 e il 48% non li conosce). Il private banking rappresenta "un punto di contatto privilegiato con gli imprenditori", in quanto il 23% dei clienti Private (che pesano per il 30% degli AuM) è costituito proprio da imprenditori alla guida (nell’84% dei casi) di aziende molto piccole. La relazione tra questi e il proprio private banker è caratterizzata da fiducia (97% degli imprenditori dichiara di fidarsi della propria banca), continuità (durata media della relazione di 11 anni) e intensità (14 incontri annui).

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