Risiko bancario

S&P rivede il rating di Mediobanca. Lo spettro fusione e il delisting agitano Piazzetta Cuccia

L’agenzia abbassa la valutazione dopo l’adesione all’opas di Mps. Si cercano ceo e presidente, mentre diversi manager iniziano a dismettere i propri titoli. Ed è giallo sul video del dg Vinci rimosso

di Davide Lentini 12 Settembre 2025 12:52

financialounge -  Mediobanca Ops Mps su Mediobanca rating risiko bancario S&P
Dopo Fitch, arriva la bocciatura anche da parte di S&P al nuovo corso di Mediobanca. L'agenzia ha messo sotto osservazione con implicazioni negative il rating "BBB+" di Piazzetta Cuccia, sollevando dubbi sul futuro profilo di credito dell'istituto milanese alla luce dell’adesione massiccia all’opas di Mps. Il campanello d’allarme arriva mentre le adesioni all’offerta di Montepaschi hanno superato la soglia del 62%, con stime che prefigurano un possibile avvicinamento all’80% grazie all’intervento dei fondi indicizzati nella fase di riapertura dei termini.

PER S&P MEDIOBANCA RISCHIA L'EROSIONE DEL MERITO DI CREDITO


Secondo S&P, "l’integrazione a due potrà migliorare il merito di credito del gruppo nel lungo termine". Ma la potenziale fusione con un soggetto "relativamente più debole e con un profilo di rischio maggiore" potrebbe erodere, nel breve e medio periodo, il merito di credito di Mediobanca, oggi ancora percepita come una realtà più solida. L’agenzia chiuderà la fase di osservazione solo dopo aver ottenuto maggiori dettagli sui piani industriali e finanziari del nuovo polo bancario. Ma l’avvertimento è chiaro: se il profilo di credito dell’entità risultante dalla fusione sarà inferiore a quello dell’attuale Mediobanca, il rating sarà abbassato di un notch.

LUNEDÌ ATTESO IL REGOLAMENTO DELLE ADESIONI


Nel frattempo lo scenario post opas si delinea con maggiore chiarezza. Il regolamento delle adesioni è previsto per lunedì, momento in cui Mps entrerà ufficialmente in possesso del 62,3% di Mediobanca. Con la riapertura dei termini dell’offerta da martedì a venerdì, il rischio per i fondi passivi è di trovarsi con una quota in un flottante troppo ridotto per restare. Questo potrebbe accelerare l’avvicinamento all’80% del capitale, soglia critica che renderebbe il mantenimento della quotazione di Mediobanca difficilmente sostenibile.

SUL TAVOLO LE IPOTESI DI FUSIONE E DELISTING


Proprio su questo si concentrano ora le valutazioni del board: un’eventuale fusione con Mps in tempi brevi oppure un percorso più graduale di integrazione, che lascerebbe per ora Mediobanca come entità separata ma con governance rivista. Tutto dipenderà dalle soglie raggiunte e dagli equilibri che emergeranno tra i nuovi soci. Secondo i calcoli degli analisti, Delfin sarà titolare del 21% della nuova entità post-opas, il gruppo Caltagirone del 13%, Enpam dell’1,75%, Edizione sopra l’1,5%, mentre il Mef e Banco Bpm, anche tramite Anima Sgr, si posizioneranno attorno al 4-6%. Se confermata, questa composizione darebbe a Calta-Del oltre un terzo del capitale, con un potenziale ruolo determinante sulle future scelte strategiche e di governance.

SI CERCANO I NUOVI VERTICI MEDIOBANCA


In attesa di capire se Mediobanca sarà fusa o resterà formalmente autonoma, si accende il confronto sulle nomine. Il nuovo cda sarà probabilmente più snello (meno degli attuali 15 membri) e dovrà rispondere ai nuovi equilibri azionari e regolamentari. Mps, nel frattempo, si prepara ad affidare l’incarico a una società di head hunting per individuare il nuovo amministratore delegato e il presidente. In pole position ci sarebbe Korn Ferry, davanti a Spencer Stuart ed Egon Zehnder. Una scelta non solo tecnica, ma profondamente politica, anche in considerazione del peso del nuovo gruppo bancario in Generali (dove Mediobanca detiene ancora il 13,1%) e del ruolo che potrà giocare sul mercato assicurativo e della consulenza.

IL GIALLO DEL VIDEO DEL DG MEDIOBANCA RIMOSSO


Ad aumentare il clima di incertezza è stato anche un video di dieci minuti registrato dal dg Francesco Saverio Vinci e poi rimosso, in cui cercava di rassicurare i dipendenti dopo l’annuncio dell’opas. Il filmato, pubblicato sulla intranet aziendale, è stato rapidamente rimosso, ma ha fatto in tempo a circolare tra i dipendenti e sulla stampa, diventando simbolo del disagio che serpeggia tra le stanze di Piazzetta Cuccia. E in più, secondo quanto riportato da Repubblica, numerosi manager e consiglieri stanno dismettendo i propri titoli sul mercato invece di consegnarli all’offerta, monetizzando a valori inferiori rispetto al concambio previsto. Tra loro spiccano nomi come Gian Luca Sichel (ad di Mediobanca Premier e Compass), Marco Vittorelli, Massimo Bertolini e Clemente Rebecchini. Finora, invece, i vertici storici Nagel, Pagliaro e Vinci non hanno ceduto azioni, lasciando ancora in sospeso le loro intenzioni.

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