Risiko bancario
Caltagirone chiede il via libera a salire oltre il 10% in Mps. Generali il vero obiettivo?
Dopo l’opas su Piazzetta Cuccia, le mosse dei grandi soci ridisegnano la geografia del sistema bancario con riflessi su Trieste. Sul tavolo anche il riassetto della governance e la scelta del nuovo board
di Davide Lentini 24 Settembre 2025 11:03

Secondo indiscrezioni, Francesco Gaetano Caltagirone avrebbe avviato presso la Bce l’iter per ottenere il via libera a superare la soglia del 10% in Mps. Una mossa che, se confermata, lo collocherebbe stabilmente tra i principali azionisti di Rocca Salimbeni. Oggi il costruttore romano risulta al 12,26% del capitale. Quota raggiunta dopo l'opas su Mediobanca. Nel documento inviato agli organi di vigilanza, il gruppo avrebbe chiarito che i diritti di voto eccedenti il 9,9% restano comunque congelati fino al rilascio dell’autorizzazione, ribadendo anche di agire in autonomia e di non essere parte di patti parasociali. Di qui la richiesta dell’iter autorizzativo per il superamento del 10%. Per alcuni analisti il vero obiettivo sarebbe Generali, ora entrata nell'orbita Mps attraverso Mediobanca che detiene il 13,2% del capitale del Leone.
Il rafforzamento di Caltagirone si inserisce in un quadro azionario in piena evoluzione. Grazie all'opas su Mediobanca, Mps ha conquistato l’86,3% della merchant bank, consolidando il progetto del terzo polo bancario italiano. All'interno di Mps Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, si è diluita al 18% circa, mentre il Mef conserva oltre l’11%. Seguono Banco Bpm con il 4,5% e la Ggg di Giorgio Girondi al 3%. Una geografia che potrebbe aprire a nuove alleanze e a scenari inediti anche sul fronte assicurativo, in particolare in Generali.
Parallelamente alle mosse degli azionisti, si lavora al futuro governance di Mediobanca ora che è sotto il controllo di Siena. Il Comitato nomine di Mps, guidato da Domenico Lombardi, con il supporto della società di head hunting Korn Ferry, è impegnato nella definizione della lista per il nuovo consiglio di amministrazione. Secondo i rumor, il board sarà più snello, composto da 9 o 11 membri, e con da figure di profilo internazionale, in linea con i criteri fit & proper richiesti dalla Bce. Resta da sciogliere il nodo del nuovo ceo: il ruolo sarà ancora quello di vertice di una merchant bank autonoma o diventerà una divisione integrata in Siena? Dal tipo di assetto dipenderà la qualità e l’attrattività delle candidature.
L’operazione Mediobanca-Mps viene definita “storica” dallo stesso presidente di Montepaschi Nicola Maione, che ha parlato della nascita del terzo polo bancario del Paese. Ma a valle dell’opas, le prossime mosse degli azionisti potrebbero cambiare ancora il quadro. A partire dalla richiesta di Caltagirone di salire al 10%. Il rafforzamento della sua posizione in Mps, insieme a quella di Delfin, rischia di avere riflessi diretti sul Leone di Trieste, dove già si intravede un cantiere aperto per un nuovo equilibrio tra compagnia e azionisti.
I NUOVI RAPPORTI DI FORZA IN MPS
Il rafforzamento di Caltagirone si inserisce in un quadro azionario in piena evoluzione. Grazie all'opas su Mediobanca, Mps ha conquistato l’86,3% della merchant bank, consolidando il progetto del terzo polo bancario italiano. All'interno di Mps Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, si è diluita al 18% circa, mentre il Mef conserva oltre l’11%. Seguono Banco Bpm con il 4,5% e la Ggg di Giorgio Girondi al 3%. Una geografia che potrebbe aprire a nuove alleanze e a scenari inediti anche sul fronte assicurativo, in particolare in Generali.
AL LAVORO SUL BOARD MEDIOBANCA
Parallelamente alle mosse degli azionisti, si lavora al futuro governance di Mediobanca ora che è sotto il controllo di Siena. Il Comitato nomine di Mps, guidato da Domenico Lombardi, con il supporto della società di head hunting Korn Ferry, è impegnato nella definizione della lista per il nuovo consiglio di amministrazione. Secondo i rumor, il board sarà più snello, composto da 9 o 11 membri, e con da figure di profilo internazionale, in linea con i criteri fit & proper richiesti dalla Bce. Resta da sciogliere il nodo del nuovo ceo: il ruolo sarà ancora quello di vertice di una merchant bank autonoma o diventerà una divisione integrata in Siena? Dal tipo di assetto dipenderà la qualità e l’attrattività delle candidature.
DA MEDIOBANCA A MPS, CON OBIETTIVO GENERALI
L’operazione Mediobanca-Mps viene definita “storica” dallo stesso presidente di Montepaschi Nicola Maione, che ha parlato della nascita del terzo polo bancario del Paese. Ma a valle dell’opas, le prossime mosse degli azionisti potrebbero cambiare ancora il quadro. A partire dalla richiesta di Caltagirone di salire al 10%. Il rafforzamento della sua posizione in Mps, insieme a quella di Delfin, rischia di avere riflessi diretti sul Leone di Trieste, dove già si intravede un cantiere aperto per un nuovo equilibrio tra compagnia e azionisti.
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