Economia e geopolitica
Wellington Management: 5 temi di investimento nel nuovo (dis)ordine mondiale
È possibile ridurre il rischio geopolitico, migliorare le prospettive climatiche e ampliare i potenziali benefici sociali ed economici delle tecnologie emergenti
di Leo Campagna 26 Settembre 2025 12:00

Cresce l’incertezza nel pieno di una transizione da un ciclo geopolitico globale a un altro. Ad alimentarla è soprattutto l’instabilità globale, ai livelli più alti degli ultimi decenni. Basti pensare che sono attivi oltre 60 conflitti nel mondo, il numero più elevato dalla Seconda Guerra Mondiale e il doppio rispetto a cinque anni fa. Inoltre, a complicare il quadro d’insieme, oltre agli impatti per i cambiamenti climatici c’è l’amministrazione Trump che ha provocato sconvolgimenti commerciali, scosso le alleanze globali e modificato profondamente la spesa pubblica.
“Questo nuovo (dis)ordine mondiale richiede un nuovo modo di pensare. Ci saranno vincitori e vinti ben distinti ma gli investitori possono individuare opportunità interessanti a livello regionale, nazionale, settoriale, aziendale e di asset class, in particolare in cinque temi che ho delineato” fa sapere Thomas Mucha, Geopolitical Strategist di Wellington Management.
Il primo dei quali riguarda la “guerra fredda tecnologica” combattuta da Stati Uniti e Cina, che competono per l’egemonia globale. Entrambe le potenze cercano di superarsi a vicenda nella corsa alla supremazia tecnologica che, alla luce dell’ascesa vertiginosa dell’intelligenza artificiale, potrebbe assumere anche una dimensione militare. “Per gli investitori” specifica Mucha “oltre ai rischi connessi a frizioni strutturali negli scambi commerciali, emergono opportunità tra le società emergenti di intelligenza artificiale, i produttori coinvolti in questa catena di fornitura e le capacità tecnologiche legate allo spazio”.
Il secondo tema riguarda invece il cambiamento climatico affrontato tuttavia nella prospettiva della sicurezza nazionale. “Le aree equatoriali e tropicali già coinvolte in focolai geopolitici, potrebbero subire impatti catastrofici nei prossimi anni al crescere della portata e della frequenza dei disastri naturali. La possibilità di scarsità di cibo e acqua potrebbe comportare il rischio di guerre per le risorse e migrazioni indotte dal clima” spiega il Geopolitical Strategist di Wellington Management.
Dal momento che si tratta di dinamiche capaci di innescare disordini sociali, il collasso di interi Stati e una crescita degli estremismi, si intravedono opportunità di investimento nelle tecnologie per la resilienza climatica, nelle infrastrutture e nelle aziende collegate. Benefici ai portafogli nel lungo termine potrebbero derivare da un’esposizione ai temi della decarbonizzazione e agli sforzi “green”.
Mucha segnala poi la crescita record della spesa militare globale sulla scia delle crescenti minacce provenienti da grandi potenze come Cina e Russia, della perdita di fiducia nell’ombrello di sicurezza statunitense e della crescente domanda di nuove ed efficaci tecnologie di difesa. “E’ stato possibile sperimentare le possibili applicazioni della tecnologia spaziale e dell’intelligenza artificiale, oltre a nuovi impieghi di droni e robotica nella guarda in Ucraina e anche dai conflitti tra Israele e Palestina e tra Stati Uniti e Iran” commenta il manager. Il quale, in quest’ottica, ritiene interessanti i minerali critici/terre rare, le tecnologie energetiche rinnovabili e spaziali, le biotecnologie, le comunicazioni, la robotica/automazione. Cruciale anche l’industria dei semiconduttori, che alimenta molte delle attuali e future tecnologie di difesa, inclusa l’intelligenza artificiale.
“A proposito di intelligenza artificiale” precisa l'esperto di Wellington Management “vale la pena ricordarne il ruolo centrale nella sicurezza nazionale, essendo sempre più un elemento chiave in ambito militare. L’IA è al centro delle applicazioni militari analitiche, predittive e operative che determinano, fra le altre cose, il puntamento dei missili, i dispiegamenti sul campo di battaglia e i sistemi d’arma”. Tutte le aziende collocate a vari livelli della catena di fornitura dell’IA, sia lato hardware sia lato software, sono interessanti per gli investitori. Per esempio data center, produttori di semiconduttori, miniere che forniscono materiali per la produzione di chip, società di cybersicurezza, imprese impegnate nello sviluppo di intelligenza artificiale generale (AGI), una versione ancora più avanzata dell’IA con un potenziale dirompente sul piano geopolitico.
Infine, ma non certo per rilevanza, Mucha annovera tra i temi d’investimento le implicazioni dei programmi nucleari. “In un mondo con un numero crescente di armi nucleari, i settori della difesa hanno prospettive favorevoli, in particolare nei comparti della difesa antimissilistica, dell’aerospazio e delle tecnologie spaziali. Senza trascurare tutto ciò che riguarda la sicurezza dei minerali critici necessari allo sviluppo di armamenti nucleari” conclude il Geopolitical Strategist di Wellington Management.
UN NUOVO MODO DI PENSARE
“Questo nuovo (dis)ordine mondiale richiede un nuovo modo di pensare. Ci saranno vincitori e vinti ben distinti ma gli investitori possono individuare opportunità interessanti a livello regionale, nazionale, settoriale, aziendale e di asset class, in particolare in cinque temi che ho delineato” fa sapere Thomas Mucha, Geopolitical Strategist di Wellington Management.
LA GUERRA FREDDA TECNOLOGICA
Il primo dei quali riguarda la “guerra fredda tecnologica” combattuta da Stati Uniti e Cina, che competono per l’egemonia globale. Entrambe le potenze cercano di superarsi a vicenda nella corsa alla supremazia tecnologica che, alla luce dell’ascesa vertiginosa dell’intelligenza artificiale, potrebbe assumere anche una dimensione militare. “Per gli investitori” specifica Mucha “oltre ai rischi connessi a frizioni strutturali negli scambi commerciali, emergono opportunità tra le società emergenti di intelligenza artificiale, i produttori coinvolti in questa catena di fornitura e le capacità tecnologiche legate allo spazio”.
CAMBIAMENTO CLIMATICO, LA VIEW DI WELLINGTON MANAGEMENT
Il secondo tema riguarda invece il cambiamento climatico affrontato tuttavia nella prospettiva della sicurezza nazionale. “Le aree equatoriali e tropicali già coinvolte in focolai geopolitici, potrebbero subire impatti catastrofici nei prossimi anni al crescere della portata e della frequenza dei disastri naturali. La possibilità di scarsità di cibo e acqua potrebbe comportare il rischio di guerre per le risorse e migrazioni indotte dal clima” spiega il Geopolitical Strategist di Wellington Management.
DECARBONIZZAZIONE E SFORZI GREEN
Dal momento che si tratta di dinamiche capaci di innescare disordini sociali, il collasso di interi Stati e una crescita degli estremismi, si intravedono opportunità di investimento nelle tecnologie per la resilienza climatica, nelle infrastrutture e nelle aziende collegate. Benefici ai portafogli nel lungo termine potrebbero derivare da un’esposizione ai temi della decarbonizzazione e agli sforzi “green”.
CRESCITA RECORD PER LA SPESA MILITARE
Mucha segnala poi la crescita record della spesa militare globale sulla scia delle crescenti minacce provenienti da grandi potenze come Cina e Russia, della perdita di fiducia nell’ombrello di sicurezza statunitense e della crescente domanda di nuove ed efficaci tecnologie di difesa. “E’ stato possibile sperimentare le possibili applicazioni della tecnologia spaziale e dell’intelligenza artificiale, oltre a nuovi impieghi di droni e robotica nella guarda in Ucraina e anche dai conflitti tra Israele e Palestina e tra Stati Uniti e Iran” commenta il manager. Il quale, in quest’ottica, ritiene interessanti i minerali critici/terre rare, le tecnologie energetiche rinnovabili e spaziali, le biotecnologie, le comunicazioni, la robotica/automazione. Cruciale anche l’industria dei semiconduttori, che alimenta molte delle attuali e future tecnologie di difesa, inclusa l’intelligenza artificiale.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN AMBITO MILITARE
“A proposito di intelligenza artificiale” precisa l'esperto di Wellington Management “vale la pena ricordarne il ruolo centrale nella sicurezza nazionale, essendo sempre più un elemento chiave in ambito militare. L’IA è al centro delle applicazioni militari analitiche, predittive e operative che determinano, fra le altre cose, il puntamento dei missili, i dispiegamenti sul campo di battaglia e i sistemi d’arma”. Tutte le aziende collocate a vari livelli della catena di fornitura dell’IA, sia lato hardware sia lato software, sono interessanti per gli investitori. Per esempio data center, produttori di semiconduttori, miniere che forniscono materiali per la produzione di chip, società di cybersicurezza, imprese impegnate nello sviluppo di intelligenza artificiale generale (AGI), una versione ancora più avanzata dell’IA con un potenziale dirompente sul piano geopolitico.
WELLINGTON MANAGEMENT: LE IMPLICAZIONI DEL NUCLEARE
Infine, ma non certo per rilevanza, Mucha annovera tra i temi d’investimento le implicazioni dei programmi nucleari. “In un mondo con un numero crescente di armi nucleari, i settori della difesa hanno prospettive favorevoli, in particolare nei comparti della difesa antimissilistica, dell’aerospazio e delle tecnologie spaziali. Senza trascurare tutto ciò che riguarda la sicurezza dei minerali critici necessari allo sviluppo di armamenti nucleari” conclude il Geopolitical Strategist di Wellington Management.