Risiko bancario

Anche Crédit Agricole apre a Banco Bpm, ma il mercato per ora sembra freddo

Dopo le parole dell'ad Castagna, anche il dg dell'istituto francese conferma che ci sono “molti scenari possibili” . Ma il titolo di Piazza Meda è in ribasso, anche dopo la il rating “reduce” di Kepler Cheuvreux

di Davide Lentini 19 Settembre 2025 10:42

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Hanno subito trovato conferma le dichiarazioni di ieri di Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm che ha definito Crédit Agricole Italia "l’opportunità più evidente" per una fusione. Dopo poco è infatti arrivata la risposta dal gruppo francese. Jérôme Grivet, direttore generale di Crédit Agricole, che ha aperto alla possibilità di “molti scenari” con l’istituto di piazza Meda. Per il momento, però, sul mercato prevale la cautela. Oggi a Piazza Affari le azioni Banco Bpm perdono, a metà mattina, lo 0,74% a 12,69 euro, penalizzate anche dal giudizio “reduce” con cui Kepler Cheuvreux ha avviato la copertura sul titolo.

L'APERTURA DI CREDIT AGRICOLE SU BANCO BPM


Nell'intervista Castagna ha ribadito che il Crédit Agricole, già primo azionista di Banco Bpm, rappresenta l’opzione più chiara per gli azionisti e una opportunità anche per l'economia italiana. Ma  al tempo stesso, ha ricordato che sul tavolo resta anche lo scenario di un terzo polo con Mps, pur senza sviluppi concreti al momento. Di riflesso, l’apertura dei francesi conferma che il dialogo tra i due istituti resta vivo. "Con Banco Bpm ci sono molti scenari possibili", ha precisato il dg di Crédit Agricole, lasciando intendere che le opzioni spaziano da rafforzamenti industriali a ipotesi più ambiziose di aggregazione. Per gli analisti di mercato si tratta di una conferma importante, dato che negli ultimi anni CA ha già consolidato la propria presenza in Italia con acquisizioni mirate, inclusa la partecipazione in Bpm.

BANCO BPM, LE PERPLESSITÀ DEGLI ANALISTI


Il mercato resta però diviso, almeno per ora. Intermonte avverte che un’eventuale fusione di Banco Bpm con Crédit Agricole Italia potrebbe sollevare "incertezze in ottica governance". I francesi, infatti, arriverebbero a detenere almeno il 35% del capitale della nuova entità. Un tema che renderebbe cruciale la posizione del governo e l’eventuale applicazione del golden power. Equita, dal canto suo, sottolinea invece il potenziale industriale dell’integrazione. Banco Bpm diventerebbe il terzo operatore in Italia per numero di filiali e il secondo per prestiti alla clientela, dietro solo a Intesa Sanpaolo. Un salto dimensionale che rafforzerebbe la posizione competitiva dell’istituto guidato da Castagna.

BANCO BPM E LO SCENARIO MPS


Ma come ha spiegato ieri Castagna, resta anche aperta l'ipotesi Mps. In questo caso alcuni analisti ricordano che un’eventuale aggregazione con Monte dei Paschi potrebbe richiedere tempi più lunghi, anche alla luce della fase di integrazione con Mediobanca appena avviata da Siena. Uno scenario più ampio che includesse anche Mps, diluirebbe però la quota dei francesi e porterebbe a un polo bancario ancora più grande e diversificato, sebbene con potenziali criticità antitrust. Quel che è certo è che il risiko bancario italiano non è ancora finito.

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