I conti

Con l'uscita da Mediobanca Nagel avrebbe già incassato 70 milioni

Secondo La Stampa, tra vendita di azioni, incentivi e buonuscita l’ex ad di Piazzetta Cuccia avrebbe accumulato un tesoretto a nove zeri

di Davide Lentini 19 Settembre 2025 09:40

financialounge -  Alberto Nagel Mediobanca rumors
Dopo 22 anni al vertice e 34 di carriera complessiva in Mediobanca, ieri Alberto Nagel ha lasciato l’istituto di Piazzetta Cuccia. Un addio che, secondo i conti fatti da La Stampa, porta con sé un incasso personale stimato, per ora, in circa 70 milioni di euro, frutto soprattutto delle azioni maturate in anni di piani di incentivazione.

NAGEL E LE AZIONI MEDIOBANCA


Durante la sua lunga gestione, Nagel ha maturato il diritto a ricevere circa 3,2 milioni di azioni Mediobanca. Di queste, due terzi sarebbero già stati venduti sul mercato, con un incasso stimato di circa 44 milioni di euro. Le restanti quote, ancora in portafoglio, potrebbero valere intorno ai 22 milioni, a cui andranno ad aggiungersi i premi legati all’ultimo piano industriale.

QUANTO SARÀ LA BUONUSCITA?


Le regole interne di Mediobanca, sottolinea La Stampa, sono tra le più severe in Italia per le remunerazioni. Ai dirigenti non spettano più di due annualità e comunque non oltre i 5 milioni di euro. Per l’ormai ex ceo, che nel 2024 ha percepito 4,1 milioni (dopo i 5,8 milioni del 2023 e i 4,5 milioni del 2022), la buonuscita si collocherebbe dunque poco sopra un’annualità. Per cui la somma dei proventi da azioni vendute (44 milioni), delle azioni ancora da monetizzare (22 milioni) e della buonuscita (fino a 5 milioni) porterebbe il conto complessivo vicino a quota 70 milioni.

NAGEL TRA DIVIDENDI E CRISI SUPERATE


Il percorso di Nagel in Mediobanca è stato segnato da momenti cruciali: sotto la sua guida Piazzetta Cuccia ha distribuito 8,5 miliardi di dividendi agli azionisti, quasi quadruplicato i ricavi e più che raddoppiato gli utili. Tutto questo senza mai dover ricorrere a un aumento di capitale, nemmeno nei momenti più difficili: dalla crisi Lehman del 2008 a quella dei debiti sovrani del 2011.

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