Sunday View

Dall’Euro digitale all’invito al contante: cosa ha in mente la Bce?

Pagamenti elettronici sì, ma con il cash sempre pronto all’uso: la prudenza non è mai troppa, sembra dirci Lagarde, ma perché?

di Lorenzo Cleopazzo 28 Settembre 2025 09:30

financialounge -  economia Euro digitale sunday view
È un gesto automatico, per molti: che si tratti di un caffè al volo al bancone del bar, oppure di acquistare un regalo per un amico, quando dobbiamo pagare il conto estraiamo il cellulare. Magari neanche ci facciamo caso, proprio perché viene naturale. Tra le molte app e i sistemi di pagamento elettronici, e le carte di credito installate nei nostri wallet digitali, ormai i soldi si passano nell’etere. Si inquadra un QR Code, si fa tap sul display, et voilà! Neanche ci si accorge di aver pagato.

Questa è la direzione verso cui sembra orientato l’occidente, anche se, dalle ultime dichiarazioni della Banca Centrale Europea, qualcosa potrebbe essere cambiato. In scia a quanto già raccomandato da Austria, Finlandia e Olanda, anche la Bce caldeggia il contante. Perché? Ci sono effettivamente dei problemi di sicurezza o si tratta semplicemente di una precauzione?

Lo scopriamo assieme, come sempre, nel Sunday View di questa settimana!

NON SI SA MAI


“Keep calm and carry cash”, questo il titolo del bollettino di fine mese dato dalla Banca Centrale Europea: mantenere la calma e avere con sé dei contanti. Dopo l’impegno profuso a raccontare l’euro digitale, ora si torna a caldeggiare il denaro sonante; dopo anni ad assistere all’incedere dei pagamenti elettronici, oggi Christine Lagarde e i suoi ci raccomandano di tenere in casa tra i 70€ e i 100€. Perché? Questioni di sicurezza, dicono. Chi lo dice? Due economisti, Francesca Faella e Alejandro Zamora-Pérez, che nel bollettino sottolineano anche il senso di sicurezza che il contante tangibile può infondere in tempi di crisi. Ecco, qui sta il punto: perché parlare di “tempi di crisi”? In fondo, è la stessa Bce a definire l’Euro digitale come uno strumento di pagamento sicuro, eppure, nel documento di cui sopra, viene evidenziata l’importanza di avere con sé almeno settanta euro a persona, per poter provvedere ai bisogni primari nelle prime 72 ore di un’ipotetica situazione anomala. Per intenderci, gli scenari pregressi chiamati in causa vanno dalla crisi greca al lockdown, dal blackout generale in Spagna e Portogallo all’attacco russo in Ucraina. Ora si capisce meglio l’indicazione della Bce.

Per quanto possano essere sicuri i pagamenti digitali, dunque, non si è mai troppo prudenti; per quanto possa essere comodo andare in giro senza portafogli, forse è meglio tenere una riserva nel cassetto di casa. Le incursioni e gli attacchi di hacker e pirati informatici, ma anche scenari di crisi più o meno imprevedibili, potrebbero rendere necessario avere un gruzzoletto di sicurezza.

LA FILOSOFIA DEL DENARO


Ma come veniva visto il denaro dai filosofi? Sappiamo che Socrate criticava molto (ma molto davvero) chiunque si facesse pagare per insegnare la filosofia, mentre il suo discepolo Platone nella Repubblica definisce il denaro come fonte di corruzione, e quindi ostacolo alla giustizia; al contrario, Machiavelli lo vedeva come una forma di potere necessaria per la politica e come valore di forza e stabilità di uno Stato.

Similmente a Platone, poi, c’è Rousseau, che lo vede come origine delle disuguaglianze sociali, mentre Aristotele riconosce al denaro il ruolo comune di misura del valore, in quanto strumento che determina la giustizia negli scambi tra le persone.

DUE SPICCI


E sono proprio la giustizia e gli scambi che la Bce, con il suo monito a favore dei contanti, vuole tutelare: tenere in casa del denaro fisico per poter provvedere ai bisogni nelle prime ore di un’ipotetica situazione di emergenza. E qui, presumibilmente, i filosofi avrebbero ben poco da dire. Quattro pensieri, due favorevoli e due contrari, che esprimono molto bene le posizioni dei pensatori in merito al denaro: uno strumento concreto, riconosciuto universalmente, e con un valore che va ben oltre quello economico.

Che poi, con ogni probabilità, nella storia del pensiero non c’è stato nessuno che nel proprio corpus di opere abbia detto che sia meglio avere a disposizione dei contanti in casa, anziché affidarsi unicamente ai pagamenti elettronici. Anzi, a ben vedere, i filosofoni che abbiamo citato poco fa non avevano neanche idea di cosa fosse una carta di credito o un wallet digitale. Eppure, nessun pensatore può esimersi dal denotare una carica emotiva al denaro, sia essa positiva o negativa.

La Bce chiaramente non può essere critica come Platone o come Rousseau, ma neanche eccessivamente positiva sul denaro come concetto in sé. Perché? Semplicemente perché non è il suo compito! Il suo monito a favore del contante è prettamente pragmatico: il denaro fisico, al di là di ogni riflessione teorica, rimane un presidio di autonomia e di solidità, un simbolo tangibile di fiducia e di libertà di scelta per i cittadini. In questo senso, i filosofi e gli economisti, pur divisi da secoli di storia, concorderanno probabilmente su un punto: il denaro, sia esso fisico o digitale, non è mai soltanto un mezzo di pagamento, ma un veicolo ricco di significati.

BONUS TRACK


Lo abbiamo detto: Socrate & co. non conoscevano i pagamenti elettronici. Ma se fossero vissuti nella nostra epoca, i filosofoni della morale avrebbero definito “etico” pagare un caffè con la carta?

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