L'analisi
Francia: dopo il downgrade i mercati reggono, ma preoccupa l'instabilità politica
Dopo che Fitch ha declassato il debito sovrano, lo spread resta sotto controllo. Per gli analisti le tensioni politiche minacciano il consolidamento fiscale e l'approvazione della legge di bilancio
di Davide Lentini 16 Settembre 2025 14:49

Il declassamento del rating della Francia da parte di Fitch, da AA- ad A+, segna un punto di svolta nella percezione del debito sovrano francese. Una decisione arrivata in un momento già complesso per Parigi, a due giorni dalla nomina di Sébastien Lecornu come nuovo primo ministro, e che rischia di avere ripercussioni sui mercati europei.
Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy di Natixis Investment Managers, sottolinea come il downgrade rifletta soprattutto l'incapacità del governo di elaborare una legge di bilancio credibile, in un contesto politico frammentato e con un debito previsto al 121% del Pil entro il 2027. "Questo declassamento - spiega - solleva una questione fondamentale, ovvero la credibilità della capacità del prossimo governo di elaborare un progetto di legge finanziaria volto a contenere la traiettoria dei disavanzi e, in ultima analisi, del debito". Per Chetouane "Le ipotesi di Fitch suggeriscono che la Francia si trovi in una sorta di situazione di stallo, poiché non è prevista alcuna riduzione del disavanzo strutturale nel corso di questo periodo".
A peggiorare il quadro sono i numeri: deficit strutturale stabile, spesa pubblica elevata (57% del Pil), calo delle entrate fiscali e un debito destinato a crescere fino al 132% entro il 2034. Per Michaël Nizard, Head of Multi-Asset and Overlay di Edmond de Rothschild AM, la Francia si sta allineandosi sempre più ai livelli dell’Italia, allontanandosi invece da Paesi come Spagna e Belgio giudicati più stabili.
Nonostante il downgrade della Francia, per ora i mercati obbligazionari non hanno reagito con panico. "Il rendimento del decennale francese è pari a circa il 3,5%, leggermente superiore a quello della Grecia e vicino a quello dell'Italia" spiega Nizard. "L'aumento dei costi di finanziamento - aggiunge - riflette un aumento del premio di rischio, ma rimane ben al di sotto dei livelli registrati durante la crisi del debito sovrano. Il debito francese continua ad essere considerato di buona qualità dalla maggior parte degli investitori". La curva dei rendimenti si è irripidita, segno di una minore domanda sui titoli di lungo periodo. Ma, secondo Nizard, si tratta soprattutto di dinamiche tecniche legate a fondi pensione e assicurazioni.
Il mercato resta in attesa della prossima legge di bilancio francese, prevista in Parlamento per metà ottobre. La versione attuale, firmata da Bayrou a luglio, prevede tagli record per 44 miliardi di euro, ma potrebbe essere modificata dal governo Lecornu. Un’eventuale difficoltà nell'approvazione potrebbe pesare ulteriormente sullo spread Francia-Germania, secondo quanto evidenzia l'analista di Edmond de Rothschild AM. Per ora, però, non si prevede un allargamento significativo nel mese di settembre.
Un segnale interessante arriva dal mercato del debito. Nizard spiega che "diversi grandi gruppi francesi, tra cui LVMH, Airbus, L'Oréal e Axa, stanno ora contraendo prestiti a tassi inferiori rispetto al governo". "Il contrasto - aggiunge - evidenzia sia la fiducia riposta in queste società sia la pressione esercitata sul debito sovrano dall'eccesso di offerta e dal volume massiccio di debito pubblico emesso". Un ulteriore rischio legato al declassamento del rating della Francia è rappresentato dal settore bancario. Un aumento prolungato dello spread e l’incertezza sulla legge finanziaria potrebbero penalizzare le banche francesi in termini di stabilità e accesso al credito.
Nonostante tutto, la Francia non è in crisi. A evidenziarlo è ancora Nizard, che ricorda alcuni elementi di forza: saldo delle partite correnti in equilibrio, alto tasso di risparmio delle famiglie (19%), inflazione sotto controllo e il paracadute della Bce con il programma TPI. Anche Matteo Buonomini, Head of Italy Distribution di Aberdeen Investments, ammette a Financialounge.com che il contesto resta complesso, ma vede opportunità nel credito investment grade, pur con la necessaria prudenza.
Anche per Massimo Spagnol, Fixed Income Portfolio Manager di Generali Asset Management, i mercati hanno già scontato il declassamento. Lo spread tra OaT e Bund decennali si è infatti mantenuto stabile in area 80 punti base dalla seconda metà di agosto, segnalando che gli investitori avevano già incorporato il downgrade. Per Spagnol il vero nodo sarà politico: il mercato guarda ora alla nuova legge di bilancio e alla capacità del premier Lecornu di approvarla.
Un aspetto interessante segnalato da Generali AM riguarda il livello dei tassi: al momento, il decennale francese e quello italiano offrono lo stesso rendimento, pari al 3,48%. Tuttavia, secondo Spagnol, le valutazioni delle agenzie di rating continuano a considerare più stabile il quadro italiano, in particolare sul fronte della gestione del debito pubblico. Lo spread BTp/Bund rimane infatti ai minimi dal 2009, segnale che gli investitori premiano la maggiore stabilità italiana rispetto all’incertezza politica francese.
Secondo Fitch, il deficit francese rimarrà sopra il 5% del Pil fino al 2027, rimandando qualsiasi consolidamento fiscale a dopo le elezioni presidenziali. La Francia perde così il suo ruolo centrale nell’eurozona e si avvicina sempre più alle economie periferiche. Ma non si tratta di una crisi: per ora, i mercati considerano il nuovo premio di rischio come una nuova normalità, sostenibile e assorbibile in un contesto di alta domanda per credito di qualità.
In conclusione, Fitch ha acceso un faro sulle debolezze politiche e fiscali della Francia. Il downgrade è significativo, ma non ha scatenato reazioni eccessive sui mercati. Tutto ruoterà attorno alla legge di bilancio e alla capacità del governo Lecornu di evitare lo stallo. Se fallirà, il rischio di nuove elezioni tornerà a pesare. Se invece riuscirà a portare avanti una manovra credibile, la Francia potrà recuperare parte della fiducia persa.
"LA FRANCIA IN UNA SITUAZIONE DI STALLO"
Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy di Natixis Investment Managers, sottolinea come il downgrade rifletta soprattutto l'incapacità del governo di elaborare una legge di bilancio credibile, in un contesto politico frammentato e con un debito previsto al 121% del Pil entro il 2027. "Questo declassamento - spiega - solleva una questione fondamentale, ovvero la credibilità della capacità del prossimo governo di elaborare un progetto di legge finanziaria volto a contenere la traiettoria dei disavanzi e, in ultima analisi, del debito". Per Chetouane "Le ipotesi di Fitch suggeriscono che la Francia si trovi in una sorta di situazione di stallo, poiché non è prevista alcuna riduzione del disavanzo strutturale nel corso di questo periodo".
FRANCIA SEMPRE PIÙ VICINA ALL'ITALIA
A peggiorare il quadro sono i numeri: deficit strutturale stabile, spesa pubblica elevata (57% del Pil), calo delle entrate fiscali e un debito destinato a crescere fino al 132% entro il 2034. Per Michaël Nizard, Head of Multi-Asset and Overlay di Edmond de Rothschild AM, la Francia si sta allineandosi sempre più ai livelli dell’Italia, allontanandosi invece da Paesi come Spagna e Belgio giudicati più stabili.
REAZIONI DEI MERCATI CONTENUTE, MA ATTENTE
Nonostante il downgrade della Francia, per ora i mercati obbligazionari non hanno reagito con panico. "Il rendimento del decennale francese è pari a circa il 3,5%, leggermente superiore a quello della Grecia e vicino a quello dell'Italia" spiega Nizard. "L'aumento dei costi di finanziamento - aggiunge - riflette un aumento del premio di rischio, ma rimane ben al di sotto dei livelli registrati durante la crisi del debito sovrano. Il debito francese continua ad essere considerato di buona qualità dalla maggior parte degli investitori". La curva dei rendimenti si è irripidita, segno di una minore domanda sui titoli di lungo periodo. Ma, secondo Nizard, si tratta soprattutto di dinamiche tecniche legate a fondi pensione e assicurazioni.
SPREAD FRANCIA - GERMANIA STABILE
Il mercato resta in attesa della prossima legge di bilancio francese, prevista in Parlamento per metà ottobre. La versione attuale, firmata da Bayrou a luglio, prevede tagli record per 44 miliardi di euro, ma potrebbe essere modificata dal governo Lecornu. Un’eventuale difficoltà nell'approvazione potrebbe pesare ulteriormente sullo spread Francia-Germania, secondo quanto evidenzia l'analista di Edmond de Rothschild AM. Per ora, però, non si prevede un allargamento significativo nel mese di settembre.
IL PARADOSSO DEL RATING FRANCIA VS CORPORATE
Un segnale interessante arriva dal mercato del debito. Nizard spiega che "diversi grandi gruppi francesi, tra cui LVMH, Airbus, L'Oréal e Axa, stanno ora contraendo prestiti a tassi inferiori rispetto al governo". "Il contrasto - aggiunge - evidenzia sia la fiducia riposta in queste società sia la pressione esercitata sul debito sovrano dall'eccesso di offerta e dal volume massiccio di debito pubblico emesso". Un ulteriore rischio legato al declassamento del rating della Francia è rappresentato dal settore bancario. Un aumento prolungato dello spread e l’incertezza sulla legge finanziaria potrebbero penalizzare le banche francesi in termini di stabilità e accesso al credito.
GLI ELEMENTI CHE SALVANO LA FRANCIA
Nonostante tutto, la Francia non è in crisi. A evidenziarlo è ancora Nizard, che ricorda alcuni elementi di forza: saldo delle partite correnti in equilibrio, alto tasso di risparmio delle famiglie (19%), inflazione sotto controllo e il paracadute della Bce con il programma TPI. Anche Matteo Buonomini, Head of Italy Distribution di Aberdeen Investments, ammette a Financialounge.com che il contesto resta complesso, ma vede opportunità nel credito investment grade, pur con la necessaria prudenza.
“SPREAD STABILE MA RISCHIO POLITICO DA MONITORARE”
Anche per Massimo Spagnol, Fixed Income Portfolio Manager di Generali Asset Management, i mercati hanno già scontato il declassamento. Lo spread tra OaT e Bund decennali si è infatti mantenuto stabile in area 80 punti base dalla seconda metà di agosto, segnalando che gli investitori avevano già incorporato il downgrade. Per Spagnol il vero nodo sarà politico: il mercato guarda ora alla nuova legge di bilancio e alla capacità del premier Lecornu di approvarla.
STESSO TASSO FRANCIA - ITALIA, MA RATING DIVERGENTI
Un aspetto interessante segnalato da Generali AM riguarda il livello dei tassi: al momento, il decennale francese e quello italiano offrono lo stesso rendimento, pari al 3,48%. Tuttavia, secondo Spagnol, le valutazioni delle agenzie di rating continuano a considerare più stabile il quadro italiano, in particolare sul fronte della gestione del debito pubblico. Lo spread BTp/Bund rimane infatti ai minimi dal 2009, segnale che gli investitori premiano la maggiore stabilità italiana rispetto all’incertezza politica francese.
"PREMIO DI RISCHIO NUOVA NORMALITÀ"
Secondo Fitch, il deficit francese rimarrà sopra il 5% del Pil fino al 2027, rimandando qualsiasi consolidamento fiscale a dopo le elezioni presidenziali. La Francia perde così il suo ruolo centrale nell’eurozona e si avvicina sempre più alle economie periferiche. Ma non si tratta di una crisi: per ora, i mercati considerano il nuovo premio di rischio come una nuova normalità, sostenibile e assorbibile in un contesto di alta domanda per credito di qualità.
LA CHIAVE RESTA LA LEGGE DI BILANCIO
In conclusione, Fitch ha acceso un faro sulle debolezze politiche e fiscali della Francia. Il downgrade è significativo, ma non ha scatenato reazioni eccessive sui mercati. Tutto ruoterà attorno alla legge di bilancio e alla capacità del governo Lecornu di evitare lo stallo. Se fallirà, il rischio di nuove elezioni tornerà a pesare. Se invece riuscirà a portare avanti una manovra credibile, la Francia potrà recuperare parte della fiducia persa.