L'analisi
Aberdeen Investment: dollaro resiliente, da preferire le azioni di Cina, India e Corea
Sul fronte dei tassi, la casa d’investimento si aspetta un irripidimento della curva dei Treasury USA, con i titoli a lunga scadenza destinati a sottoperformare quelli a breve
di Leo Campagna 27 Settembre 2025 10:00

La Federal Reserve statunitense ha un doppio mandato: stabilità dei prezzi, con occhio di riguardo per il dollaro, e piena occupazione. Prima della riunione del FOMC della scorsa settimana, le decisioni della banca centrale USA erano dominate dal dibattito sull’inflazione ma in quel meeting hanno invece prevalso i rischi legati al mercato del lavoro.
“Powell ha presentato il taglio di 25 punti base come una misura di gestione del rischio facendo capire che non intende avviare un lungo ciclo di allentamento. Nella conferenza stampa, inoltre, il presidente della Fed ha minimizzato sia il rapporto SEP (summary of economic projections) che i grafici dot plot orientati verso una politica accomodante, segnalando cautela nei confronti di un ulteriore allentamento” tiene a precisare Ray Sharma-Ong, Deputy Global Head of Multi-Asset Solutions di Aberdeen Investment.
Secondo il manager, pur non escludendo la possibilità di ulteriori riduzioni dei tassi ad ogni riunione del FOMC per il resto del 2025, è probabile che i mercati stiano sopravvalutando i tagli per i primi mesi del 2026 dal momento che non immagina nessun ciclo di allentamento anticipato nel 2026 prima della fine del mandato di Powell. “Per ora, inoltre, l’indipendenza istituzionale della Fed è preservata” aggiunge Sharma-Ong “visto che il comitato, con la sola eccezione del governatore Miran che ha indicato un taglio di 50 punti base, ha proposto in media circa 25 punti base. Certo, non si può escludere per il prossimo anno il rischio di pressioni politiche e la prospettiva di un successore più dovish sotto la presidenza Trump”.
Alla vigilia della riunione di settembre del FOMC le posizioni di mercato risultavano eccessivamente ribassiste. In contrasto sia con l’enfasi di Powell sul fatto che “non esistono percorsi privi di rischi”, e sia con la funzione della Fed volta a garantire stabilità nel mercato del lavoro. “Un quadro che dovrebbe ridurre la probabilità di tagli aggressivi e anticipati nel 2026. Uno scenario che limiterebbe i rischi al ribasso per il dollaro USA e un rallentamento della corsa dell’oro nello stesso periodo” specifica il manager di Aberdeen Investment. Oltre al dollaro, sui tassi si reputa coerente un allentamento della Fed per ragioni di gestione del rischio con il sostegno a crescita e inflazione fino al 2026. Questo dovrebbe mantenere elevati i rendimenti di lungo termine con un irripidimento della curva dei Treasury USA, con i titoli a lunga scadenza destinati a sottoperformare quelli a breve.
Passando alle azioni asiatiche, Sharma-Ong è concentrato sui mercati domestici con fattori interni specifici di sostegno al mercato. In Cina, per esempio, vede le azioni favorite da politiche reflazionistiche di allentamento, dalle iniziative per l’autosufficienza nell’IA e dal sostegno di liquidità da parte delle autorità. “In India, invece, la crescita del PIL dovrebbe ricevere un ulteriore apporto, tra lo 0,2% e lo 0,4%, grazie alla domanda stimolata dalla riforma GST 2.0, incentrata sul taglio delle imposte sui beni di largo consumo. Un ulteriore sostegno al mercato potrebbe arrivare da eventuali tagli dei tassi da parte della RBI nel quarto trimestre 2025, come misura di protezione contro i rischi legati ai dazi” specifica il manager.
In Corea, infine, il Deputy Global Head of Multi-Asset Solutions di Aberdeen Investment osserva le ricadute positive delle riforme strutturali, della liberalizzazione dei mercati finanziari e del miglioramento della governance. Un ulteriore slancio al mercato, potrebbe propiziarlo anche l’iniziativa di riforma della tassazione sui dividendi, che si propone di ridurre l’aliquota massima dal 35% al 25% e di abbassare la soglia di distribuzione.
UNA MISURA DI GESTIONE DEL RISCHIO
“Powell ha presentato il taglio di 25 punti base come una misura di gestione del rischio facendo capire che non intende avviare un lungo ciclo di allentamento. Nella conferenza stampa, inoltre, il presidente della Fed ha minimizzato sia il rapporto SEP (summary of economic projections) che i grafici dot plot orientati verso una politica accomodante, segnalando cautela nei confronti di un ulteriore allentamento” tiene a precisare Ray Sharma-Ong, Deputy Global Head of Multi-Asset Solutions di Aberdeen Investment.
I MERCATI STANNO SOPRAVVALUTANDO I TAGLI PER I PRIMI MESI DEL 2026
Secondo il manager, pur non escludendo la possibilità di ulteriori riduzioni dei tassi ad ogni riunione del FOMC per il resto del 2025, è probabile che i mercati stiano sopravvalutando i tagli per i primi mesi del 2026 dal momento che non immagina nessun ciclo di allentamento anticipato nel 2026 prima della fine del mandato di Powell. “Per ora, inoltre, l’indipendenza istituzionale della Fed è preservata” aggiunge Sharma-Ong “visto che il comitato, con la sola eccezione del governatore Miran che ha indicato un taglio di 50 punti base, ha proposto in media circa 25 punti base. Certo, non si può escludere per il prossimo anno il rischio di pressioni politiche e la prospettiva di un successore più dovish sotto la presidenza Trump”.
RISCHI AL RIBASSO DEL DOLLARO LIMITATI
Alla vigilia della riunione di settembre del FOMC le posizioni di mercato risultavano eccessivamente ribassiste. In contrasto sia con l’enfasi di Powell sul fatto che “non esistono percorsi privi di rischi”, e sia con la funzione della Fed volta a garantire stabilità nel mercato del lavoro. “Un quadro che dovrebbe ridurre la probabilità di tagli aggressivi e anticipati nel 2026. Uno scenario che limiterebbe i rischi al ribasso per il dollaro USA e un rallentamento della corsa dell’oro nello stesso periodo” specifica il manager di Aberdeen Investment. Oltre al dollaro, sui tassi si reputa coerente un allentamento della Fed per ragioni di gestione del rischio con il sostegno a crescita e inflazione fino al 2026. Questo dovrebbe mantenere elevati i rendimenti di lungo termine con un irripidimento della curva dei Treasury USA, con i titoli a lunga scadenza destinati a sottoperformare quelli a breve.
NON SOLO DOLLARO, FOCUS SU AZIONARIO CINA E INDIA
Passando alle azioni asiatiche, Sharma-Ong è concentrato sui mercati domestici con fattori interni specifici di sostegno al mercato. In Cina, per esempio, vede le azioni favorite da politiche reflazionistiche di allentamento, dalle iniziative per l’autosufficienza nell’IA e dal sostegno di liquidità da parte delle autorità. “In India, invece, la crescita del PIL dovrebbe ricevere un ulteriore apporto, tra lo 0,2% e lo 0,4%, grazie alla domanda stimolata dalla riforma GST 2.0, incentrata sul taglio delle imposte sui beni di largo consumo. Un ulteriore sostegno al mercato potrebbe arrivare da eventuali tagli dei tassi da parte della RBI nel quarto trimestre 2025, come misura di protezione contro i rischi legati ai dazi” specifica il manager.
SOPPORTO ALL’EQUITY COREANO
In Corea, infine, il Deputy Global Head of Multi-Asset Solutions di Aberdeen Investment osserva le ricadute positive delle riforme strutturali, della liberalizzazione dei mercati finanziari e del miglioramento della governance. Un ulteriore slancio al mercato, potrebbe propiziarlo anche l’iniziativa di riforma della tassazione sui dividendi, che si propone di ridurre l’aliquota massima dal 35% al 25% e di abbassare la soglia di distribuzione.